JAILHOUSE ROCK. DA REBIBBIA LA RADIO SENZA SBARRE
Una volta a settimana Jailhouse Rock è la trasmissione a cura di Antigone su Radio Popolare. Un'opportunità per i detenuti, come una scuola di giornalismo
11 Agosto 2022
Da dodici anni una trasmissione radiofonica viene registrata in carcere. Il programma Jailhouse Rock, a cura dell’associazione Antigone, va in onda una volta alla settimana su Radio Popolare, la madre di questo progetto, a cui si sono unite altre radio, a Roma ad esempio viene trasmessa anche su Radio Sonica.
Redazioni a Roma e Milano
«La trasmissione musicale si chiama Jailhouse Rock, come la canzone di Elvis Presley. Ogni puntata è dedicata ad un artista o un gruppo di cui raccontiamo le vicende personali (spesso avventurose), facciamo sentire un po’ di musica e poi parliamo dei problemi attuali delle carceri», dice Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone, autrice e conduttrice di Jailhouse Rock insieme a Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione. «Il secondo anno di programmazione inserimmo all’interno del programma un giornale radio, curato e realizzato interamente da detenuti. Mettemmo in piedi due redazioni, una a Roma, nel nuovo complesso di Rebibbia e l’altra a Milano, a Bollate. Per un periodo si era unita anche una redazione nel carcere di Torino, con la pandemia non ha più ottenuto le autorizzazioni per riunirsi e il progetto è terminato. Questo giornale radio, Grc, Giornale radio dal carcere, ogni settimana manda in onda servizi prodotti dalle due redazioni che ci raccontano della vita in carcere, di quello che accade in quel momento; la redazione a volte si impegna anche in commenti di fatti politici, in piccoli editoriali».
Lezioni di giornalismo
La redazione di Rebibbia è sempre coordinata da un volontario esterno di Antigone, che entra per fare le riunioni di redazione, effettua la registrazione e porta fuori dal carcere il file, dopo che la Direzione lo ha ascoltato. Da più di 5 anni, questo volontario di Antigone a Rebibbia è molto speciale, si chiama Giorgio Poidomani, manager del petrolchimico italiano, poi manager dell’editoria, fondatore del Fatto Quotidiano. «Sta per compiere 86 anni, due volte a settimana va a Rebibbia e gestisce la riunione di redazione, che prima della pandemia era formata da circa 25 detenuti. Il Covid-19 ha fatto fare molta fatica a questo progetto, purtroppo ha comportato una serie di chiusure giuste e necessarie, che però poi sono rimaste in piedi più del dovuto, è stato faticoso far riaprire tutto: la redazione ora lavora con numeri ristretti, circa dieci detenuti. C’è stato assicurato che da settembre si tornerà ai numeri di prima, con la concessione di tutte le domande pendenti, c’è molta richiesta», spiega Marietti. In questi anni Giorgio Poidomani ha permesso di fare lezioni di giornalismo, in presenza prima della pandemia, a nomi importanti del giornalismo italiano, quali Bianca Berlinguer, Antonio Padellaro, Furio Colombo, Vauro. «Noi intendiamo la riunione di redazione come una scuola di giornalismo, i detenuti imparano a fare i redattori. Si riuniscono il lunedì, scelgono i temi da proporre, ognuno nella propria cella scrive il pezzo che vuole presentare, il mercoledì se ne discute e si fa la registrazione. Il 30 giugno si è chiuso il palinsesto invernale, il 1 ottobre si ricomincia». Per rimanere informati sulle frequenze su cui poter ascoltare la trasmissione, basta seguire il sito.