GIUBILEO DEI DONATORI DI SANGUE. LA SOLIDARIETÀ È ANCORA UN VALORE
25mila volontari e donatori hanno ascoltato l'appello di Papa Francesco a impegnarsi per gli altri. Grazie a loro l'Italia è autosufficiente, ma il Lazio no.
20 Febbraio 2016
Impegnarsi per gli altri vuol dire dare testimonianza della misericordia di Dio. Lo ha spiegato papa Francesco in una piazza San Pietro gremita per il Giubileo dei donatori di sangue, a Roma di nuovo in occasione dell’Anno Santo, 15 anni dopo l’ultima udienza. 25 mila volontari-donatori hanno partecipato ad un evento organizzato dalla Fidas, la Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue insieme ai volontari di Avis, Croce Rossa Italiana, Fratres e altre associazioni autonome, nonché le autorità competenti del Sistema Trasfusionale nazionale.
«Il Santo Padre ha fatto un appello alla solidarietà», spiega ai nostri microfoni il presidente nazionale Fidas, Aldo Ozino Caligaris, dopo l’incontro, «all’importanza del mettersi in gioco per gli altri, come avviene per i donatori di sangue. Vuol dire andare oltre le esigenze del singolo per abbracciare un patrimonio di tutti. Per noi è un impegno costante nel comunicare valori, beni comuni, solidarietà e disponibilità».
L’educazione alla donazione del sangue con gli anni ha dato i suoi frutti. In Italia oggi ci sono 1,7 milioni i donatori che in maniera anonima, volontaria, periodica e gratuita rendono possibili circa 8.500 trasfusioni al giorno per chi ne ha bisogno.
Il nostro Paese è autosufficiente e grazie ai volontari c’è sangue per tutti, ma ogni anno sono necessari 2,4 milioni di unità di sangue (pari a 450 ml l’una) per rendere autonomi gli ospedali italiani. «Per questo motivo è importante dare un ricambio generazionale ai donatori, coinvolgere le donne, che oggi sono solo 1/3 dei donatori, i giovani e i nuovi cittadini stranieri, che sono oramai l’8% e donano in maniera ancora non sufficientemente rappresentativa, un tessuto integrante della nostra cultura e del nostro Paese che va coinvolto anche su queste tematiche», sottolinea il presidente Fidas.
Il Lazio non è autosufficiente
In alcune regioni però c’è ancora crisi. Il Lazio non è autosufficiente e Roma soffre particolarmente per la scarsità di volontari. A mancare secondo molti sarebbe però soprattutto quella “cultura del dono” che Francesco ha spiegato nella sua catechesi. È sicuramente più facile donare in provincia che nelle metropoli, anche per le note difficoltà logistiche delle grandi città, ma il volontariato non vuole scuse: «Ci stiamo muovendo per un’operazione di massimo coinvolgimento per garantire al Lazio e a Roma l’autosufficienza», promette Ozino Caligaris, «Fidas sta organizzando percorsi di formazione e di educazione, con degli incontri nelle scuole, nelle parrocchie e nei posti di lavoro. Abbiamo capito l’importanza di un’azione capillare e questo avverrà attraverso una campagna di comunicazione concordata con la regione Lazio. Uno strumento da mettere in campo a sostegno delle nostre attività».
Il Giubileo dei donatori di sangue ha messo in luce che c’è un filo diretto e una linea comune che lega il Papa e i donatori di sangue: la consapevolezza di quanto sia importante oggi raccontare la bellezza del volontariato e l’importanza della gratuità. Nell’anno della misericordia, anche e soprattutto in una città come Roma, piena di problemi, ma ricca di risorse ancora inesplorate.