GIUBILEO 2025. ROMA È UNA CITTÀ ACCESSIBILE?
Il Giubileo 2025 ripropone il tema dell’accessibilità a Roma. L’accoglienza della Capitale per le persone con disabilità è stato il tema dell’incontro “Non è Giubileo se non è per tutti”, organizzato dal Disability Pride e dal Comune di Roma
15 Gennaio 2025
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Come verranno ricevuti migliaia di pellegrini disabili che raggiungeranno la Capitale? Qual è il livello di accessibilità di Roma? Sono accessibili i servizi? E i trasporti? Le strutture ricettive? I luoghi di culto e artistico/culturali? Roma è davvero una città che accoglie? A questi e ad altri interrogativi si è cercato di rispondere durante il convegno Non è Giubileo se non è per tutti, organizzato da Disability Pride Italia in collaborazione con il Comune di Roma, presso la Sala Laudato Si del Campidoglio.
«Il Disability Pride si è diffuso in altre città, oltre a Roma, in questi anni», ha detto Daniele Renda, Disability Manager del Comune di Cerveteri. «L’obiettivo del Disability Pride è partire dal basso, dalle persone con disabilità, da chi le assiste o è in relazione con loro, per rinforzare in modo complementare l’azione delle tante associazioni di categoria, smuovere le coscienze e portare avanti l’educazione e la cultura al rispetto dell’alterità, dell’inclusione, dell’accoglienza in maniera più briosa, più brillante». Le persone con disabilità «hanno maggiori difficoltà a sentirsi fruitori di servizi e viaggiatori. Lo stesso credo succederà anche in questo Giubileo, per le difficoltà nel muoversi, nell’essere accolti nelle strutture ricettive, nell’andare a visitare i luoghi turistici, nel passare il proprio tempo libero. In quest’anno straordinario alcune opportunità sono state colte, altre no. Si sarebbe potuto fare molto di più. Le proposte c’erano, speriamo che tutto ciò che non è stato fatto potrà arrivare dopo il 2025».
Interventi strutturali nel medio-lungo termine
«Il confronto è sempre importante per far emergere le criticità e le buone prassi», ha detto Barbara Funari, assessora alle Politiche sociali del Comune di Roma. «Il turista con disabilità deve poterlo fare nel totale comfort, deve poter essere accolto in maniera professionale, deve poter arrivare in un Paese e circolare in sicurezza. La nostra missione è di rendere i servizi accessibili ai visitatori, attraverso una serie di protocolli», ha affermato Annagrazia Laura, presidente Enat, European Network for Accessible Tourism. «I pellegrini devono vivere in modo adeguato nel loro soggiorno a Roma e le strutture ricettive non devono far sentire i turisti a disagio ed esclusi. Avremmo dovuto chiederci un paio di anni fa se la città è accessibile: gli interventi strutturali dobbiamo vederli nel medio-lungo termine», ha continuato.
L’accessibilità digitale
Che cos’è l’accessibilità digitale? La capacità dei sistemi informatici di fornire servizi e informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che, a causa di una disabilità, hanno bisogno di tecnologie assistive o configurazioni particolari. «È una parte dell’accoglienza, sono una serie di regole che possono essere anche temporanee», ha detto Roberto Scano, tra i massimi esperti in materia di accessibilità digitale al mondo. «I portali che riguardano, ad esempio, la prenotazione degli alberghi o la mobilità devono poter essere accessibili a tutti. La lentezza nell’arrivare all’accessibilità digitale universale è anche dovuta al fatto che i diretti interessati non si fanno sentire».
Nella progettazione prendere sempre in considerazione le disabilità
«Il turismo è la seconda industria dopo quella petrolifera. Roma è patrimonio Unesco, i Musei capitolini sono i primi al mondo ad essere stati accessibili», ha affermato Giorgio Guardi, socio fondatore dell’associazione Radici. «Noi guide turistiche siamo ambasciatori della città, viviamo la strada. Siamo determinati a portare “aria nuova” nella Capitale. L’informazione è fondamentale, è importante per noi sapere prima quello che andiamo a fare. Al Colosseo, ad esempio, non c’è un itinerario che crea un’accoglienza per disabili, i bagni spesso non sono funzionanti (ad esempio a piazza di Spagna). A via dei Condotti ci sono negozi con apriporta “umani” ma poi non c’è una rampa di metallo da 200 euro per superare il gradino di ingresso». La Fondazione Tetrabondi, con Cristiana Gallinoni, ha portato la sua testimonianza con il progetto del parco inclusivo universale. «Abbiamo iniziato a pensarlo alla fine del 2022, è il parco dell’occasione persa. Speriamo di dare un contributo strategico per la realizzazione del parco inclusivo a Parco Schuster: il progetto del primo parco inclusivo universale con cui Roma potrebbe presentarsi al mondo. Speriamo di poterlo realizzare per il Giubileo straordinario del 2033», ha detto Gallinoni. «La cultura è un ambito da non sottovalutare, fruirne vuol dire concedersi un momento di benessere. Il patrimonio culturale dà la possibilità ai bambini di crescere e partecipare insieme ai compagni. Bisogna prendere sempre in considerazione le disabilità in ogni progettazione», ha affermato Camilla Capitani, delegata alla Cultura Uici, Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti.