LA RETE SOLIDALE DELL’XI MUNICIPIO, AL SERVIZIO DEL TERRITORIO
Coordinata dalla consulta del volontariato, mette in rete associazioni e parrocchie, moltiplicando così energie e risorse oer affrontare l'emergenza
20 Aprile 2020
Tanta fatica e tanto sforzo, soprattutto per persone che lavorano, hanno i propri impegni familiari e fanno tutto il resto gratuitamente. Ma i risultati si vedono, quando si lavora insieme. Succede a Roma, nell’XI Municipio e ce lo racconta Sabrina Scatà, presidente della Consulta del Volontariato. Perché nell’XI “Il volontariato non si ferma”, grazie alla Rete Solidale che in occasione dell’emergenza per il COVID19 si è attivata con una serie di servizi gratuiti per chi è in difficoltà.
«Le associazioni che aderiscono alla Consulta, ma anche altre che non ne fanno parte», racconta Sabrina Scatà, «hanno evidenziato l’esigenza di lavorare in rete, insieme. Prima di tutto per capire le criticità, perché il Municipio XI è un territorio vasto, in molte zone caratterizzato da forti criticità, dal punto di vista economico: basti pensare a Magliana, Corviale, Trullo, Monti delle Capre… Sono territori dove c’è tanto disagio e tanta indigenza. L’obiettivo quindi era costruire una rete di solidarietà capace di arrivare anche nelle zone più lontane, rispondendo alle esigenze dei cittadini».
L’importanza della rete
Nella Rete Solidale dell’XI Municipio, la Consulta fa il proprio lavoro, ossia cerca di coordinare le associazioni e di dare supporto. «Collaboriamo anche con le parrocchie (attraverso le Caritas) e altre associazioni ci hanno contattati e continuano a farlo. Ad esempio la Casa famiglia Maree ci ha cercato perché i consultori segnalano donne che vivono in situazione di grave disagio e non sanno a chi rivolgersi per il pacco alimentare. D’altra parte in questo momento chiunque è ben accolto: più associazioni collaborano meglio è».
C’è da dire che, se la rete funziona nell’emergenza, è anche perché c’è stato un lavoro precedente, insomma, non si parte da zero. Sabrina Scatà è presidente della Consulta dal 2017 e, con il direttivo, ha sempre puntato sul lavoro in rete. «In questo momento storico abbiamo cercato di raccogliere le forze, valorizzando il contributo che ciascuno può fare. L’associazione di protezione civile Arvalia o Sos Roma Soccorso sono realtà grandi, che riescono a coprire maggiormente il territorio, ma anche realtà piccole, come Magliana 80 o Vivere la Gioia, fanno la loro parte e sono indispensabili perché quello che fannoloro altri non lo fanno. Insieme, cerchiamo di rispondere a tutti i bisogni, anche dando conforto da un punto divista psicologico. L’Asac per esempio si occupa degli anziani, e quindi fa un supporto telefonico, chiamandoli a uno a uno, e se scopre che c’è un bisogno primario lo segnala alla consulta, che a sua volta gira la rischiesta alle altre realtà che possono rispondere».
La consulta non fa solo coordinamento, però. «Per esempio, quando è stato il momento di fare le richieste per il bonus spesa, abbiamo aiutato distribuendo la modulistica, aiutando a compilarla (ci sono persone che non sanno né scrivere né leggere), facendo le fotocopie dei documenti per chi non aveva neanche i soldi per quelle eccetera. Poi mandavamo il tutto all’associazione Vivere la Gioia, perché noi non abbiamo lo scanner. Vivere la Gioia inoltrava le domande al Municipio».
Inoltre la consulta è impegnata in accolte alimentari: una è stata fatta al Super Conti alla Magliana, mercoledì ci sarà all’Eurospin di Marconi. Quello che raccogliamo viene devoluto alle realtà più piccole, in pratica alle parrocchie, che ne hanno fatto richiesta attraverso i referenti della Caritas: «noi mandiamo il tabulato di quello che abbiamo raccolto», spiega Scatà, «loro ci dicono quello che serve e noi lo mandiamo».
Le regole e la prevenzione
Tutto questo lavoro viene fatto rispettando rigorosamente i decreti e i consigli per la prevenzione: «La Consulta è un’istituzione del Municipio – un’interfaccia tra Municipio, associazioni e cittadini, anche se in questo momento il Municipio non è molto presente, perché molto carico di lavoro, almeno per quanto riguarda la parte sociale – e teniamo molto al rispetto delle regole e alla prevenzione. Oltre alla modulistica prevista a livello nazionale, abbiamo una nostra modulistica nostra, ad esempio per le entrate e le uscite degli alimenti, per avere trasparenza, soprattutto. Anche i volontari che vanno nel supermercato hanno un certificato nostro, con carta intestata e la mia firma. E ovviamente manteniamo la distanza di un metro e mezzo e la facciamo mantenere ai cittadini che vengono (la consulta è aperta tutti i giorni: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10:00 alle 12:00, gli altri giorni nel pomeriggio). Abbiamo messo un lungo tavolo davanti all’ingresso, in modo che non possano venire all’interno, e li accogliamo esternamente, per tutelare anche noi. Quello che ci manca sono le mascherine. Costano tantissimo e le persone non hanno i soldi per comperarsi il pane, figuriamoci una mascherina. La Farmacia di Piazza De Andrè ce ne ha regalate due scatole e le abbiamo devolute subito e ora avremmo bisogno di averne molte altre».
I bisogni
Le persone hanno bisogno molto differenziati, anche in base alla fascia di età. «Vengono per esempio tante coppie giovani che hanno perso il lavoro, e magari la cassa integrazione non è ancora partita. Quindi, non avendo reddito e non avendo risparmi, sono molto preoccupati per i bambini piccoli. Qui serve un sostegno materiale, ma anche di empatia, di sostegno morale. Poi c’è la fascia di età più anziana, che ha molta paura. Ascolta il telegiornale e sente l’ansia crescere. Sant’Egidio invece aiuta chi è solo a casa, portando anche pasti caldi… Una volta alla settimana, poi, la protezione civile ci porta i pacchi per le persone di cui noi, durante la settimana, raccogliamo i nominativi. Anche in questo funziona il lavoro di rete: c’è chi lavora soprattutto sulla parte empatica/umana e chi lavora di più su quella materiale».
Nell’immagine qui sotto tutti i servizi e le info utili della Rete Solidale dell’XI Municipio.