I MALAMENTE: NÉ REI NÉ MALATI, MA GIOVANI TRA POLITICHE ASSENTI E LEGGI PUNITIVE

I malamente oggi sono ragazzi fuori dall’ascolto, allontanati da una scuola che li perde ma non va a riprenderseli, che si avviano verso devianza e malattia. In “I malamente. Le nuove marginalità. Ragazzi messi alla prova” la forza di un’alternativa a quella mancanza di sfumature che riempie le case famiglia e le comunità di giovani a cui somministrare terapie psicofarmacologiche»

di Laura Badaracchi

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La dedica recita «Ai nostri ragazzi, grande ricchezza dell’Universo». E sembra paradossale, in un volume intitolato I malamente. Le nuove marginalità. Ragazzi messi alla prova (Armando editore), firmato dalla professoressa Vincenza Palmieri (docente di diritto minorile al Centro ricerche economiche e giuridiche dell’Università di Tor Vergata), dall’avvocata Eleonora Grimaldi (esperta in Diritto penale e penale minorile, Diritto di famiglia, Mediazione penale minorile e Mediazione familiare) e dall’avvocato Francesco Miraglia, esperto in materia penale, diritto di famiglia e minorile, mediatore penale, mediatore criminale e intelligence nell’investigazione. La professoressa Palmieri spiega diffusamente il senso provocatorio del titolo: «Malamente è un avverbio con cui si indica un modo sbagliato o non giusto, non opportuno o sconveniente di agire o di fare qualcosa; un comportamento cattivo o comunque deplorevole; una condizione infelice. Un concetto entrato nell’uso comune e che noi abbiamo voluto riprendere in questo lavoro per andare, con un pizzico di polemica e con molto amore, nella direzione opposta. Anche perché, da sempre, e ora più che mai, il cattivo è associato a una mente malata… motivazione che riempie le case famiglia e le comunità di giovani a cui somministrare terapia psicofarmacologica: o reo, o malato. O bianco o nero, in quell’assenza di sfumature che è invece propria della variabile adolescenziale».

«I Malamente sono ragazzi allontanati da una scuola che rinuncia ad attivare un adeguato recupero didattico mirato»

Invece l’intento degli autori è prettamente educativo: «Vogliamo dimostrare come dietro una definizione, una formula, un’etichetta, utilizzata spesso in maniera frettolosa, ci sia un disagio, una richiesta o semplicemente un’identità. Vogliamo andare contro lo stigma. In questo capovolgimento di significati va anche riconsiderata l’immagine sociale che spesso si attribuisce ai malamente. Non necessariamente essi vanno individuati all’interno di una compagine forte e protetta. Non sempre sono un “branco”. Un insieme che sembrerebbe scegliere una dimensione alternativa per combattere eroicamente un sistema. I malamente oggi sono, invece, ragazzi fuori dai margini dell’ascolto, allontanati da una scuola che li perde ma non va a riprenderseli, costretti o decisi ad avviarsi verso una carriera di devianza prima e di malattia dopo». Il volume si chiede cosa si può e si deve fare per evitare il ricorso incondizionato alle case famiglia, l’accanimento diagnostico e per impedire che ai giovani a rischio vengano somministrate terapie psicofarmacologiche spesso non necessarie. Nelle pagine viene presentato uno spaccato esaustivo della legislazione inerente i giovani inquadrati dalla società come rei o malati. «I Malamente sono ragazzi allontanati da una scuola che rinuncia ad attivare un adeguato recupero didattico mirato», scrivono gli autori.

malamente
Palmieri: «Fino a che non si creeranno politiche sociali che lavorino sull’ascolto del bisogno, avremo solo lacrime di coccodrillo e interventi di facciata»

Palmieri: «Ciò che serve è l’integrazione delle Migliori Pratiche, con le migliori, reali, concrete, coraggiose buone intenzioni»

«Quante volte abbiamo detto (e sentito) della necessità di dotare i giovani di luoghi sani e curati per fare sport e coltivare relazioni altrettanto sane? Ma quando creiamo il vuoto sociale – in cui le politiche per i giovani sono assenti e in cui le leggi sono solo punitive, senza entrare nel cuore dei bisogni – creiamo le basi quotidiane per continuare ad avere cento, mille “vicende Caivano”», scrive Palmieri nella premessa. «La soluzione, invece, per me sarà sempre educativa e di sostegno alle famiglie. Ma fino a che non si creeranno politiche sociali che lavorino sull’ascolto del bisogno, avremo solo lacrime di coccodrillo e interventi di facciata (siano anche i campi sportivi, i centri musicali, le azioni di restauro delle aree di quartiere). Ciò che serve è l’integrazione delle Migliori Pratiche, con le migliori, reali, concrete, coraggiose buone intenzioni», puntualizza la professoressa, fondatrice e presidente dell’Istituto nazionale di Pedagogia familiare, consulente tecnico di parte per la restituzione alle proprie famiglie di migliaia di bambini ingiustamente sottratti attraverso provvedimenti autoritativi.

Capitano Ultimo: «Sostituiamo al farmaco un sogno e un progetto per il futuro»

Nella Prefazione Capitano Ultimo – il carabiniere Sergio De Caprio noto soprattutto per avere arrestato Totò Riina nel 1993, oggi colonnello e vice comandante del Nucleo operativo ecologico a Roma – testimonia: «Insieme ai ragazzi della Casa famiglia Capitano Ultimo, ho camminato ancora una volta sulla strada e con loro, accanto a loro, ho incontrato il dolore, la rabbia, la dolcezza di chi anche nel silenzio vuole cambiare il mondo, vuole costruire un futuro fatto di dignità, di amicizia, di libertà. Libertà dall’egoismo, libertà dall’ambizione, libertà dai farmaci usati come droga, libertà dall’avidità che uccide la semplicità. E sarò sempre accanto a loro, sulla strada a costruire sogni». A nome del Capitano Ultimo è stata creata un’associazione di volontariato che promuove il sostegno alla genitorialità, «aiutando i genitori dei minori ospiti della casa famiglia al reinserimento sociale attraverso la ricerca di un lavoro», con percorsi educativi che non riconoscono la somministrazione degli psicofarmaci all’interno della casa famiglia. «Facciamo ciò sostituendo al farmaco la nostra medicina, costruendo un futuro, un progetto, un sogno insieme al cosiddetto “malato” e dopo averlo disegnato, lo realizziamo nel fare, nelle azioni, nell’esempio».

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i malamenteI Malamente. Le nuove marginalità. Ragazzi messi alla prova
Vincenza Palmieri, Eleonora Grimaldi, Francesco Miraglia
Armando, pp. 218 € 18,00

I MALAMENTE: NÉ REI NÉ MALATI, MA GIOVANI TRA POLITICHE ASSENTI E LEGGI PUNITIVE

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