MADE IN REBIBBIA. RICORDI DA UNA SFILATA PARTICOLARE

Nel carcere romano di Rebibbia la sfilata conclusiva del laboratorio di sartoria Made in Rebibbia - Ricuciamolo insieme, progetto di Accademia nazionale dei Sartori, sostenuto da Bmw Roma, filiale del Bmw Group Italia. Gaetano Aloisio: «Vorremmo portare questo progetto nelle carceri minorili»

di Ilaria Dioguardi

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Per la prima volta entro in un carcere. In una calda serata estiva romana, faccio la fila davanti alla sezione maschile del nuovo Complesso di Rebibbia insieme ai miei colleghi e agli altri invitati. Dobbiamo lasciare i cellulari e le borse. Per arrivare all’area verde dell’istituto penitenziario passiamo nei corridoi del complesso. Nel silenzio riecheggiano i rumori delle chiavi con cui gli agenti aprono i vari portoni di ferro e rimbombano le porte che si chiudono alle nostre spalle. È una serata molto particolare, oggi si svolge la sfilata dei capi creati dai detenuti che hanno partecipato al laboratorio di sartoria Made in Rebibbia – Ricuciamolo insieme, progetto di Accademia Nazionale dei Sartori del maestro Gaetano Aloisio, che è anche presidente della World Federation of Master Tailors. Il maestro Aloisio crede fermamente nel progetto: «La sartoria e il lavoro artigianale in genere possono essere realmente un mezzo di inclusione lavorativa. Il laboratorio prevede 650 ore di formazione l’anno. Made in Rebibbia dà un sogno a queste persone che magari domani potranno continuare a fare questo lavoro», prosegue il presidente dell’Accademia Nazionale dei Sartori. «A noi piacerebbe allargare questo progetto alle carceri minorili, stiamo lavorando perché possa crescere il nostro impegno nel sociale. Attraverso una riabilitazione vogliamo dare linfa ad un lavoro artigianale che ci manca tanto». Il progetto, iniziato nel 2017 nell’istituto penitenziario romano, è nato da un’idea di Ilario Piscioneri, già presidente dell’Accademia Nazionale dei Sartori ed è sostenuto da Bmw Roma, filiale del Bmw Group Italia.

L’emozione di sfilare con le proprie creazioni

Made in Rebibbia
Gaetano Aloisio: «Vorremmo portare questo progetto nelle carceri minorili»

Dopo un buffet preparato dai detenuti, e un caffè Galeotto, realizzato nel carcere Rebibbia, inizia la sfilata. Sono i detenuti stessi a sfilare con le proprie creazioni. Molto emozionati, indossano gilet, pantaloni, giacche, cappotti realizzati da loro: sono Alessandro, Giovanni, Giuseppe, Fabio, Marian, Seifeddine, Mohamed, Bledi. «Sono orgoglioso di fare questo corso con i ragazzi, mi reputo non solo un maestro ma un educatore di vita. Si candidano molte persone per fare il laboratorio di sartoria, 50-60, ma possiamo far fare il corso solo a pochi detenuti l’anno e dobbiamo fare una grande selezione», dice Sebastiano De Rienzo, curatore delle attività didattiche del progetto Made in Rebibbia – Ricuciamolo insieme e segretario nazionale dell’Accademia Nazionale dei Sartori. Sono circa trenta, tra giacche, gilet, pantaloni e cappotti i capi realizzati dagli otto detenuti che hanno seguito il corso di sartoria, che sfilano nell’Area verde dell’istituto penitenziario di Rebibbia Nuovo Complesso. Dietro di me è seduto un bambino, è vestito molto elegante, è venuto insieme a sua madre a vedere suo padre sfilare, con gli abiti da lui creati. È molto contento, il papà mentre passa in mezzo al pubblico gli fa una carezza e lui applaude, felicissimo. Intorno alla passerella tante celle hanno i panni stesi sulle grate delle finestre, un po’ per asciugarli un po’ per cercare di riparare la stanza dal sole cocente di questa torrida estate. Ogni tanto si sente in lontananza qualche strillo che proviene dal complesso.

Ricuciamolo insieme

Made in Rebibbia
Made in Rebibbia nasce da un’idea di Ilario Piscioneri, già presidente dell’Accademia Nazionale dei Sartori ed è sostenuto da Bmw Roma, filiale del Bmw Group Italia

A sfilare è anche Manuel Zumpano, da circa due anni ha finito di scontare la sua pena nel carcere di Rebibbia, dove ha seguito il corso accademico di sartoria, oggi lavora per l’atelier del maestro scomparso Ilario Piscioneri. «Sono contento di poter portare l’esempio che, se uno vuole, ce la può fare. Bisogna abbattere il pregiudizio, che vivo tutti i giorni sulla mia pelle. E bisogna saper prendere le opportunità, se e quando capitano. Io l’ho colta al volo».
«Made in Rebibbia – afferma il general manager di BMW Roma, Salvatore Nicola Nanni – ha un claim che ci piace moltissimo: “Ricuciamolo insieme”. L’idea di essere parte di un’iniziativa orientata ad aiutare le persone a reinserirsi nella società è costitutiva dell’idea stessa di inclusione sociale». L’evento ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Alessia Rampazzi, direttrice pro tempore dell’istituto penitenziario di Rebibbia Nuovo Complesso “Raffaele Cinotti”, Massimiliano Di Silvestre, presidente BMW Italia, Alessandro Onorato, assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda del comune di Roma.

Un finale con sorpresa

Dopo la sfilata, tutti i corsisti ricevono il diploma e i complimenti del loro maestro De Rienzo, soddisfatto dei suoi ragazzi. Uno dei detenuti che ha appena sfilato, il papà del bimbo che è seduto dietro di me, chiama la sua compagna sul palco, si inginocchia e le chiede di sposarlo. Oltre ad imparare un mestiere mentre si sconta una pena in carcere, anche questo è un modo per guardare al futuro con entusiasmo, progettualità, prospettiva positiva. Ed è un’altra emozione in questa sera già piena di emozioni. Noi, accompagnati dagli agenti della Polizia penitenziaria, torniamo fuori: con tante emozioni e tanti ricordi indelebili, tante immagini e tanti rumori.

Foto Chiara Pasqualini/MUSA

 

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