GIUBILEO 2025: UN’OCCASIONE DI PARTNERSHIP TRA PUBBLICO, PRIVATO E TERZO SETTORE
Nel convegno “Giubileo: quali opportunità per il made in Italy?”, organizzato a Roma da AEPI Lazio, si è parlato di sinergie, anche tra profit e non profit. Cristina De Luca: «Collaborare per dare anche il segno che PMI e non profit possono costruire percorsi insieme anche durante il Giubileo»
13 Dicembre 2024
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Giubileo è una delle parole che sentirete di più nei prossimi mesi. “Partnership” è un’altra parola chiave che viene spesa sempre più spesso. Se ne è parlato ieri a Roma, nel convegno Giubileo: quali opportunità per il made in Italy? Partenariato pubblico – privato e impresa culturale, organizzato dalla Confederazione AEPI Lazio a Roma. Secondo un’indagine demoscopica realizzata da Lab 21.01, a cura del professor Roberto Baldassarri, solo il 21,8% degli intervistati conosce la formula di cooperazione finanziaria “partenariato pubblico-privato” in cui la pubblica amministrazione attrae risorse private per la realizzazione di progetti per i cittadini. L’85,8%, però, crede che questa formula di cooperazione potrebbe portare un valore aggiunto alla vita dei cittadini. Solo il 25,8% sa cosa sono le imprese culturali, ma il 77,6% crede che possano essere uno strumento utile a migliorare e implementare il turismo nel nostro Paese. Quanto al Giubileo, secondo il 67,3% le opere che si stanno realizzando in questa occasione sono utili, anche se rallentano la normale vita dei cittadini. Il 16,7% le ritiene utili, anche se il ritardo accumulato non permetterà la loro completa realizzazione e il 13,9% poco utili rispetto al disagio che stanno provocando. Il 91,3% crede che in questa occasione aumenteranno i profitti per le imprese. Secondo l’85,3% l’anno del Giubileo in Italia porterà un beneficio a cittadini e imprese.
CSV Lazio e il partenariato tra profit e non profit
Il CSV, Centro Servizi per il Volontariato del Lazio, ha ben presente da tempo la parola partenariato. «È da un po’ di anni che c’è un’attenzione rilevante al fatto di essere insieme tra mondo profit e non profit» spiega Cristina De Luca, Presidente del CSV Lazio. «C’è attenzione al fatto di trovare dei percorsi che possano mettere insieme due realtà che prima avevano degli steccati, che erano soprattutto culturali, e che erano presenti da entrambe le parti. Mettere insieme profit e non profit significa trovare attività e progetti sui quali mettere a disposizione delle competenze diverse. Non si tratta di chiedere dei soldi al profit per fare delle attività nel non profit: significa fare insieme delle cose. Uno dei temi è quello della formazione, dove possono incontrarsi gli skill tipici del mondo del volontariato con quelli specifici del mondo profit». «Un tema di cui si è parlato oggi è quello dell’integrazione e dell’inclusione» continua. «C’è una presenza delle nostre associazioni dove ci sono delle situazioni di disagio. In quei luoghi lì la cultura è un elemento importantissimo e caratterizzante di inclusione. Ad esempio, abbiamo dei progetti a Corviale e a Torpignattara».
I volontari e il Giubileo
«Dopo un percorso di co-progettazione e co-programmazione abbiamo vinto il bando del Comune di Roma per gestire e formare i volontari del Giubileo» racconta Cristina De Luca. «I volontari che si occuperanno dell’accoglienza dei tanti pellegrini che verranno a Roma. Non vorremmo fermarci a questo, ma usare il nostro coinvolgimento all’interno del Giubileo per creare dei percorsi di riflessione, dei percorsi culturali, offrendoli ai pellegrini e ai cittadini di Roma. Vorremmo in qualche modo arricchire questo anno con occasioni di incontro sui temi che attengono al Giubileo». «Lancio anche una proposta», continua. «Quella di collaborare per dare anche il segno che il mondo della Piccola e Media Impresa e il mondo del non profit possano costruire dei percorsi insieme anche durante il Giubileo». «Si stima che saranno coinvolti circa 2500 volontari, senza vincoli di età o di altro tipo» conclude. «Per loro c’è un piccolo percorso di formazione, con un mese di pre-testing. Ovviamente saranno misurati i numeri: gli eventi del Giubileo sono divisi in varie fasce a seconda della grandezza. Noi siamo a disposizione e sono contenta di essere qui oggi».
Sponsorizzazioni: l’importanza dell’identità
Le operazioni di partenariato, le sinergie, sono state al centro del panel “Percorsi di partenariato tra pubblico, imprese e Terzo Settore”, in cui sono state raccontate esperienze diverse. Marco Delogu è il Presidente dell’Azienda Speciale Palaexpo di Roma, dopo una lunga esperienza in Inghilterra, dove il rapporto tra pubblico e privato è sempre stato a un livello più sviluppato rispetto all’Italia. Dalla sua esperienza ha tratto una regola importante. «Per le sponsorizzazioni la cosa più importante è l’identità di chi chiede la sponsorizzazione» spiega. «Se si ha un’identità la cosa funziona. In questo modo si può avere una doppia vittoria sia da parte di chi la fa che di chi la riceve». «Bisogna capire quando è il caso di avere rapporti pubblico – privato e quando non è il caso» avverte. «Ogni tanto bisogna dire di no: spesso quello che chiede chi sponsorizza è troppo».
Pubblico e privato: non partnership, ma sinergia
La Fondazione Sorrento è nata nel 2006 per valorizzare il territorio. È quel privato che lavora con il pubblico. Mario Gargiulo, Amministratore Delegato, in questo caso parla «non di una partnership con la Pubblica Amministrazione, ma di una sinergia». «Abbiamo fatto molte iniziative artistiche» racconta. «Ci siamo aperti anche verso il Terzo Settore e l’inclusione: inaugureremo un villaggio per ragazzi con disabilità».
Partnership tra pubblico e privato per tenere in vita i teatri
Una partnership tra pubblico e privato è anche quella che sostiene i teatri e permette loro di sopravvivere e continuare a proporre cultura. Ce ne ha parlato Gianluca Ramazzotti, in rappresentanza di ATIP, Associazione Teatri Italiani Privati. «Per i teatri è importante questo tipo di partenariato» spiega. «Avere dei supporti esterni per comunicare con le istituzioni è fondamentale per proseguire il rapporto con il pubblico». ATIP ha molte idee perché i teatri possano continuare a vivere. «Dare la possibilità alle persone di scaricare dalle tasse il biglietto» spiega Ramazzotti. «Fare abbassare l’IVA e riportarla al 4%». «Molte attività hanno chiuso, stanno in piedi con grandissima difficoltà con soldi privati» conclude. «C’è bisogno di tenere acceso questo lumicino. Abbiamo sempre bisogno di partner che possano tenere in piedi questa cosa. È importante aprirsi sempre di più».
Il digitale rende la cultura accessibile
L’Associazione Olimpyus si occupa di inclusione digitale. «La cultura si sta spostando sul digitale, che sta diventando uno dei vettori per renderla accessibile» ha spiegato il presidente Daniele Verdesca. «Il Vaticano è stato trasportato tutto nella realtà virtuale, nel metaverso. Ha creato un’app con i discorsi del Papa tradotti in inglese e nel linguaggio dei segni, con la trascrizione dell’audio». Il digitale oggi consente l’accessibilità alla cultura, consente alle persone di avvicinarsi al teatro, avvicina chi ha disabilità cognitive. «La trasmissione della cultura è anche la scuola» spiega. «Chi lavora nel settore circense e in quello dei giostrai gira lungo l’intero Paese e non può mandare i figli a scuola. Con il Comune stiamo lavorando per rendere accessibile la cultura a queste famiglie». «C’è atto europeo sull’accessibilità» continua. «Tutti i prodotti multimediali devono essere accessibili, devono essere letti e gestiti da non vedenti, non udenti, da persone con disabilità psicofisiche. Tutta la cultura del Giubileo deve essere accessibile: siti museali, biblioteche, offerta teatrale». E la fondazione Olimpyus mette a disposizione la propria competenza.