IN NATURA STO BENE: AL PARCO DEL CIRCEO PER SUPERARE IL DEFICIT DI ATTENZIONE

Al Parco del Circeo i bambini con ADHD fanno riabilitazione nella natura. Ce lo racconta Giovanni Netto, fondatore del progetto "Nonostante…in natura sto bene”

di Ermanno Giuca

Restituire i bambini alla natura e la natura ai bambini perché un parco non è solo natura protetta, animali e piante, ma è un luogo che offre servizi per la salute e l’equilibrio psico-fisico di piccoli e adulti. È la scommessa vinta da Giovanni Netto e dal suo gruppo di lavoro che al Parco Nazionale del Circeo organizzano da dieci anni percorsi naturali di terapia riabilitativa per bambini affetti da deficit di attenzione e iperattività (sindrome ADHD).

in natura sto bene
«Vogliamo far sperimentare ai bambini cosa voglia dire arrampicarsi su un albero, attraversare un torrente o stare a contatto con gli animali»

«Come servizio educazione del Parco»,mi racconta Gianni, «ci siamo chiesti come potevamo aiutare le ASL locali che accoglievano sempre più minori affetti da patologie derivate da un uso eccessivo di computer e videogiochi. Abbiamo dunque deciso di fare rete organizzando in mezzo al bosco una parte delle sedute di terapia, affiancandoci agli operatori dell’azienda sanitaria locale (il più delle volte costretti a lavorare al chiuso)».

Un’uscita ogni due settimane con gruppi di otto bambini per un’esperienza mirata a sviluppare approcci sensoriali, relazionali e narrativi che sempre più stanno scomparendo nei giovani. «Attualmente gestiamo due gruppi di terapia l’anno per 8 mesi di percorso. Fino a pochi anni fa ci dedicavamo a bambini tra gli 8 e i 12 anni. Oggi, invece, ci ritroviamo a lavorare con bambini di 5-6 anni proprio perché i genitori si accorgono di questi disturbi sempre più precocemente. Vogliamo far sperimentare loro cosa voglia dire arrampicarsi su un albero, attraversare un torrente o stare a contatto con gli animali (attività fino a poco tempo fa scontate per noi adulti)». Un percorso di riabilitazione in cui sono protagonisti anche i genitori, ai quali viene chiesto – nel primo incontro – di provare loro stessi quello che poi sperimenteranno i loro figli durante i mesi di terapia.

Nonostante… in natura sto bene: un nuovo approccio terapeutico

Il progetto Nonostante…in natura sto bene in questi anni ha coinvolto operatori, psicologi, educatori e persino il servizio educativo del Corpo forestale dello Stato che in più occasioni è stato presente alle passeggiate naturali.

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Le richieste dalle scuole e dai genitori per partecipare al progetto arrivano sempre più numerose

Ma sta anche validando scientificamente l’approccio terapeutico: il Parco Nazionale del Circeo ha, infatti, stanziato due borse di studio per ricercatori che in questi ultimi tre anni hanno raccolto dati e risultati da presentare alla comunità scientifica.

Tante le sfide future per Gianni e la sua equipe. «Ci arrivano sempre più richieste da parte di scuole e genitori che vogliono inserire i loro bambini nei nostri percorsi. Purtroppo, però, siamo solo in cinque e non riusciamo ad accettare gruppi numerosi. Il nostro obiettivo è quindi fare un salto di qualità reperendo sia risorse economiche che risorse umane. Abbiamo già in cantiere dei corsi di formazione per operatori di parco che un giorno potranno unirsi a noi nelle attività con i bambini».

«Abbiamo creduto sin dall’inizio al potenziale del progetto Nonostante… in natura sto bene», conclude Gianni, «per due motivi: il primo era quello di dimostrare, anche scientificamente, che prassi terapeutica può essere considerata anche la natura, con il suo potere curativo; il secondo è aver dato prova che anche gli enti pubblici (i parchi, le aziende sanitarie, i corpi forestali) possono lavorare insieme e portare a casa ottimi risultati».

 

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