LA “TERRA PERMESSA”: L’UTOPIA REALIZZABILE DI LUCIANO TAVAZZA
È stato pubblicato l'audiolibro con i suoi testi, in cui parla del suo progetto per una società fondata sui diritti e sulla giustizia
06 Dicembre 2019
Si intitola “Terra permessa” l’audiolibro dedicato a Luciano Tavazza, recentemente pubblicato nella collana Phonostorie a cura della rete Europea delle Risorse Umane e di Caritas Italiana. L’espressione “terra permessa” esprime, in estrema sintesi, il pensiero di Tavazza, che fu uno dei padri fondatori del volontariato italiano e che, come poche persone riescono a fare, univa un’ampia visione e capacità organizzativa. Preferiva questa espressione al più utopico “terra promessa”, per indicare la società che il volontariato dovrebbe costruire: una società in cui i diritti siano riconosciuti, fedele ai principi costituzionali e, per lui che era credente, al Vangelo incarnato e diventato stile di vita. Un’utopia sì, ma realizzabile, quindi capace di farsi progetto. Non a caso si intitolava “Dalla Terra promessa alla Terra Permessa”, il libro che aveva scritto negli ultimi tempi della sua vita e che è uscito postumo nel 2002.
IL VOLONTARIATO “MODERNO”. Di Luciano Tavazza si dice sempre che è stato, negli settanta e ottanta, uno dei padri del volontariato “moderno”, intendendo con questo termine un volontariato capace di lasciarsi alle spalle l’assistenzialismo, per acquistare una dimensione politica (il volontariato, secondo lui, era un modo innovativo di fare politica) e una dimensione culturale (per improntare l’intera vita sociale con i valori legati alla solidarietà e al rispetto dei diritti). Temi, entrambi, di stretta attualità, anzi da rilanciare non solo sul piano nazionale, ma anche su quello europeo, se si è d’accordo con quanto scrive il presidente del Parlamento europeo David Sassoli nella prefazione del libro: «credo che i valori del volontariato e della solidarietà siano alla base del nostro essere europei e sono convinto che le buone pratiche possano contribuire a costruire cittadinanza europea».
LA PARTECIPAZIONE E IL CAMBIAMENTO. Luciano Tavazza, oltre che fondatore del Movi, della Fondazione Italiana del Volontariato e della Convol, fu uno degli ispiratori – insieme a Maria Eletta Martini e a Monsignor Giovanni Nervo – della legge-quadro sul volontariato, la 266 del 91, che rappresentò, di fatto, la prima legittimazione del volontariato e la base su cui costruire una collaborazione con le istituzioni. Collaborazione che egli voleva paritaria: perché lavorare insieme era necessario, ma altrettanto necessario era che il volontariato non si lasciasse strumentalizzare, anzi fosse strumento critico nei loro confronti, per spingerle ad essere sempre più al servizio vero dei cittadini. La capacità di essere critici, coniugata con quella di essere propositivi, era, secondo Tavazza, il fondamento della presenza profetica del volontariato.
Il volontariato, infatti, è «forma collettiva di partecipazione finalizzata al cambiamento», come scrive Renato Frisanco, vice presidente dell’Associazione Luciano Tavazza . E per fare questo, nel suo tempo, ma forse ancora oggi, è necessario «superare divisioni e steccati ideologici (laici e cattolici), assistenzialisoo imperante (tipico del “barelliere della storia”), frammentazione di iniziative (ognuno per sé), subordinazione alle istituzioni (sussidiato e non sussidiario)…».
L’AUDIOLIBRO. Rileggere – o ascoltare – oggi queste pagine di Luciano Tavazza, costringe a confrontarsi con il suo sogno: di accompagnare la società in una mobilitazione culturale, politica e operativa, per farla diventare accogliente, giusta, solidale.
I testi dell’audiolibro sono letti da Tiberio Timperi, Luca Biagini, Barbare Lo Gaglio, Paola Saluzzi e Gianni Bianco. Le musiche sono di Mite Balduzzi.