…MA I GIOVANI ROMANI NON SONO BAMBOCCIONI
I risultati di un'indagine sul benessere giovanile: sono autonomi, temono il futuro lavorativo, sono aperti all'immigrazione, ma non troppo...
02 Dicembre 2019
Sono aperti all’integrazione culturale e condannano l’odio in rete, sono preoccupati per il futuro – al punto da temere di non riuscire a trovare un’occupazione coerente col proprio percorso di studi – ma hanno fiducia nella famiglia e nelle amicizie, oltre che nelle associazioni di volontariato e nelle forze dell’ordine. E ancora: amano guardare le serie tv, informarsi online e fare sport. È questo l’identikit dei giovani romani in fascia d’età 18-35 anni, emerso dallo studio commissionato da Roma Capitale attraverso l’indice di benessere giovanile (BEG), uno strumento ideato dall’istituto di ricerca Demoskopika.
Sono stati coinvolti 3 mila under 35 (su una popolazione complessiva di 520 mila persone) di tutti i municipi. Sette le aree toccate: istruzione e formazione, lavoro, salute e sport, autonomia abitativa, benessere soggettivo-economico, benessere sociale-psicologico e fiducia nelle istituzioni. Durante la presentazione dei dati, avvenuta venerdì 29 novembre in Campidoglio, sono intervenuti l’assessore allo assessore allo sport, alle politiche giovanili e ai grandi eventi cittadini del comune, Daniele Frongia, Irene Calia (responsabile delle politiche giovanili), Raffaele Rio (presidente di Demoskopika) e i docenti dell’Università La Sapienza di Roma, Marco Bruno (sociologia della cultura) e Luca Di Donna (diritto privato europeo).
DOVE SI VIVE MEGLIO. I risultati hanno permesso di stilare una classifica qualitativa, che risponde alla seguente domanda: in quali quartieri i giovani vivono meglio?
Al primo posto c’è il centralissimo Municipio I – quello di Esquilino, Prati, Trastevere e Testaccio – mentre all’ultimo c’è l’area che comprende Ostia, Acilia, Palocco, Castel Fusano, Infernetto e Castel Porziano (Municipio X), spesso finita sotto la lente d’ingrandimento per le numerose problematiche di natura sociale. A completare il podio del livello di “benessere” giovanile ci sono il Municipio XII (zona Portuense-Gianicolense) e il Municipio IX (Eur-Ostiense).
AUTONOMIA E LAVORO. Quasi 7 giovani su 10 non vivono più con la loro famiglia d’origine, anche se ovviamente l’autonomia si raggiunge sempre più tardi, come in tutta Italia. «È un dato che smentisce la teoria dei bamboccioni e i tanti luoghi comuni che purtroppo sentiamo quotidianamente sui nostri giovani», ha dichiarato durante la conferenza stampa Daniele Frongia. Il 60% degli intervistati ritiene non esista una forte connessione tra la formazione avuta e la professione attualmente esercitata e, di conseguenza, il 42% del campione si dice disponibile a lasciare il proprio luogo d’origine per recarsi all’estero qualora si presentasse un’opportunità migliore. Esistono, poi, circa 90mila neet (dall’inglese “Not in Education, Employment or Training”), persone che non studiano, non lavorano o non seguono percorsi formativi. In Italia questo numero supera i 2 milioni.
VALORI E FIDUCIA. Famiglia (93.5%), amicizia (73,7%) e lavoro (71,4%) – a tutte le domande si poteva rispondere spuntando anche più di un’opzione – sono le dimensioni valoriali, in cui credono maggiormente i giovani capitolini. Subito dopo ci sono gli interessi culturali e lo studio (47,1%), il tempo libero e lo svago (45,2%) e una spiccata propensione alla solidarietà e all’eguaglianza sociale (43,4%).
La fiducia nelle istituzioni politiche è ai minimi termini e lo stesso vale per sindacati e banche, mentre risultano molto apprezzate la magistratura, le forze dell’ordine e il mondo del no profit.
C’è una generale apertura all’integrazione: il 66,4% degli under 35 romani ritiene che «l’immigrazione dei cittadini stranieri permette il confronto tra culture diverse». Un dato positivo e certamente incoraggiante, ma resta comunque una diffidenza piuttosto diffusa nei confronti degli stranieri: le espressioni con il secondo e il terzo più alto assenso (intorno al 50%) sono «gli immigrati stanno invadendo le città» e «l’aumento degli immigrati favorisce l’incremento della criminalità e del terrorismo».
«Questa immagine negativa», si legge nel rapporto, «molto probabilmente è alimentata da molteplici fattori: il “bombardamento” dei mezzi di informazione sul rischio continuo di attentati terroristici anche in Italia, come già accaduto in altri Paesi europei, il grave fenomeno della mancanza di lavoro, aggravato da altissimi tassi di disoccupazione tra le fasce più giovani e lo scontro politico che ha soffiato sul vento dell’invasione straniera nel nostro Paese».
I giovani romani condannano l’odio in rete: 8 under 35 su 10 ritengono che questo reato comporti «conseguenze reali sulla vita degli offesi», oltre che «una forma molto grave di aggressione»; per il 22% dei ragazzi l’hate speach è, invece, un «modo accettabile per sfogare la rabbia».
SPORT, CULTURA, ABITUDINI. Lo sport ha un valore sociale che va riconosciuto e il 40% dei ragazzi e delle ragazze residenti nella Città Eterna dedica gran parte del proprio tempo libero alla pratica sportiva, presso le società affiliate alle federazioni, ma anche negli enti di promozione sportiva oppure in totale autonomia.
Ginnastica, aerobica, fitness le attività maggiori (44%), davanti al calcio, secondo con il 23,4%. Poi, sopra la soglia del 4%, ci sono footing e jogging (12,6%), nuoto (12,3%), ciclismo (6,7%), danza e ballo (5,4%) e tennis (4,2%). Quasi il 7% degli intervistati si è dichiarato, invece, “non praticante”.
Curiosamente, l’indagine ha evidenziato come il Municipio X – l’ultimo nella classifica del benessere generale – sia tra i più “fertili” dal punto di vista sportivo. Lo sport in queste zone rappresenta (anche) un’opportunità di riscatto. Qui proliferano società, atleti, appassionati e amatori. Un’attività più intensa c’è solamente in altri tre quartieri: a Eur-Ostiense (il IX Municipio è medaglia d’oro “sportiva”), nel Municipio II (i quartieri Flaminio, Parioli, Pinciano, Salario, Nomentano, parte del Tiburtino e Trieste sono medaglia d’argento) e Municipio XIII (Aurelio, Trionfale e Primavalle sono di bronzo). «All’Eur ci sono più strutture, soprattutto per praticare gli sport di squadra», è la chiave di lettura offerta dall’assessore Frongia.
Fa riflettere anche il tema dei consumi culturali dei giovani romani: si è notata una netta prevalenza della fruizione individuale (come la visione di serie tv o la lettura di libri e quotidiani online) rispetto a quella di tipo comunitario (visite di mostre, spettacoli teatrali, concerti e discoteche non riscuotono successo).
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