GIORNATA NAZIONALE DEL SERVIZIO CIVILE: SERVE UN PASSO AVANTI
Capoleva: è necessario valorizzare maggiormente gli enti che accolgono e formano i giovani. Tosi: serve più co-progettazione
di Redazione
14 Dicembre 2021
«Il 2022 sarà un anno importante per il Servizio civile, non solo perché ricorrono i 50 anni dalla Legge che diede modo a tanti obiettori di avviare i loro percorsi in tante associazioni, ma anche perché con il servizio civile questi percorsi hanno visto consolidare importanti traguardi, in centinaia di organizzazioni di volontariato piccole e grandi». Così la presidente di CSV Lazio Paola Capoleva, in occasione della Giornata Nazionale del Servizio civile universale, che si celebra mercoledì 15 dicembre 2021. Nell’occasione, si svolgerà un grande evento dal titolo “Far crescere i giovani”: a Roma, i volontari e gli enti potranno incontrarsi e dialogare con la ministra Fabiana Dadone sui temi più importanti del momento, dalle conseguenze della pandemia, all’ambiente, all’Europa (dalle 14.00 alle 19.00 negli spazi del Parco del Gazometro con ingresso in via del Commercio, 9. Per accedere alla manifestazione è necessario esibire il Super Green Pass e il documento di identità. Qui il programma completo).
Il servizio civile è un patrimonio «che merita di essere ulteriormente valorizzato», continua Capoleva, «poiché se da un lato i giovani e le giovani hanno potuto portare innovazione e nuovi strumenti, dall’altro le associazioni, accogliendo i ragazzi di servizio civile, hanno fatto crescere giovani cittadini attenti ai temi della solidarietà, dell’impegno civile, della responsabilità sociale. Va dunque riconosciuto alle associazioni il grande valore nello sviluppo di nuovi volontari, di cittadini attivi, attenti al bene comune e per questo va sostenuto il loro impegno nell’accrescere comunità più coese investendo nelle giovani generazioni».
I bandi
È questo un momento di grande fermento per il servizio civile. Oggi esce il Bando per i giovani per partecipare alle selezioni per uno dei 2818 progetti che si svolgeranno in Italia e all’estero tra il 2022 e 23. È un bando corposo, i posti disponibili sono 56.205 per i giovani tra i 18 e 28 anni che intendono diventare operatori volontari di servizio civile. Fino alle ore 14.00 di mercoledì 26 gennaio 2022 è possibile presentare domanda di partecipazione che si presenta esclusivamente on line a questo link . I progetti hanno durata variabile tra gli 8 e i 12 mesi.
È un segno forte, ma non è tutto, entro l’anno infatti uscirà il nuovo Bando per la progettazione, che raccoglie le proposte degli enti per contribuire, con la propria azione culturale e sociale sostenuta dalla presenza dei giovani, a realizzare gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, SDGs 2030.
La co-progettazione
Nel fermento della Giornata Nazionale del Servizio civile universale, però, «ci sono tensioni», secondo Claudio Tosi. Sono le tensioni che nascono quando, in un sistema cresciuto con l’investimento collettivo di tutte le componenti, si cerca di favorirne una, rischiando di rompere un equilibrio prezioso. Il Servizio civile è un istituto che fonda la sua unicità sulla cooperazione interistituzionale tra Stato, enti e giovani. La partecipazione dei giovani, che ogni anno trabocca rispetto alla capienza dei progetti, è messa a frutto e guidata dall’investimento degli enti che preparano il terreno alla loro azione, li accolgono, formano, seguono durante l’anno e si occupano di fornire loro attestazioni del percorso fatto in termini di competenze ed esperienze acquisite».
Dunque, anche per Tosi va riconosciuto l’impegno delle associazioni, perché «riformare lo SCU non è solo semplificarne l’accesso per i giovani, ma anche trasformare ed accogliere l’impegno degli enti. Al momento il rapporto tra Dipartimento e Enti è ancora quello del Bando, con i progetti vinti o rifiutati: la trasformazione dei rapporti tra Istituzioni e Terzo settore non è ancora stata integrata. È vero che gli enti sono premiati se fanno co-progettazione tra loro e con i territori, ma la co-progettazione non è impostata come procedura normale di mediazione e sinergia con il Dipartimento».
«Su questo», conclude Tosi, «ci permettiamo di dire che c’è ancora da lavorare e forse la stessa Consulta deve poter ampliare il proprio sguardo e rivolgere a tutto il corpo degli enti accreditati un invito alla qualità, al confronto e alla calmierazione, perché non ci siano più esclusi né nei temi né nei territori e si sviluppi veramente un servizio civile che costruisce, con i valori della pace e della non violenza insiti nel suo DNA, un’opera collettiva di rilievo universale».
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