CONTE: FINIAMO LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE E AUMENTIAMO IL 5XMILLE
In occasione della Giornata del Volontariato, ha espresso l'impegno del governo. Anche se trovare più fondi per i progetti non sarà facile
di Redazione
05 Dicembre 2019
Aumentare di 10 milioni di euro il fondo per il 5 per mille e arrivare entro giugno al Registro unico per il Terzo settore, in modo da consentire il debutto dei nuovi regimi fiscali secondo la riforma del Terzo settore nel 2021. Sono questi i due impegni assunti dal presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, di fronte alla platea di volontari riunita oggi presso l’Aula Magna della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre in occasione dell’evento organizzato dal Forum nazionale del Terzo settore, Caritas italiana e Csvnet in occasione della Giornata internazionale del Volontariato.
Il secondo impegno, invece, riguarda l’entrata in vigore del Registro unico del Terzo settore, pronto «entro giugno», ha sottolineato Conte, in modo tale da avere «il debutto nel 2021 dei nuovi regimi fiscali previsti dalla riforma».
LA RIFORMA. Su questo tema, ha spiegato Conte, a Via Veneto sono al lavoro «affinché siano rispettati i tempi soprattutto in modo da inviare alla Commissione europea la bozza di riforma e poi ottenerne in tempo il via libera», ha aggiunto . «Sono fiducioso che noi faremo la nostra parte e la Commissione europea farà la propria, per una questione così rilevante per tutti noi. L’attivazione del Registro unico nazionale del terzo settore segnerà un momento cruciale di verifica». Nel frattempo, ha aggiunto il presidente del Consiglio, «intendiamo garantire, nella transizione dai vecchi registri al nuovo, chiarezza sul mantenimento delle vigenti agevolazioni fiscali fino al debutto del nuovo. Le preoccupazioni del portavoce del Terzo settore non ci sono indifferenti: il governo è tutto fuorché insensibile alle questioni anche di natura tecnica sollevate».
I FONDI PER I PROGETTI. «Porteremo al traguardo questo progetto», ha affermato Conte parlando della riforma. «Lo faremo in tempi congrui, nella consapevolezza dell’urgenza e delle legittime richieste avanzate e consci della necessità di procedere con la massima attenzione in una materia così importante per le sorti del nostro vivere politico, sociale e civile».
Sul fronte risorse, tuttavia, Conte non fa promesse. «Siamo consapevoli che dal Terzo settore ci arriva la richiesta di adeguare le risorse del fondo per i progetti degli enti per attività di interesse generale», ha aggiunto. «Ci muoviamo in un quadro di finanza pubblica particolarmente delicato, che ha reso necessario un contenimento dei capitoli di spesa e valuteremo i margini di un possibile intervento in Parlamento, per ripristinare una più cospicua capienza del fondo».
LE ABITUDINI E LE RAPPRESENTAZIONI. Finale con gaffe per il presidente del Consiglio, che parlando degli scopi della riforma del Terzo settore si è lasciato scappare un «tutelare il volontariato dalle sue cattive abitudini», frase accolta immediatamente da un brusio in platea. «Scusate», si è corretto il premier, cattive e inadeguate rappresentazioni». Applausi per il presidente del Consiglio, invece, quando ha ricordato che «il volontariato non rappresenta una riserva di buonismo, come a volte viene rappresentato. Non è uno spazio di sognatori o di persone inappagate e insoddisfatte della vita. È un’ampia galassia di un popolo fatto di donne e uomini concreti che vivono seriamente e responsabilmente i valori della Costituzione».