L’ITALIA FRAGILE HA RISORSE INASPETTATE. UN EBOOK DA SCARICARE
"Le disuguaglianze, l'emergenza e le prospettive" contiene i materiali di un colloquio con Linda Laura Sabbatini (Istat) sul futuro che ci aspetta
di Redazione
20 Luglio 2020
Sarebbe stato diverso l’impatto dell’emergenza creata dal Covid19, se il nostro Paese fosse stato colto in una situazione più fiorente, dal punto vista economico, ma anche dal punto di vista sociale? La storia non si fa con i se e con i ma, eppure la domanda non è priva di senso. Perché, certo, sotto l’aspetto sanitario l’impatto non avrebbe potuto essere diverso, ma forse avremmo avuto più strumenti per affrontare la crisi economica e sociale conseguente.
È disponibile a si può scaricare gratuitamente (a questo link), l’instant book “Le disuguaglianze, l’emergenza e le prospettive”, che contiene i materiali dell’incontro con Linda Laura Sabbatini che si è svolto on line il 18 giugno scorso. Si trattava del primo di una serie di incontri organizzati dal Centro Studi, Ricerca e Documentazione sul Volontariato e il Terzo settore del CSV Lazio, con il titolo “Futuro Prossimo” (ne abbiamo parlato qui).
Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell’Istat, da anni segue con grande attenzione anche le vicende del Terzo Settore e del volontariato e, tra l’altro, ha contribuito in maniera significativa a sviluppare la misurazione delle disuguaglianze in tutte le loro forme e ha diretto il processo di costruzione degli indicatori del benessere equo e sostenibile. Nell’ebook è riportato il suo intervento, iniziato con un’analisi della situazione dell’Italia all’inizio dell’anno: debole dal punto di vista economico (anche se siamo usciti dalla crisi del 2008-2009 nel 2014, non abbiamo raggiunto una crescita del PIL soddisfacente né abbiamo recuperato i livelli occupazionali e la povertà) e soprattutto segnata da profonde diseguaglianze.
Eppure, sostiene Sabbadini, il nostro non è un Paese privo di risorse, soprattutto per quanto riguarda il capitale sociale. Il modo in cui i cittadini hanno reagito è stato, tutto sommato, responsabile. «Hanno capito la situazione e, in qualche modo, si è creato una sorta di tessuto di protezione sociale da parte delle persone», si legge in “Le disuguaglianze, l’emergenza e le prospettive”. Molti hanno davvero creduto nella necessità di essere uniti contro il virus ed è emerso un senso civico che prima non era visibile.
È questo il tesoretto da cui ripartire e su cui anche il volontariato può investire per giocare appieno il proprio ruolo nella crisi economica e sociale che probabilmente a settembre sarà ancora più grave.
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