C’È FINANZA E FINANZA AUTOGESTITA. COSÌ MAG ROMA VUOLE CRESCERE
La Mutua di Finanza autogestita ha dieci anni di vita e nuovi progetti su cui lavorare. E potrebbe essere punto di riferimento anche per il volontariato
19 Febbraio 2016
«Rilanciare il lavoro di relazione con il territorio, ridare slancio alla raccolta dei fondi e valutare l’impatto sulla Mag Roma, Mutua di finanza autogestita, delle novità introdotte dal Decreto legislativo del giugno 2016 del Tub, il Testo unico bancario», questi sono alcuni temi presentati da Erika Lombardi, presidente della Mag Roma, nell’assemblea dei soci che si è tenuta nella cornice del Casale Podere Rosa, a Roma, lo scorso 6 febbraio. Nella relazione sono stati toccati anche i temi dell’utilizzo dei fondi sociali, delle richieste che ci sono, avendo a cuore la disponibilità verso il finanziamento di progetti e iniziative di associazioni, gruppi e imprese, con prestiti chiamati di comunità e prestiti a singole persone chiamati mutualistici.
A dieci anni dalla costituzione si sente il bisogno di un cambiamento, di un salto di qualità, che potrebbe passare attraverso l’aumento del fondo fino ad almeno 250 mila euro, ma anche la collaborazione con banca Etica per la gestione del settore microcredito. Il rapporto si dovrebbe consolidare a breve, dando una grossa boccata di ossigeno alle casse della Mag Roma che, guardando la gestione interna, ogni anno ha la necessità di circa 5000 euro, in larga parte utilizzati per oneri fiscali, tributi, spese bancarie, cancelleria e le vive spese delle utenze.
Infine la presentazione di due nuovi progetti, una società che opera nel campo della commercializzazione e distribuzione di prodotti biologici sul territorio romano e di una associazione che si occupa di turismo sostenibile a Reggio Calabria per «tutelare un territorio che vogliono trasformare in una discarica«.
Sfide ampiamente dibattute e che tutta l’assemblea è decisa a affrontare e superare con molta caparbietà.
Con l’occasione del pranzo rubiamo qualche minuto alla presidente Erika Lombardi per chiederle: oggi c’erano in assemblea molte persone, sono tutti i soci della Mag?
«No, si trattava di una piccola parte: al momento ci sono 230 soci effettivi, persone che collaborano con la Mag attivamente. Non è facile gestire un simile patrimonio, ma da quest’anno siamo riusciti a rendere pienamente operativo il nuovo database, in questo modo si sono drasticamente ridotti i tempi e le energie necessarie a gestire il libro soci, gli oltre 230 estratti conto e le tante altre attività amministrative».
230 soci sono sufficienti per far funzionare la Mag?
«Il nostro obiettivo è arrivare a 250mila euro di capitale minimo: per fare questo occorrerà aumentare il numero dei soci. È un obiettivo importante, perché ci permetterebbe di diventare completamente autonomi, staccandoci da Mag 6 di Reggio Emilia con la quale siamo collegati, inoltre ci permetterebbe di avere almeno un lavoratore part time, un aiuto non di poco per svolgere le tante operazioni di cui la cooperativa necessita. Infatti oggi svolgiamo tutto con il nostro contributo volontario, mansioni che svolgo dopo il mio orario di lavoro di professoressa. Sarebbe inoltre ideale se ogni socio versasse un piccolo contributo costante, anche di pochi euro, magari ogni mese, nelle casse di Mag Roma. Attualmente il capitale sociale è di 120 mila euro, tutti completamente investiti.
Quali e quanti sono i clienti?
«Preferisco chiamarli soci finanziati, sono un po’ di tutte le tipologie: aziende, cooperative, anche singoli. In questo momento ci sono quattordici soci finanziati, tra cui anche un centro sociale e una radio, oltre ovviamente aziende vere e proprie».
Tutti i soci finanziati sono puntuali nei pagamenti?
«La puntualità non è una delle caratteristiche che noi richiediamo strettamente ai soci finanziati, ma fino a oggi i soldi sono sempre rientrati. Magari ci vuole qualche telefonata in più, un po’ di pazienza in più, ma rientrano».
Perché il microcredito non è una parola che vi esalta?
«Non è vero e il rapporto iniziato con Banca Etica, che ci ha fatto una proposta di collaborazione, lo dimostra. Però noi, come Mag, preferiamo fare etica, finanza critica, il microcredito è un prestito a chiunque, non necessariamente si guarda al progetto e alla relazione che c’è dietro».
Relazione, una parola che torna costantemente nei vostri interventi e nei vostri documenti, perché?
«Per noi la relazione è importantissima. I soci che chiedono un prestito devono essere conosciuti, presentati da due soci della Mag Roma, persone con cui abbiamo una relazione e facciamo di tutto per tenere in piedi la relazione, anche se ultimamente abbiamo faticato molto. Ci piace che i soci finanziati partecipino alla vita della Mag. Il progetto che presentano viene valutato, in qualche caso effettuiamo una vera e propria consulenza, un piano di fattibilità, per verificare se ci sono le condizioni affinché vada a buon fine, poi il progetto viene seguito, insomma cerchiamo di tenere in piedi la relazione il più possibile».
Tra i soci finanziati ci possono essere anche associazioni di volontariato?
«Certamente, in questo momento abbiamo effettuato una fideiussione alla associazione nella quale opera il ragazzo. In passato abbiamo finanziato molte associazioni di volontariato».
Per esempio può essere utile da parte di una associazione rivolgersi a voi per avere i soldi da utilizzare nei progetti?
«Certo, anzi dovrebbe essere un rapporto elettivo tra noi e l’associazionismo, avere un rapporto con le associazioni di volontariato è più semplice per noi perché chiedono soldi che sicuramente avranno buon esito, sicuramente rientreranno. Forse per loro noi siamo un po’ meno appetibili delle banche, il nostro tasso di interesse è un po’ più alto di quello del mercato bancario attuale, al momento veramente basso, e la nostra istruttoria, almeno all’inizio, nel periodo in cui facciamo conoscenza tra di noi, è un po’ più lunga, poi però le pratiche si snelliscono notevolmente».
Quindi è possibile che le associazioni di volontariato si rivolgano alla Mag Roma per avere le maledette fideiussioni?
«Certamente, possono provare a rivolgersi a noi per le maledette fideiussioni, ricordando che con noi all’inizio le pratiche possono essere un po’ più lunghe che con le banche».
Grazie e buona raccolta fondi.