La miseria è opera degli uomini. Solo gli uomini possono distruggerla
Un libro ripropone il pensiero di Padre Joseph Wresinski, fondatore del Movimento Atd Quarto Mondo
13 Febbraio 2015
È difficile aiutare i poveri, soprattutto quelli davvero molto poveri: tante persone che ci provano vedono i loro sforzi fallire. Eppure, «la miseria è opera degli uomini. Solo gli uomini possono distruggerla».
Ne era assolutamente convinto Padre Joseph Wresinski che, nato in Francia nel 1917 da una famiglia poverissima di immigrati e diventato sacerdote nonostante la miseria, dedicò tutta la sua vita alla lotta contro la povertà, vivendo nelle bidonville francesi degli anni cinquanta e sessanta, fondando il Movimento Atd Quarto Mondo, diventato ben presto internazionale. Recentemente è uscito il libro “Rifiutare la miseria. Un pensiero politico nato dall’azione”. Raccoglie alcuni suoi interventi fra il 1965 e gli anni ottanta, che ne ricostruiscono il pensiero e lo collocano tra i classici del novecento per quanto riguarda il tema, appunto, della povertà.
Padre Wresinski ha insegnato che aiutare i poveri – i più poveri, quelli che allora definì “quarto mondo” – è difficile perché la povertà non è mai solo mancanza di mezzi materiali: è soprattutto mancanza di flussi, di quello che oggi chiameremmo capitale sociale (istruzione, formazione, fiducia nei propri mezzi e relazioni). «I poveri sono quello che sono e rimangono tali perché un certo grado di privazione dei beni materiali si accompagna non soltanto a comportamenti particolari, ma anche a una comunicazione difettosa con il mondo circostante. Quest’ultimo gli rifiuta le condizioni necessarie per capire e per farsi capire e, a partire da un certo grado di povertà, l’uomo è uno straniero nello stato di benessere. Non incontrando più gli altri, non è in condizione di mettere a frutto quel poco di beni che gli si offrono».
Insomma, il povero è tale perché è escluso, e l’esclusione gli impedisce di uscire dalla condizione di povertà.
Il quarto mondo è capace di liberarsi
Come si rompe il cerchio? Per prima cosa è necessario conoscere adeguatamente non solo il fenomeno, ma i poveri, le loro storie, le loro vite. La prima parte del libro è dedicata a questo: Padre Wresinski insegna che la conoscenza ha tre dimensioni: quella della ricerca, quella dei poveri stessi, quella di chi agisce per combattere le povertà. E quindi invita le Università a fare ricerca in modo nuovo, tenendo conto delle altre dimensioni della conoscenza, e auspica la collaborazione tra «ricercatori, popolazioni depauperate ed équipe di azione».
Solo a partire da una conoscenza così profonda e articolata, infatti, è possibile individuare percorsi di uscita dalla povertà. percorsi che passano necessariamente dal ridare la parola ai poveri, per rompere il cerchio dell’assistenzialismo. Infatti «proprio questa è la grande tragedia delle famiglie del quarto mondo: la condizione di dipendenza, di indigenza e di ignoranza pone, in tutti i nostri paesi, la popolazione del quarto mondo in situazione di dipendenza dal welfare, dal soccorso di urgenza, dalla carità pubblica e privata». Le politiche assistenzialistiche hanno effetti mortificanti e talvolta diventano vera violenza.
Ridando ai più poveri dignità e responsabilità, li si metterà in condizione di indicare soluzioni efficaci ai problemi e la lotta alla povertà verrà ricollocata nell’ambito della cultura dei diritti umani: la casa, l’istruzione, il lavoro, la salute, il cibo sano sono diritti. Riconoscerlo, significa trasformare i più poveri da oggetti a soggetti di decisione politiche. Oggi diremmo che bisogna riconoscere loro piena cittadinanza e il diritto alla partecipazione.
Perché, secondo Wresinski «il quarto mondo è capace di liberarsi». La questione è «sapere se noi siamo capaci di restituirgli i Diritti dell’Uomo».
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Joseph Wresinski
Rifiutare la miseria. Un pensiero politico nato dall’azione
ed. Jaka Book ed Edizioni Quarto Mondo 2014
pp. 240, € 18,00
Una risposta a “La miseria è opera degli uomini. Solo gli uomini possono distruggerla”
Mi farebbe piacere collaborare in quel che posso per aiutare i poveri ;in passato mi è successo di contribuire per persone disagiate e ho toccato con mano quanto è bello aiutare il prossimo nelle piccole cose