IL VILLAGGIO DELLO SPORT IN TOUR FA TAPPA A ROMA

Il Villaggio dello sport in tour è una manifestazione organizzata da Sport senza Frontiere e sostenuta da Conad. Oggi, 10 settembre, dalle 10 alle 16 al Foro italico la tappa romana. Tappa: «Un villaggio fatto da tante associazioni sportive, in cui bambini, ragazzi e le loro famiglie potranno praticare, ad accesso libero, tante discipline»

di Ilaria Dioguardi

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Arriva nella Capitale, dopo Torino, la seconda tappa di Il Villaggio dello Sport in tour, iniziativa organizzata da Sport senza Frontiere, voluta e sostenuta da Conad. «Lo scopo di questo villaggio è la promozione dei valori inclusivi dello sport, in cui noi crediamo e che mettiamo in pratica tutti i giorni, seguendo ormai da 14 anni migliaia di bambini, consentendo loro gratuitamente la pratica sportiva: è questa la nostra mission», dice Alessandro Tappa, presidente di Sport senza Frontiere Ets.

Il Villaggio dello Sport in tour

Una giornata per bambini, ragazzi, famiglie

L’invito è a provare tutte le attività, a mettersi in gioco con lo sport. «Il Foro Italico, a Viale delle Olimpiadi, luogo iconico dello sport italiano e anche internazionale, è una bella cornice dell’iniziativa. Organizziamo un villaggio fatto da tante associazioni sportive, in cui bambini, ragazzi e le loro famiglie potranno praticare, ad accesso libero, basket, calcio, volley, judo, rugby, ginnastica artistica, scacchi, atletica leggera, pugilato, scherma e altre discipline», continua Tappa. Lo scopo dell’iniziativa è promuovere i valori dello sport, del benessere, della solidarietà, dell’inclusione. Ospiti d’eccezione della tappa romana i campioni olimpici Alessia Filippi e Massimiliano Rosolino. Il Villaggio dello Sport in tour ha il patrocinio di Sport e Salute, azienda pubblica che si occupa dello sviluppo dello sport in Italia, e dell’Assessorato ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale.

Villaggio dello Sport in tour
Tappa: «Seguiamo 200 tra bambini e ragazzi che, durante tutto l’anno, fanno una regolare attività sportiva»

Ogni anno attività sportiva gratuita per 200 bambini e ragazzi

Sport senza frontiere nasce con la mission di utilizzare lo sport come elemento di inclusione sociale «promuovendo il benessere e l’educazione a favore di bambini e ragazzi in gravi situazioni di disagio socio-economico. Parliamo di povertà, emarginazione sociale, mancata possibilità di aver accesso alla pratica sportiva», spiega Tappa. «Portiamo avanti un progetto concreto che nasce a Roma nel 2009, con due anni di progetto pilota, e dal 2011 con la costituzione dell’associazione diventata poi Ente del terzo settore. Seguiamo 200 tra bambini e ragazzi che, durante tutto l’anno, fanno una regolare attività sportiva». Sport senza Frontiere lavora con un modello di intervento che prevede l’intervento di tre grandi reti. «Prima di tutto, ci sono i segnalatori, che ci indicano i bambini e i ragazzi da seguire: servizi sociali dei diversi municipi, Comunità di Sant’Egidio, Caritas, scuole, parrocchie, centri di aggregazione, case famiglia. Ricevuta la segnalazione, gli psicologi e gli educatori vanno a fare un colloquio domiciliare e, poi, c’è la presa in carico. Ci occupiamo anche della parte sanitaria, ci della visita medica sportiva».

Villaggio dello Sport in tour
Alla tappa romana del Villaggio dello Sport in tour l’invito è a provare tante discipline diverse, in libertà

Una rete di oltre 120 associazioni sportive

L’inserimento nell’attività sportiva «avviene attraverso una meravigliosa rete solidale di oltre 120 associazioni sportive qui a Roma, che hanno sposato il progetto di Sport senza Frontiere. Noi inseriamo i bambini nei centri sportivi, che i nostri bambini e ragazzi frequentano abitualmente. Questo avviene in tanti quartieri di Roma, grazie a una fitta rete riusciamo a coprire tanto territorio – prosegue Tappa. Abbiamo due eroici pulmini che portano coloro che non riescono ad arrivare nei centri sportivi a piedi: cerchiamo di promuovere un’autonomia di spostamenti, che in alcuni casi non è possibile». Lo sport è il motore centrale del nostro intervento, negli anni ci siamo resi conto che, per parlare di processo di inclusione, bisogna occuparsi di altro». Oltre alla parte sanitaria, c’è un sostegno dal punto di vista educativo (aiuto compiti, sostegno scolastico), e psicologico, con il monitoraggio dei ragazzi ogni due mesi, per valutare l’andamento dei progetti con gli educatori che lavorano insieme agli allenatori sportivi delle società. «Inevitabilmente, c’è bisogno anche di occuparsi del nucleo familiare, se non c’è collaborazione il progetto potrebbe fallire. Ci occupiamo anche di counselling psicologico, di sostegno ai nuclei familiari più fragili, tutto questo consente l’aggancio del nostro beneficiario, che viene inserito in un circuito virtuoso e questo dà alte percentuali di successo. Siamo particolarmente presenti a Ostia, molto a Roma est, a Roma nord (soprattutto Prima Porta e Labaro). La forza del progetto è che, agendo a rete, la contaminazione culturale e l’efficacia arrivano ai compagni di squadra (che pagano le quote, negli stessi centri sportivi) e ai loro genitori. I bambini beneficiari sanno che c’è un amico che si chiama Sport senza frontiere, ma che non ha una presenza invasiva: questi bambini appartengono alle squadre in cui sono iscritti regolarmente tramite noi. C’è un grande scambio», conclude Tappa, «l’ambiente sportivo permette anche le dinamiche relazionali».

Seguiranno altre tappe della manifestazione Il Villaggio dello Sport in tour a Pescara e Rimini, sempre a settembre, Piacenza, Trento e Catania a ottobre.

IL VILLAGGIO DELLO SPORT IN TOUR FA TAPPA A ROMA

IL VILLAGGIO DELLO SPORT IN TOUR FA TAPPA A ROMA