ITALIANI EMIGRATI: SONO PIÙ DEGLI IMMIGRATI STRANIERI
L'Italia torna ad essere un paese di emigrazione. La contraddizione tra i dati Istat e quelli dei paesi di destinazione dei connazionali che scelgono di vivere all'estero
04 Aprile 2016
L’Italia è un paese di migranti, anche se la nostra burocrazia non se ne accorge. Chi lascia il Belpaese è in numero superiore a chi ci arriva, anche se i dati dell’Istat, l’Istituto statistico italiano, dicono esattamente il contrario sul “saldo migratorio” attuale. Ufficialmente hanno ragione: l’anno scorso sono venute ad abitare in Italia 141mila persone in più di quante se ne sono andate (circa 136 mila hanno fatto i bagagli), ma la realtà è ben diversa. Secondo quanto riportano i dati – anch’essi ufficiali – dei Paesi di destinazione, gli italiani fuoriusciti potrebbero essere due o tre volte tanti. E quindi, fidandoci di queste statistiche, parleremmo di dati capovolti: sono più gli emigrati italiani che gli immigrati stranieri, un saldo in negativo che ci riporta alle epoche delle grandi migrazioni, dall’Unità d’Italia agli anni ’60.
Italiani emigrati: sono soprattutto laureati
Quando si arriva in un altro Stato, prima di stabilizzarsi bisogna dichiararlo alle autorità locali. La comunicazione all’Associazione italiana dei residenti all’estero è un passaggio che avviene successivamente e in ritardo nella migliore delle ipotesi, spesso invece non arriva proprio. Per l’Italia sei ancora un suo residente, ma in realtà vivi e lavori altrove, diventa così impossibile stabilire con esattezza il flusso di migrazioni. In Germania ad esempio, oppure in Gran Bretagna e Svizzera (stati che secondo l’Istat assorbono circa un terzo dei nostri migranti) è necessario registrarsi subito per poter avere un codice fiscale e l’assistenza sanitaria e sociale, altrimenti sei un fantasma: tradotto non sei in regola e rischi l’espulsione al primo controllo.
Sono tantissimi però gli italiani che una volta acquisita la cittadinanza tedesca, inglese o svizzera (giusto per citarne 3) non cancellano la loro residenza d’origine. Secondo l’Istat ad esempio sono poco più di 17mila le persone trasferitesi verso la Germania nel 2014, ma l’omologa agenzia tedesca ne conta oltre quattro volte di più. Il dato che sconvolge è il seguente: se tutti i migranti italiani si comportassero come quelli che vanno in Germania, in Svizzera e nel Regno Unito, l’anno scorso sarebbero partite più o meno 300mila persone dall’Italia. Soprattutto studenti, laureati nel nostro Paese e su cui lo Stato ha speso in media 6.800 euro all’anno, secondo dati 2013-2014 del ministero dell’Economia e dell’Ocse. Esportiamo cervelli e con l’immigrazione che viene dall’Asia, dal Nord Africa e dai Balcani importiamo soprattutto manodopera. Un dato che darà i suoi effetti nel lungo termine, con la demografia del Paese destinata ad un cambiamento lento ma radicale.
Immagine di copertina: DracoRoboter at it.wikipedia
5 risposte a “ITALIANI EMIGRATI: SONO PIÙ DEGLI IMMIGRATI STRANIERI”
Fandonie. L’articolo dice che è “impossibile stabilire con esattezza il flusso di migrazioni”, poi però si permette di contraddire i dati Istat, senza però fornire alcun link o dato certo. Tutto l’articolo è fondato su assunzioni non provate (per esempio, che gli italiani all’estero dopo aver preso la cittadinanza straniera, non cancellano la residenza italiana) o frasi assurde, come la seguente: “Il dato che sconvolge è il seguente: se tutti i migranti italiani si comportassero (fossero comportati, N.d.R.: neanche la consecutio temporum!) come quelli che vanno in Germania, in Svizzera e nel Regno Unito, l’anno scorso sarebbero partite più o meno 300mila persone dall’Italia”. Certo, e se Bergoglio avesse le ruote sarebbe un carretto.
Non è la prima volta che succede: nel 2014, Caritas Migrantes aveva annunciato che nel 2014 gli italiani emigrati avrebbero superato gli immigrati stranieri, ma alla fine dell’anno il saldo migratorio totale è stato positivo di circa 140.000 unità (idem nel 2015).
Le organizzazioni cattoliche fanno un discorso palesemente falsificatorio sulla migrazione, contestano i dati Istat senza avere le competenze né l’onestà intellettuale per farlo. Mentire non è un peccato secondo la morale cattolica, ammesso che ne esista una?
http://www.lastampa.it/2014/05/29/italia/cronache/di-nuovo-emigranti-pi-italiani-in-fuga-che-stranieri-in-arrivo-5iy5XYiDRFl5oW0npAG68J/pagina.html
L’Istat adotta un criterio, molto chiaro, basato su chi cancella la residenza. Altre fonti segnalano che c’è chi va vivere e lavorare all’estero senza cancellare la residenza in Italia. Qual è il problema? Nessuno dei due mente, semplicemente, bisogna incrociare i dati per avere una fotografia più articolata della realtà. In questo, come in tutti gli altri casi. Quanto alle organizzazioni cattoliche che lei tira in ballo, immagino si riferisca al rapporto Idos. Cattolica o no, noi lo consideriamo una fonte credibile e affidabile. Anche se dice cose che non le piacciono.
Quindi state dicendo che non è vero che abbiamo bisogno degli immigrati per contrastare l’invecchiamento della popolazione?
Radical chic… valli a capire…
No. Stiamo dicendo che abbiamo bisogno di immigrati, ma che avremmo anche bisogno di valorizzare i nostri giovani “cervelli”. Le due cose non sono in contraddizione.
“Abbiamo bisogno di migranti” per far che?
La scusa più sentita è quella del calo demografico.
Altra molto gettonata “perchè gli Italiani certi lavori non li vogliono più fare”.
Scuse, appunto.
Date agli Italiani che fanno figli le stesse cifre che spendete a far venire e mantenere i migranti, e vedrete se non faranno figli.
Ah no: “ci pagheranno la pensione”! Dice Boeri.
E come, se non lavorano?
Perchè se c’è ci fosse un lavoro pagato dignitosamente, ci sarebbe la fila di pretendenti (Italiani e stranieri già residenti qui).
Il problema è politico: vi servono disperati disposti a lavorare per paghe da fame.
Anzi, peggio ancora: i nostri ragazzi fanno stage pagati 500 € al mese, e devono pagarsi tutto.
Poi vengono le cooperative ed offrono migranti “gratis”.
In teoria, pagati 470 € al mese, però grazie alla “Garanzia Giovani”, questi soldi li paga lo Stato e non il datore di lavoro.
Aggiungi che questi sono spesati di tutto (vitto, alloggio, spillatico) e dimmi se non è assurdo!
Se al Governo interessasse la crescita demografica, ti (MI!) darebbe un minimo di aiuto.
Invece non ti da un cazzo, anzi, ti mette in condizione di pentirti di aver fatto flgli.
L’ho già scritto, e lo ripeto: sei figli conviventi, di cui tre minori
(fino a pochi mesi fa i minori erano quattro): MAI avuto 1 centesimo
fino a quest’anno.
Sono Italiano, pago le tasse, ma non ho diritto a nulla.
E per quale motivo lo Stato deve dare ad altri ciò che non può dare a me?
Ognuno a casa sua.
SE un giorno avremo la possibiltà, cioè avremo lavoro pagato il giusto, e tutto il resto, allora potremo anche fare i generosi.
Ma se non hai da sfamare i tuoi figli, cosa fai, paghi da mangiare agli sconosciuti?