LA SOLIDARIETÀ SI FA IN QUATTRO CON “UNA FAMIGLIA PER LA FAMIGLIA”

Padri, madri, figli: tutti ricevono e danno sostegno con il programma di affiancamento familiare che finalmente è partito anche a Roma.

di Ilaria Dioguardi

«La nostra sfida è portare in una metropoli come Roma un programma innovativo sull’affido, che ormai è parte delle politiche sociali», dice Maria Franca Posa, responsabile Area Minori della Caritas di Roma e psicoterapeuta della famiglia. «La sperimentazione durerà un paio di anni e vedrà coinvolti otto affidi di circa un anno ciascuno. Il programma “Una famiglia per una famiglia” è partito a Roma circa un anno e mezzo fa, ma la realizzazione è avvenuta solo alla fine di luglio di quest’anno per problemi burocratici». Il progetto è possibile grazie a un protocollo d’intesa siglato in Campidoglio da Caritas italiana, Caritas di Roma, Assessorato alle politiche sociali di Roma Capitale e Fondazione Paideia.

Un approccio innovativo

Obiettivo del progetto è sostenere famiglie che vivono un periodo di difficoltà nella gestione della propria vita quotidiana e nelle relazioni educative con i figli. A partire dal 2005, anno di inizio della sperimentazione nel comune di Torino, l’iniziativa è stata attivata in diverse aree territoriali del nord Italia, con il coinvolgimento di amministrazioni pubbliche, Terzo settore e Fondazioni private e di origine bancaria. Ad oggi gli affiancamenti attivati nelle diverse esperienze territoriali sono stati circa 300 e hanno coinvolto più di 500 bambini.
“Una famiglia per una famiglia” sperimenta un approccio innovativo, che sposta la centralità dell’intervento dal bambino all’intero nucleo familiare. Una famiglia solidale sostiene e ne aiuta un’altra in difficoltà, coinvolgendo i componenti dei due nuclei: tutti i membri di una famiglia offrono le proprie specifiche competenze.

Cultura della solidarietà

«L’affido familiare riguarda situazioni a rischio, ma nelle quali il disagio non deve essere conclamato. Il nucleo familiare che affianca riceve il tutoraggio da persone esperte. Ogni famiglia affiancante viene accompagnata nel percorso da un tutor: una persona presente per tutta la durata del progetto, che è in contatto costante con l’assistente sociale che segue la famiglia in difficoltà. Tutti traggono beneficio da quest’apertura. Il progetto fa parte di una cultura della solidarietà che è propria della cultura sia italiana sia romana. Noi della Caritas facciamo parte della cultura in cui l’incontro crea benessere: dal familiare al sociale», afferma Maria Franca Posa.

La formazione

Nel progetto una prima fase è dedicata all’informazione e alla formazione e riguarda tante famiglie interessate all’affido. «Non tutte decideranno di diventare famiglia affiancante, magari qualcuna deciderà di fare questo passo dopo qualche anno. Terminata questa fase iniziale, si passa alla formazione specifica. Nel giro di circa sei mesi si inizia l‘affiancamento alla famiglia. La sperimentazione parte in un piccolo territorio delimitato. Abbiamo intenzione di avviare otto affidi: quattro nel XIII municipio e quattro nel XIV municipio», racconta la responsabile Area Minori della Caritas di Roma.

Parità e reciprocità

Il progetto sviluppa un intervento di carattere preventivo, offrendo un sostegno temporaneo a famiglie fragili e in difficoltà con minori: l’affiancamento tra famiglie permette di instaurare un rapporto di parità e di reciprocità. Lo scopo è anche quello di aumentare l’interazione tra famiglie, enti e servizi, sia facilitando nelle famiglie una relazione di maggiore fiducia nei confronti delle realtà istituzionali, sia favorendo la collaborazione tra pubblico e privato. Questa tipologia di affiancamento risulta efficace rispetto a problematiche familiari come la malattia di uno dei componenti della famiglia, la fragilità della rete familiare, la difficoltà ad orientarsi e ad utilizzare i servizi e le opportunità del territorio, l’affaticamento delle figure genitoriali, le carenze educative rispetto ai minori, la difficoltà di conciliazione dei carichi familiari. «Le modalità in cui avviene l’affido familiare dipendono da caso a caso, dalle esigenze e dalle difficoltà specifiche di ogni nucleo, ma in alcune condizioni il bambino rimane nel suo contesto di vita e la famiglia è sostenuta da un’altra famiglia. Ad esempio, se un genitore è malato uno dei membri della famiglia affiancante andrà a prendere un figlio (o i figli) a scuola. Inoltre, la Caritas ha messo a disposizione un Fondo famiglia per aiutare le famiglie in difficoltà anche da un punto di vista economico per le spese più urgenti», conclude Posa. La Caritas finanzia il progetto su Roma e Pescara con 33mila euro di fondi otto per mille, mentre la Fondazione Paideia fornirà il supporto tecnico e il Comune di Roma le risorse umane, tramite i servizi sociali.

 

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