
GIUBILEO 2025. BRIGATA VOLONTARIA ROMA E L’AMORE CHE C’È NELL’AIUTARE IL PROSSIMO
Uno dei Punti Fissi di accoglienza dei pellegrini del progetto Vol.A in Rete, Brigata Volontaria SVS Roma racconta il suo impegno, diviso tra il territorio di prossimità e le grandi catastrofi nazionali. Il presidente, Marco Colini, 37 anni nel volontariato: «Non è semplice trovare le risorse, ma siamo volontari, non vogliamo diventare professionisti del soccorso»
08 Aprile 2025
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Un gruppo di amici che sceglie di utilizzare il proprio tempo libero nel modo più semplice possibile, aiutando gli altri vicini e lontani. Dalle operazioni di protezione civile su tutto il territorio nazionale al sostegno alla popolazione del quartiere di Casalbertone, dove ha sede, Brigata volontaria SVS Roma interviene ovunque ci sia bisogno di prestare conforto e soccorso alla popolazione, con una dichiarazione d’intenti ben precisa: «Siamo volontari e tali vogliamo restare». E ora, nell’anno del Giubileo, l’obiettivo è anche quello di portare il proprio contributo non solo presidiando alcune delle manifestazioni più significative in corso durante l’anno giubilare, ma anche offrendo supporto e informazioni ai pellegrini in arrivo nella capitale. Brigata Volontaria Roma, infatti, fa parte dei Punti Fissi di accoglienza realizzati in tutti i Municipi romani dalle organizzazioni civiche grazie a Vol.A in Rete, il progetto attuato da CSV Lazio e Forum Terzo Settore Lazio e promosso dal Dipartimento Protezione Civile e Dipartimento Politiche Sociali e Salute presso l’Assessorato Politiche sociali e Salute di Roma Capitale. «I nostri volontari possono essere di grande aiuto ai pellegrini sia per la loro esperienza sia per le attività che svolgono in città», commenta Marco Colini, presidente di Brigata Volontaria SVS Roma. «Del resto la stazione Tiburtina è a due passi da noi».

Dalle catastrofi naturali alla presenza nel quartiere, un’associazione di soli volontari
Brigata Volontaria si occupa di protezione civile, soccorso e assistenza sociale. Affianca le istituzioni locali in tutte le situazioni di emergenza del territorio, come allagamenti, incendi e soccorso alle persone in difficoltà e, nel suo curriculum, compaiono le maggiori catastrofi nazionali, dai terremoti de L’Aquila, dell’Emilia Romagna e di Amatrice alle alluvioni in giro per l’Italia. Oltre alle operazioni di protezione civile, l’associazione opera all’interno del quarto Municipio, un’area un tempo periferica ma ormai sempre più vicina al centro. I problemi del quartiere però sono quelli di sempre, anzi a partire dalla pandemia si sono acuiti. «Roma Est è una zona complessa, qui tanta gente è in difficoltà», spiega il Colini. «Il 50% delle abitazioni è costituito da case popolari e molti hanno bisogno di assistenza e di sostegno. Partecipiamo alle raccolte alimentari e organizziamo iniziative come le “spese sospese” all’interno dei supermercati, ridistribuendo ciò che viene lasciato nei carrelli. Accompagniamo gli anziani alle visite mediche e gli portiamo la spesa a casa, ma offriamo anche trasporti in ambulanza, un servizio gratuito che si sostiene solo tramite donazioni». A questo si aggiunge un servizio di prestito e donazioni di ausili. Per molti, infatti, acquistare o noleggiare quegli strumenti che possono rendere la vita di un paziente un po’ più facile è semplicemente impossibile. «Si tratta di materiale come sedie a rotelle o stampelle che noi recuperiamo, ripariamo e rimettiamo in circolo per chi ne ha bisogno», prosegue. «Abbiamo anche tre letti, attualmente in prestito a tre persone diverse. Poi, quando sarà il momento, vedremo come restaurarli e farli girare, perché c’è bisogno anche di questo».

Colini: «Non vogliamo diventare professionisti del soccorso»
Marco Colini ha cominciato a fare volontariato 37 anni fa, quando aveva 16 anni. Oggi di anni ne ha 53, ma è a disposizione degli altri con lo stesso entusiasmo di un tempo. «Per fortuna ho sempre avuto un lavoro che mi ha permesso di potermi dedicare agli altri», dice. Brigata Volontaria è nata nel 2009, nei giorni del terremoto de L’Aquila. A quei tempi Marco e altri colleghi e amici avevano appena lasciato un’associazione di protezione civile che oggi non esiste più, ma volevano comunque portare soccorso alla popolazione colpita dal sisma. Avevano le conoscenze, l’esperienza e le competenze per poterlo fare. Lavoravano nell’allestimento degli eventi, montare un campo non era un problema per loro. Sentivano di avere qualcosa da dare. Così hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo e sono partiti. Il nome dell’associazione è venuto da sé, durante una di quelle serate dopo gli interventi. «Sono stato sempre appassionato di storia», ricorda. «Brigata volontaria richiama le Brigate Garibaldi, in memoria del generale del Risorgimento e delle formazioni partigiane della Resistenza». Oggi l’associazione conta 45 soci volontari e si sostiene esclusivamente con donazioni volontarie e alcune convenzioni con Roma Capitale. «Non è semplice trovare le risorse per mantenere i mezzi operativi, pagare le assicurazioni e il carburante, fornire i servizi», aggiunge. «Ma vogliamo mantenere quel respiro d’amore che c’è nell’aiuto al prossimo, non vogliamo diventare professionisti del soccorso». E se gli chiedi qual è la cosa più difficile durante le emergenze, risponde: «Preservare l’umanità dei volontari». E la più bella? «Quando una persona che hai appena aiutato ti offre un caffè».
Immagine di copertina: Francesco Paolucci
