IN SABINA IL SENTIERO DEI RICORDI DIVENTA UN MUSEO
È stato inaugurato il 25 Ottobre il Museo Diffuso della Resistenza
27 Ottobre 2015
In memoria della Resistenza nelle zone in alta Sabina al confine con l’Umbria nasce un Museo diffuso a Poggio Mirteto, che ripercorre storicamente uno dei primi tentativi di liberazione armata dal dominio fascista per merito di valorosi gruppi di partigiani operanti lungo le pendici dei monti reatini. Direttore del progetto e vero factotum di tutta la ricerca storico-documentale è stato Antonio Tedesco della Fondazione Nenni, ente che si è aggiudicato il bando regionale indetto nel 2013 che metteva a disposizione i fondi per il progetto di questo museo. Ispirato dal successo del corrispettivo Museo Diffuso di Torino diretto da Guido Vagli e dal Museo della Liberazione di Via Tasso in Roma, Tedesco mise tutto se stesso per portare alla luce un pezzo di storia che merita più attenzione, raccontando gli eventi in chiave moderna.
L’inaugurazione del 25 Ottobre ha avuto come testimone e protagonista anche Andrea Leopaldi, responsabile dell’Ufficio Turistico di Poggio Mirteto, che a tal proposito abbiamo raggiunto telefonicamente e intervistato.
Come è nato il progetto di un museo diffuso ?
«Il progetto del museo nasce in occasione della ricorrenza dei 70 anni dall’inizio della Resistenza, per questo volevamo arrivare all’appuntamento pronti a inaugurare quello che per noi è un momento importante della nostra storia territoriale. Il tutto è avvenuto grazie ai finanziamenti regionali e comunali, oltre al supporto della Fondazione Nenni e delle associazioni Arci e Anpi. Proprio la Fondazione ha sposato con convinzione il progetto, dando un contributo molto importante dal punto di vista storico e documentale nella persona di Antonio Tedesco».
Come è articolato il percorso di questo museo diffuso?
«L’inaugurazione del museo ha dato l’occasione proprio di presentare un sentiero nei luoghi della Resistenza ,lungo circa 10 km, che segue le orme dei partigiani attraverso la stazione di Poggio Mirteto, la piazza del paese, passando per il Monte Tancia fino alla frazione Gallo e all’Arcucciola. È un sentiero dei ricordi con una parte didattica curata da numerosi pannelli esplicativi istallati lungo il percorso e curati dai volontari delle associazioni di cui sopra».
Una curiosità, come mai una regione come l’Umbria, che condivide con la Sabina vaste aree riguardanti la prima zona libera d’Italia, non è coinvolta nel progetto?
«Devo dire la verità: è vero che la Regione Umbria non si è interessata al progetto del museo diffuso, ma è anche vero che noi abbiamo deciso di portarlo avanti in sordina per verificare innanzitutto il successo dell’operazione. Ciò non comporta di certo che la Regione Umbria non partecipi in futuro al museo, estendendo le installazioni storiche e il percorso nel suo territorio»
Tornando all’inaugurazione, cosa ci può raccontare della mattinata di ieri?
«C’è stata una buona affluenza di partecipanti che hanno seguito con interesse il percorso guidato, ascoltando le storie e le curiosità di quei giorni così ricchi di gloria e di dolore. Hanno partecipato molti personaggi importanti delle istituzioni, tra cui spicca l’assessore regionale Fabio Refrigeri, il presidente della Fondazione Nenni Giorgio Benvenuto, oltre a Giancarlo Micarelli e Cristina Rinaldi, rispettivamente sindaco e assessore del comune di Poggio Mirteto.
Molto interessante, cosa prevede il programma di questo museo diffuso nel breve periodo?
«In primavera, in occasione proprio del 7 Aprile, giorno del rastrellamento e degli eccidi dei civili, verrà inaugurato un programma di visite con le scuole locali, invitando anche alunni di altre province. Il tutto culminerà con un’istallazione di una mostra permanente il cui sito è ancora da decidere».
Quali sono i futuri progetti che coinvolgono il concetto di museo diffuso?
«Innanzitutto, proprio al convegno che si è svolto nel pomeriggio di ieri abbiamo chiesto la partecipazione del direttore del Museo Diffuso di Torino Guido Vagli, per capire il destino futuro di questo tipo di strutture. La nostra intenzione è di creare una rete di musei che possano comunicare tra loro interagendo in progetti condivisi. Vorremmo coinvolgere i comuni di Roma e Monterotondo organizzando un treno dalla capitale fino a Poggio Mirteto, che possa ripercorrere tutti i luoghi teatro di eventi storici della Resistenza. Insieme al dottor Tedesco ci occuperemo anche di dare lustro al museo attraverso la cura di un sito web e di una campagna promozionale volta anche a destare l’interesse del turismo locale in un territorio tutto da scoprire».
Abbiamo raggiunto al telefono anche Maurizio Zuccari, giornalista e scrittore natio proprio di Poggio Mirteto, il quale nei suoi occhi ha ancora vivido il ricordo emozionante di quei bambini che salivano lungo il sentiero mano nella mano dei loro nonni. Il suo contributo al museo è stato determinante a livello mediatico grazie a un bellissimo articolo che racconta tutta la storia della Resistenza in Sabina, una storia poco raccontata da condividere per un territorio alla ricerca di una rinascita turistica e culturale.
(La foto in alto è di Walter Consumati)