GMB 2024: LA GIORNATA LASCIA IL SEGNO DI UNA GRANDE ADESIONE DI COMUNITÀ

Nel racconto di Donato Mosella gli obiettivi, le complessità, il ricco lascito della GMB 2024, grande iniziativa verso il Giubileo 2025, di cui è stata annunciata la seconda edizione nel 2026. Con un richiamo al «contributo decisivo dei volontari»

di Chiara Castri

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«Ciao Papa Francesco, è vero che la pace è sempre possibile?». A rivolgersi a Papa Francesco è stato Jeronimo, uno tra migliaia di bambini giunti a Roma il 25 e 26 maggio scorso per la GMB 2024, la prima Giornata mondiale dei Bambini e delle Bambine voluta dal Santo Padre. Un grande evento nel quale – spiega Donato Mosella, del coordinamento esecutivo della GMB – «immaginando le Giornate Mondiali della Gioventù volute da Giovanni Paolo II, che ancora oggi segnano il percorso di tante generazioni, il Santo Padre ha voluto portare avanti il dialogo con i bambini sui grandi temi della società che lo toccano da vicino in questo periodo storico: la pace, il rispetto della natura, la salvaguardia del creato». Nel racconto di Donato Mosella la nascita, gli obiettivi, le difficoltà, il ricco lascito di una grande iniziativa alle porte del Giubileo 2025, «un successo di condivisione, di coralità» del quale è stata annunciata da Papa Francesco la seconda edizione a settembre 2026. Nelle sue parole il richiamo – nel grande valore di adesione comunitaria che questa iniziativa ci lascia – al contributo fondamentale dei volontari: «Nonostante le stagioni di crisi, il volontariato in cui credo è il volontariato che esprime la società. Abbiamo la possibilità di fare tesoro di quanto è stato realizzato. Se, francamente, dovessi dare un consiglio riguardo il Giubileo direi occupatevi dei volontari: poter contare, per un anno intero, su un volontariato per cui è previsto un ricambio e al quale si dà spazio, che metta a disposizione una settimana della propria vita con spirito di servizio, offrendo con generosità le proprie competenze, vuol dire avere energie fresche, energie nuove, che accolgono con l’entusiasmo che un Giubileo merita. Di questo sono fermamente convinto».

Vorrei partire dall’inizio, per raccontare la nascita e le motivazioni che accompagnano la GMB 2024 voluta da Papa Francesco.

GMB 2024
«Papa Francesco ha annunciato, per settembre 2026, la seconda edizione della GMB. Credo che abbiamo lasciato una traccia importante, abbiamo la possibilità di fare tesoro di quanto è stato realizzato»

«Direttore organizzativo della prima Giornata mondiale dei bambini e delle bambine è stato Padre Enzo Fortunato. La mia collaborazione ha avuto inizio successivamente. Proprio Padre Fortunato, insieme ad Aldo Cagnoli, aveva organizzato un evento nella Sala Nervi con alcune migliaia di bambini, preludio della Giornata. Il Santo Padre ha voluto portare avanti il dialogo con i bambini sui grandi temi che lo toccano da vicino in questo periodo storico: la pace, il rispetto della natura, la salvaguardia del creato, il richiamo alle sue Encicliche. Immaginando le Giornate Mondiali della Gioventù volute da Giovanni Paolo II, che ancora oggi segnano il percorso di tante generazioni, il Santo Padre ha voluto ripartire dai bambini, dalla pulizia, dall’innocenza. Padre Enzo mi ha richiamato in servizio, essendomi io occupato del grande Giubileo del 2000. Ero Presidente del Comitato Tecnico della Santa Sede, membro del Comitato Centrale e mi sono occupato del volontariato nella fase operativa. Abbiamo creato un meccanismo che, in un anno, ha messo in campo 70mila volontari, che hanno gestito diversi grandi eventi anche direttamente, come il Giubileo degli Sportivi. È stato allora che siamo diventati esperti in emergenze».

La GMB ha registrato numeri imponenti richiedendo un grande sforzo organizzativo. Quali sono stati i passaggi più complessi?

GMB 2024
«Si è trattato di un evento complesso e strategicamente delicato, che coinvolgeva bambini dai 5 ai 12 anni in un numero mai registrato prima. È stato una sorta di miracolo anche grazie a tutte le forze istituzionali e del volontariato»

«Si è trattato di un evento complesso e strategicamente delicato, che coinvolgeva bambini dai 5 ai 12 anni in un numero credo mai registrato prima. Quando Padre Enzo ha ritenuto utile chiamarmi, mi sono lanciato in questa impresa con un po’ di imprudenza. Sono stati mesi impegnativi, che però – credo – abbiamo gestito abbastanza bene. Molte cose si potevano migliorare, il problema era il tempo di mettere su un’organizzazione su due giornate in un periodo in cui la logistica romana era già satura. La scelta dello Stadio Olimpico ha orientato verso un evento di un certo respiro. Piazza San Pietro  – luogo abituato a gestire eventi di una certa portata con una valida organizzazione da parte della Santa Sede – ha un meccanismo consolidato, sia nei controlli che nella gestione. L’Olimpico – una novità per i bambini – a pieno regime ospita 70mila persone. Tale scelta ha fatto scattare un’organizzazione da grande evento, con tempi poco compatibili. È stato una sorta di miracolo anche grazie a tutte le forze istituzionali e del volontariato. È stata una grande esperienza concentrata in poco tempo. Il nostro pensiero – almeno il mio – è sempre stato la salvaguardia dei bambini con il caldo, gli arrivi nelle stazioni, i tratti a piedi fino all’Olimpico, eccetera. Un conto è pensare alle Giornate della Gioventù e ai giovani, un conto ai bambini, che richiedono percorsi più sostenibili e controllati. Sicuramente un tema importante è stata l’accoglienza, che ha richiesto un’ingegneria di sistema. C’è stata una grande collaborazione: dei volontari, della protezione civile, delle forze dell’ordine e – ricordiamo che a Roma c’era anche il Giro d’Italia – degli autisti Cotral e Atac. Una disponibilità non scontata, partita dal basso, che ha dimostrato una grande adesione. Una sinergia istituzionale, a partire dalla Protezione civile e dal Prefetto, che ha preso in mano la conferenza dei servizi. Abbiamo dovuto inventare soluzioni per sopperire alla necessità di trovare un così alto numero di posti di letto su Roma, tra istituti religiosi, ospitalità in famiglia, la rete dei B&B messa a disposizione dall’associazione di Federalberghi ANBBA, coi cui abbiamo stipulato una convenzione. A Abbiamo dovuto allestire un camping – grazie alla Protezione civile nazionale, che ha approfittato per fare un’esercitazione – e creato così un piccolo paese di oltre 3mila posti letto, in cui abbiamo potuto accogliere realtà che venivano da lontano, da zone di guerra, da paesi più in difficoltà, da contesti italiani socialmente più precari. Nel porto di Civitavecchia abbiamo fermato e allestito la nave Grimaldi Bonaria per ospitare qualche migliaio di bambini e accompagnatori. Anche quella un’esperienza pilota replicabile. Grazie alla disponibilità della Presidenza della Repubblica l’organizzazione ha coinvolto anche la tenuta presidenziale di Castel Porziano, che hanno potuto visitare bambini provenienti da realtà molto complesse e dalla rete della Comunità di Sant’Egidio. In questo modo abbiamo voluto dare un segno. Un evento così straordinario ha bisogno di creare segni».

La GMB ha visto un grande coinvolgimento del volontariato, anche di quello di solito non coinvolto sui grandi eventi, che Papa Francesco ha voluto incontrare e ringraziare. Quale il riscontro?

GMB 2024
Il 27 maggio Papa Francesco ha voluto incontrare i volontari della GMB 2024 per un saluto di ringraziamento.

«Con la presidente di CSV Lazio, Cristina De Luca, che ha condiviso con me esperienze di impegno, abbiamo scommesso molto sul volontariato civile che mette insieme le associazioni, i movimenti, i gruppi, le persone che creano un Centro di Servizio come quello del Lazio. Collaborando con CSV Lazio, nonostante il poco tempo a disposizione per fare informazione e formazione, abbiamo avuto un ottimo reclutamento e il riscontro di un volontariato fortemente motivato. Negli incontri preparatori ho visto una qualità umana strepitosa e una grande presenza intergenerazionale. Nonostante le stagioni di crisi, questo è il modello: il volontariato in cui credo è il volontariato che esprime la società. Aver cercato i volontari, averli coinvolti, incontrati, visti in campo in un evento così complesso è stata un’esperienza particolare. Ad aver retto l’impatto sugli spalti, tra i bambini, nella distribuzione dei generi di conforto, nell’accoglienza, nell’animazione, nel sostegno è stato il volontariato che abbiamo immaginato insieme. Mettendo insieme il lavoro fatto da CSV Lazio, Unicef, Auxilium e dai gruppi fidelizzati siamo giunti a circa mille volontari, che insieme alle suore, ai sacerdoti, ai laici, i giovani e gli anziani hanno creato un pot-pourri di umanità carica di generosità e voglia di fare, che ha fatto la differenza. Un esempio che andrebbe coltivato, ancor più per il Giubileo, cammino lungo e articolato, per il quale occorre prevedere un ricambio tra un gran numero di volontari, affinchè non si logorino, ma mettano a disposizione una settimana della propria vita con spirito di servizio, entusiasmo, offrendo con generosità le proprie competenze. Come nel caso della GMB 2024: oltre l’indispensabile apporto delle forze dell’ordine e del volontariato di protezione civile, il contributo dei volontari è stato decisivo, sia all’Olimpico, che a Piazza San Pietro».

Cosa portiamo a casa dalla GMB 2024? Quale traccia lascia per il futuro, anche in vista del Giubileo?
«Papa Francesco ha annunciato, per settembre 2026, la seconda edizione della Giornata mondiale dei bambini e delle bambine, dimostrando di credere fermamente in una prosecuzione di questo percorso di fede e riflessione con spirito creativo e immaginazione. Credo che abbiamo lasciato una traccia importante: a distanza di tempo vedo arrivare tanti messaggi, tante lettere e capisco che il Santo Padre ha colto nel segno. Abbiamo la possibilità di fare tesoro di quanto è stato realizzato per accogliere e gestire un numero davvero elevato di bambini, di un’età che richiedeva un’attenzione massima e l’adozione di così tanti accorgimenti per cui il volontariato ha giocato una partita importante. C’è una seconda edizione, chi se ne occuperà ha un bel vantaggio perché, se si è fatto bene in tre mesi, si farà molto bene in due anni. Se francamente dovessi dare un consiglio riguardo il Giubileo direi occupatevi dei volontari: poter contare, per un anno intero, su un volontariato per cui è previsto un ricambio e al quale si dà spazio vuol dire avere energie fresche, energie nuove, che accolgono con l’entusiasmo che un Giubileo merita. Di questo sono fermamente convinto».

Immagini dalla pagina FB di CSV Lazio

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