L’EVASIONE SCOLASTICA SI COMBATTE SUL TERRITORIO
Roma. A San Basilio è attivo Frequenza 200, il progetto che coinvolge i ragazzi, ma anche le mamme e le reti territoriali
10 Settembre 2015
I ragazzi tra i dieci e i sedici anni che in Italia abbandonano gli studi prima del loro compimento sono il 17%: quasi 2 ragazzi su 10. Parliamo di oltre 600.000 soggetti a rischio di evasione scolatica. Le regioni più in pericolo sono la Sicilia e la Sardegna, con una percentuale di abbandono vicina al 25%, mentre il Molise è l’esempio virtuoso con il 9,9%. Nel Lazio la percentuale è del 13%, ma Roma è tra le 8 città più a rischio di evasione scolastica in Italia (insieme a Milano, Torino, Napoli, Palermo, Cagliari, Reggio Calabria e Bari). Per combattere l’abbandono scolastico in Italia la onlus WeWorld ha creato Frequenza 200, un progetto contro l’abbandono scolastico presente in sei regioni d’Italia, che a Roma è stato realizzato da Cemea del Mezzogiorno.
Il Centro di Frequenza 200 è attivo a San Basilio dal 19 giugno 2014. Dal lunedì al venerdì, per dieci mesi effettivi, dalle 15.00 alle 18.00, al centro di Via Pergola si sono alternati ragazzi delle scuole elementari, medie e delle superiori. «WeWorld è una ong che lavora nel campo della cooperazione internazionale, soprattutto sull’asse infanzia e donne», spiega Cristina Brugnano, coordinatrice del progetto Frequenza 200 a Roma. «Da qualche anno ha deciso di aumentare le sue attività in Italia, perché le statistiche dimostrano che non è un paese che sta così bene. Abituati a lavorare in Africa e in Sud America si sono visti costretti dai dati a intervenire in Italia sugli stessi temi, infanzia e donne. Le due cose vanno di pari passo: nella dispersione scolastica si è vista quanto sia importante la figura femminile. Hanno deciso di intervenire in diverse città: prima su Napoli, Palermo e Milano, poi a Roma e Torino. Ora si è intervenuti in Puglia, non concentrandosi sulle grandi città, ma in comuni più piccoli, e in Sardegna. Le percentuali di abbandono scolastico in Italia sono incredibili: io, che lavoro da anni con gli adolescenti, non pensavo che si arrivasse a punte del 25%, con una media del 19%, ora scesa al 17 %, con un lieve miglioramento».
Con i bambini, con le scuole e con le madri
A Roma le attività di Frequenza 200 sono concentrate a San Basilio. «È uno dei quartieri romani messi peggio da questo punto di vista», spiega Cristina Brugnano. «Il progetto è molto articolato, va avanti su 4 assi di intervento. La dispersione scolastica è un fenomeno così complesso che non puoi pensare di aprire un centro per i bambini e basta. Il target di riferimento sono i bambini e gli adolescenti dagli 8 ai 15 anni: quindi gli studenti degli ultimi tre anni delle elementari, su cui si fa un lavoro preventivo, quelli delle medie e quelli dei primi due anni delle superiori, che è il periodo più critico. L’intervento non è concentrato solo sui bambini e sui ragazzi, ma prevede di lavorare sul territorio, con le scuole e con le madri. Il centro prevede una serie di attività anche per loro, corsi e laboratori».
Tutto questo deve fare i conti con il territorio in cui si interviene. «Il coinvolgimento a San Basilio è ancora molto difficile da attuare», confida la coordinatrice del progetto. «È un quartiere che non è abituato a vivere una socialità di un certo tipo. Quando abbiamo aperto le persone non capivano che tipo di centro fosse il nostro. Grazie alla rete territoriale e alla Social Street di San Basilio siamo riusciti a coinvolgere il territorio. Abbiamo costruito una bella rete con le scuole e gli insegnanti. Che a loro volta si sono messe in gioco». In questo momento anche a Frequenza 200 c’è apprensione per tutta una serie di progetti del piano regolatore sociale del Quarto Municipio, che sono stati rimessi a bando, senza essere prorogati, e quindi al momento sono fermi. «Proprio per questo siamo preoccupati della situazione attuale», spiega la Brugnano. «Proprio perché lo scorso anno c’è stato un grande investimento sul lavoro di rete, veder crollare tutto il progetto che era stato creato ci preoccupa molto. Se i servizi non reggono non può reggere neanche un progetto come il nostro, che ha senso solo nell’ottica di una rete. Da solo diventerebbe un tappabuchi, il rimedio a qualcosa di troppo grande, per cui dubito dell’efficacia. Se riuscissimo a lavorare in un’ottica di prevenzione saremmo molto più efficaci».
Lo stile Cemea. Obiettivo: includere
Una volta deciso di lanciare Frequenza 200 a Roma è stato scelto il Cemea del Mezzogiorno. «Si sono rivolti a noi perché portiamo avanti un discorso di metodologie attive, e si immaginavano che in un quartiere difficile ci saremmo inventati qualcosa che avrebbe potuto funzionare», riflette Cristina Brugnano. «Siamo un movimento internazionale che lavora attraverso una metodologia e con una visione abbastanza larga di quello che è l’intervento sul ragazzo e sul bambino. Pensiamo a come includere le comunità. Per arrivare a certi risultati dobbiamo avere uno sguardo un po’ più largo di quello che è il contesto».
Il centro di via Pergola ha una bella luce. È molto colorato. In realtà si colora di anno in anno con le attività che vengono realizzate con i ragazzi, quindi chi ci entrerà tra pochi giorni, quando, con l’inizio delle scuole, le attività ricominceranno, lo troverà un po’ più spoglio, e pronto per essere abbellito. Si trova nell’ex scuola media di San Basilio. Una larga sala, quella che era la mensa, ora è la sala per i giochi di movimento, le danze, i compiti e la merenda. Una sala è dedicata ai giochi da tavola, una è un laboratorio multimediale e un’altra serve per le attività manuali, con una grande scaffalatura con tutto ciò che può servire. «Un’altra cosa che ci caratterizza sono i giochi della tradizione popolare» ci spiega la coordinatrice. «Abbiamo l’abitudine di costruire giochi di legno, fatti con i tappi, con le biglie, c’è una dama cinese costruita da noi. Siamo abituati ad andare a cercare i giochi della tradizione, i giochi dal mondo. Ci piace costruirli. E a livello economico costa molto di meno».
L’importanza delle donne
In questo primo anno i risultati sono stati ottimi. Frequenza 200 ha fornito 191 giorni di supporto allo studio e di laboratori didattici, che hanno coinvolto 74 docenti e 240 studenti. I bambini che hanno frequentato il centro sono stati 78: hanno migliorato il loro rendimento scolastico e hanno potuto sperimentare percorsi didattici nuovi. «Siamo molto contenti, per essere il primo anno è un ottimo lavoro», commenta Cristina Brugnano. «L’ultimo punto che va implementato è il lavoro sulle donne. Abbiamo capito che nel corso dell’intervento è fondamentale lavorare con le mamme, e con i genitori. È solo grazie a un’alleanza con i genitori e gli adulti di riferimento che si possono ottenere dei risultati».
«Siamo molto contenti di com’è andato quest’anno», conclude la coordinatrice di Frequenza 200 a Roma. «M siamo molto preoccupati perché sarebbe un disastro qualora la rete sociale e i servizi venissero meno. In questo modo non so quanta forza riuscirebbe ad avere anche il nostro intervento singolo».