GIOVANI: IL FUTURO NEL CERCHIO MAGICO
Dal Rapporto Giovani 2014, la condizione giovanile in Italia è segnata soprattutto dalla mancanza di opportunità, dall’incertezza del futuro e dal non avere figure di riferimento.
27 Gennaio 2015
I millennials, cioè i giovani che hanno compiuto 18 anni dopo il 2000, sono disincantati, non hanno fiducia nelle istituzioni – comprese quelle europee – rinunciano presto alla propria progettualità, non fanno scelte definitive, o almeno di lungo respiro.
Un po’ lo si sapeva già, ma il quadro che emerge dal Rapporto giovani 2014, “La condizione giovanile in Italia” www.rapportogiovani.it, non è confortante, pur tratteggiando qua e là anche elementi di positività.
I giovani sentono su di sé tutto il peso della crisi, ma anche il fatto di pagare le scelte di un paese che ha investito poco sulla formazione, nonostante proprio questa sia la base per sviluppare potenzialità e afferrare opportunità. E non c’è dubbio che l’impatto della crisi abbia colpito soprattutto i giovani e le giovani coppie, aumentando la difficoltà di elaborare e realizzare progetti di lungo periodo, nella vita lavorativa, sociale e anche privata, come dimostra il fatto che il 2013 è stato l’anno con il minor numero di nati degli ultimi 25 anni.
I giovani, intervistati per la ricerca, avvertono che se non hanno spazi e opportunità «è anche per la resistenza delle vecchie generazioni a difendere e tutelare le proprie posizioni senza rimettersi in discussione». Una delle conseguenze è che sono convinti che «quello che conta siano solo le relazioni più prossime e che di tutto il testo ci sia poco da salvare». Di fronte all’immobilismo del mercato del lavoro e alla mancanza di meritocrazia c’è chi reagisce con un di più di formazione, con la fuga all’estero o l’investimento nelle nuove tecnologie per produrre innovazione, ma gli altri si lasciano scivolare giù, presi dalla sfiducia in se stessi, oltre che nelle istituzioni e nelle strutture sociali. A fare la differenza è «il grado di sostegno, prima di tutto umano ed emotivo, fornito dal cerchio magico dei rapporti familiari e amicali più stretti». Di conseguenza, chi appartiene a ceti sociali medio-bassi è svantaggiato.
Quella dei millennials è anche una generazione che non ha figure di riferimento istituzionali: né insegnanti o educatori, né sindacalisti o né uomini politici, né allenatori, né sacerdoti. Le figure importanti sono gli amici, il partner, i familiari e, tra questi, soprattutto la madre, mentre la figura del padre risulta sempre più indebolita.
È la famiglia che trasmette i valori, e in seconda battura il volontariato, che sembra giocare soprattutto un ruolo di “rinforzo”.