LIBERO CINEMA IN LIBERA TERRA. LE MAFIE TEMONO PIÙ LA SCUOLA CHE LA GIUSTIZIA

Dal 14 luglio al 16 ottobre si tiene la 17a edizione di Libero Cinema in Libera Terra, promossa da Cinemovel Foundation e Libera, il festival di cinema itinerante più longevo d’Italia. Un viaggio dedicato alle nuove generazioni

di Maurizio Ermisino

«Le mafie temono più la scuola che la giustizia». Lo diceva Antonino Caponnetto, padre del pool antimafia. Così, nel trentesimo anno delle stragi di mafia, Libero Cinema dedica il suo viaggio alle nuove generazioni, costruendo momenti di ascolto e riflessione per ridare spazio ai bisogni di ragazze e ragazzi. Dal 14 luglio al 16 ottobre si tiene la 17a edizione di Libero Cinema in Libera Terra, promossa da Cinemovel Foundation e Libera, con il supporto della Fondazione Unipolis, il festival di cinema itinerante più longevo d’Italia. Contro le mafie, dal 2006, Cinemovel e Libera realizzano il Festival di cinema itinerante. Col suo carico di film, il furgone di Libero Cinema viaggia per le strade della penisola portando il suo messaggio nelle piazze, nei parchi, nelle periferie, nelle terre confiscate ai boss e restituite alla legalità per promuovere, attraverso la cultura, l’allargamento degli spazi democratici. Le mafie temono più la scuola che la giustizia: per questo Cinemovel mette al centro dell’agire sociale l’attenzione a un’istruzione pubblica di qualità, condizione necessaria per contrastare quell’abbandono scolastico che poi porta alla criminalità, alla violenza, alla sopraffazione mafiosa a livello locale e internazionale.  «L’ autonomia e l’indipendenza che si può ottenere con lo studio dà la possibilità ai ragazzi di scegliere, anche se non sempre riescono a rimanere nei territori perché la loro formazione spesso li costringe a emigrare da luoghi che non offrono opportunità di lavoro» ci ha spiegato Nello Ferrieri, cofondatore di Cinemovel. «Ma l’istruzione è la cosa più osteggiata dalle mafie, perché toglie loro la possibilità di avere bassa manovalanza a basso prezzo. Pensiamo ai ragazzi che vediamo raccontanti in tutti i film e le serie televisive: è una narrazione che parte dalla dispersione scolastica, dal fatto che mancano totalmente titoli di studio. Questo è un dato comune. Quindi meno sono le occasioni di cultura e di socialità, più sono solo e indifeso, e più sono alla portata delle organizzazioni criminali che mi offrono un lavoro o qualcosa che somiglia a un reddito. È anche su questo piano che la mafia va combattuta».

libero cinema in libera terra
Corviale. Un’immagine tratta dalla 10ma edizione del Festival

Gli undicenni a cavallo tra l’infanzia e l’adolescenza

Proprio per questa attenzione ai ragazzi, a quel terreno fertile, si spera, dove piantare i semi di cittadini che prendano le distanze e combattano la mafia, quest’anno la carovana di cinema itinerante porterà nelle piazze, il film Nulla di sbagliato di Davide Barletti e Gabriele Gianni, prodotto da Cinemovel in associazione con CIAI e con l’Impresa sociale Con i bambini. L’obiettivo è quello di creare momenti di ascolto e incontro con esperti per parlare dei temi legati alla preadolescenza. Il film segue un lavoro iniziato nel 2019 con dei laboratori svolti con alcune classi delle prime medie di varie scuole in Italia. Da questi laboratori, a seguito della pandemia, è nata l’idea di realizzare un film a distanza fornendo a dei ragazzi dei robot/camera in modo che potessero filmare da soli, raccontarsi. Così il film finisce per raccontare i pensieri, le emozioni degli undicenni che vivono a cavallo tra l’infanzia e l’adolescenza. «In questi anni abbiamo portato sempre film e documentari che cercavano di raccontare una realtà come la nostra, composita di tantissime realtà regionali e locali» ci spiega Nello Ferrieri. «E ci siamo accorti che l’attenzione si è concentrata meno sulle storie mafia e criminalità e molto di più su quello che è il prima del racconto. Ci siamo chiesti: Cosa facevano a 11 anni i protagonisti di Gomorra? Quando abbiamo visto questo film ci siamo accorti che prestare ascolto ai pensieri di questi giovani undicenni e dodicenni, che si raccontano in prima persona e hanno pochissima mediazione con gli adulti, ci ha dato la sensazione di quella cosa che da un po’ di tempo stavamo cercando, come se raccontassimo i ragazzi di Gomorra prima di diventare Gomorra. Qui parliamo di normalità, di ragazzi di tutta Italia, nessuno di loro vive una situazione di disagio, ma sentiamo già che c’è qualcosa che si sta incrinando. Forse l’ascolto di questa cosa potrebbe aiutarci a capire come intervenire, come porre alcuni rimedi nel nostro sistema educativo, relazionale. Cosa che la pandemia ha messo in evidenza».

I classici del cinema per raccontare come ci rapportiamo all’educazione

Una volta concluso il tour, Libero Cinema in Libera Terra avrà una coda on line, dal 10 al 16 ottobre, su MyMovies, in cui si potranno vedere alcuni classici del cinema che parlano di giovani. Film come I pugni in tasca di Marco Bellocchio, Zero in condotta di Jean Vigo, La scuola di Daniele Luchetti, Non uno di meno di Zhang Yimou e molti altri. E poi ci saranno le opere prime degli studenti e studentesse del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo. Una scelta coerente con il discorso che stiamo facendo. «L’idea era di ripescare alcuni classici del cinema, film che riteniamo importante riproporre in questo momento accanto alla riflessione sul rapporto con la scuola, e il grande tema della dispersione, di come ci rapportiamo all’educazione» ci spiega Ferrieri  «Lo specchio con i film dei giovani registi del Centro Sperimentale di Palermo è un modo per dare voce ai giovani autori che si raccontano, e che raccontano il loro modo di stare al mondo. Visto che utilizziamo la rete e abbiamo la possibilità di accedere a un pubblico più vasto abbiamo cercato di lavorare proponendo tioli non facilmente rintracciabili»

Incontri e confronti contro la dispersione scolastica

Sono proprio le occasioni di incontro e di confronto, gli spazi di aggregazione e di cultura che possono combattere la dispersione scolastica. «Sicuramente in tutte le situazioni in cui i ragazzi hanno possibilità di stimoli nella vita reale e non on line, e occasione di incontro per potersi confrontare, fare esperienze e crescere, noi troviamo meno dispersione» ci spiega Nello Ferrieri. «In tutte quelle occasioni in cui non c’è nulla di tutto questo, non c’è un cinema, un teatro, un centro aggregativo, una piazzetta, una pista di skate, sappiamo che quando andiamo in quelle scuole i dati sono sempre drammatici, e ci dicono che la scuola è l’unico presidio esistente. Il vero incentivo per i ragazzi diventa l’opportunità di fare qualcosa, l’occasione. Mancando questa, se ti manca la spinta la prima occasione che hai per fuggire da quella cosa fuggi».

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Il Festival vuole promuovere, attraverso la cultura, l’allargamento degli spazi democratici, con un’attenzione particolare alle nuove generazioni e alla scuola

La sorpresa è nemica della mafia

«La sorpresa è nemica della mafia, la mafia non vuole sorprese», diceva Ettore Scola, Presidente onorario di Cinemovel. Ed è per questo che un festival di cinema itinerante è un potente antidoto contro le mafie. «È proprio quello che è successo a noi agli inizi, nel 2006, quando decidemmo con la cooperativa Placido Rizzotto, una delle prime nate per gestire i beni conquistati, di portare lo schermo, con quello che era un film obbligatorio, Placido Rizzotto di Pasquale Scimeca» racconta il cofondatore di Cinemovel. «Il loro primo bene era un casolare sperduto dalle parti di Portella della Ginestra, dove aveva soggiornato anche Giovanni Brusca per un periodo di latitanza, che era diventato un agriturismo e un ristorante. È un luogo impervio, dove ci aspettavamo di trovare solo un gruppo di amici. E invece la prima sera abbiamo trovato 400 persone, e c’erano anche le forze dell’ordine, con la gazzella, la jeep e anche due carabinieri a cavallo. Da questa cosa abbiamo capito che poteva funzionare, che poteva essere un’iniziativa da continuare». Ma non sempre le cose sono state facili. «Invece in altri contesti abbiamo riscontato una difficoltà nel proiettare» continua. «La sorpresa era un fatto di preoccupazione delle persone, che non si sedevano, si affacciavano alla piazza e finivano di vedere quasi tutto il film in piedi, senza compromettersi troppo. L’atteggiamento negli anni è cambiato, ma con una novità: se la cosa funzionava, qualche amministrazione non ci dava il permesso, ci creava dei problemi burocratici quando non esistevano per impedire che questa sorpresa avvenisse. E anche qui abbiamo capito che questa cosa poteva funzionare». «Il nostro festival gira in partenariato con i partner del territorio» aggiunge. «Questo atteggiamento aiuta le realtà locali a misurarsi con queste cose. A tentare di superare l’ostacolo nel momento in cui sia soltanto un fatto di atteggiamenti, o a capire perché questa cosa ha successo. In entrambi i casi il partner territoriale ha un metro di misura e uno strumento in più, che è quello culturale, che magari è meno diretto e meno impattante rispetto ad altre iniziative che si fanno su certi argomenti. L’atteggiamento culturale è una cartina di tornasole e una molla per capire come il territorio risponde alle iniziative di chi vi opera e lavora»

Cerignola e Pietra di Scarto

 La 17a edizione del Festival Libero Cinema in Libera Terra prenderà il via da Milano (14 luglio) e farà sosta ad Ancona (15 luglio), Cerignola (16 e 17 luglio), Aversa (18 luglio) Polistena (19 luglio), Scordia (20 luglio) per concludersi il 1 ottobre a Ferrara al Festival di Internazionale. Ci sono delle tappe che è importante sottolineare, come quella di Cerignola. «Nasce da un incontro con Pietra di Scarto, la cooperativa che gestisce questo bene confiscato a Cerignola» ci racconta Ferrieri. «Loro lavorano all’inserimento di persone con percorsi che vengono dalla giustizia e riparazione sociale, quindi di occupano del recupero di persone con percorsi di disagio. Sono una realtà produttiva che gestisce terreni e produce pomodoro e gestisce tutta la trasformazione dei prodotti per poi immetterli sul mercato. È una realtà associata ad altre. Oggi nel territorio del foggiano c’è ancora un atteggiamento criminale e di violenza molto forte. Vogliamo provare a puntare i riflettori su questi territori. In particolare perché si va intervenire sulla filiera agroalimentare che in Puglia vede intrecciarsi il tema della criminalità, che va dal caporalato alla gestione dei grandi appalti, ed è un elemento di distorsione del mercato. È un elemento che non solo non facilita la produzione biologica di realtà che potrebbero avere più spazio, ma danneggia anche noi consumatori nella fase finale perché compriamo un prodotto fondamentalmente illegale. Il nostro intervento a Cerignola ha avuto delle difficoltà. Per due anni non siamo riusciti a proiettare alla Villa Comunale. Oggi l’amministrazione è stata commissariata, sono state indette nuove elezioni e la nuova amministrazione ci ha dato il permesso. È la sorpresa del cinema, dove il cinema veniva negato». Cerignola è il paese di Giuseppe Di Vittorio, storico sindacalista italiano.

Polistena, nel giorno della strage di via d’Amelio

La tappa di Polistena del Festival Libero Cinema in Libera Terra si svolge il 19 luglio, anniversario della strage di via D’Amelio. «è un momento simbolico, il 19 luglio saremo lì con Don Pino Demasi e Antonio Napoli, figure importanti nella realtà locale, oltre al sindaco» ci spiega Ferrieri. «Polistena è un presidio di legalità in un territorio complicato come quello della valle di Gioia Tauro. La Valle del Marro è la cooperativa con cui collaboriamo. È una realtà storica di Libera Terra, una delle prime realtà legate i beni confiscati realtà. Oggi sono una realtà imprenditoriale, con inserimento di persone con disagio. Con i nostri ospiti ricorderemo la strage di via d’Amelio e lo faremo in Piazza della Repubblica, dove una comunità intera si trova intorno a temi. In questo caso siamo in una situazione che conosciamo bene e molto interessata a queste tematiche, molto partecipe».

 

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