LA MARCIA VIRTUALE DELLA PACE È… IN MARCIA

Lanciata dai giovani del servizio civile, ha l'obiettivo di far pressione del Governo perché ascolti le ragioni della pace.

di Simone Chiarella

I rappresentanti nazionali dei giovani del Servizio civile nazionale, dopo i tragici attentati di Parigi, hanno indetto una “Marcia virtuale della pace” e hanno lanciato un appello all’adesione «a tutti i volontari e le volontarie in servizio, ai cittadini e le cittadine, alle istituzioni, alla società civile tutta, ai movimenti nonviolenti, alla politica, alle comunità religiose e a tutti coloro che si oppongono alla guerra».
Attraverso questa iniziativa i quattro rappresentanti in Consulta nazionale del Servizio civile hanno chiesto al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al Parlamento tutto «di non permettere che l’Italia prenda parte alla guerra in Siria come rappresaglia per i fatti di Parigi e di farsi promotori, presso l’Unione europea, di un impegno concreto per la risoluzione dei conflitti».
Per la partecipazione, aperta a tutti e per cui per ora non è prevista una scadenza di durata, è stata realizzata una pagina su Facebook dove si chiede di aderire pubblicando foto e video con gli hashtag in italiano, francese ed inglese #costruiamolapace, #construisonspaix e #buildpeace.
Abbiamo parlato dell’iniziativa, e non solo, con Francesco Spagnolo, impegnato da molti anni nell’ambito educativo e formativo. Attualmente lavora per la Caritas italiana e si occupa, tra l’altro, del sito istituzionale e di Esseciblog, un blog di informazioni dedicato esclusivamente al Servizio civile, che segue dal 2005.

MARCIA della pace
Immagine postata dai ragazzi di Este sulla pagina FB della Marcia virtuale della pace

Cos’è la “Marcia virtuale della pace”?
«Si tratta di una sorta di adesione virtuale, che ricalca iniziative già intraprese in passato, per sostenere attraverso i social network il più possibile l’impegno del Servizio civile nei confronti della pace. Si tratta, dunque, di un modo per coinvolgere tutti i rappresentanti e i volontari sparsi per l’Italia. Ovviamente, fare una manifestazione fisica sarebbe stato un po’ più complicato. L’esigenza è nata alla luce degli attentati di Parigi e nel confronto con i rappresentanti dei volontari all’estero. Uno di loro, in particolare, è rimasto in Francia dopo aver fatto il servizio civile ed ha subito preso posizione in merito a quei terribili fatti. Sembrava, quindi, una buona idea sensibilizzare tutti i volontari del servizio civile rispetto a quanto accaduto. Partire dalle riflessioni su quelle atrocità per arrivare poi ad affrontare anche temi altrettanto delicati, quali la questione in Medio Oriente, l’Isis, e le modalità di intervento. In maniera particolare, è fondamentale ragionare su modalità di intervento alternative, non armate e non violente».

Che riscontro state avendo?
«L’iniziativa è partita da pochi giorni ed è nata abbastanza in sordina. Non è facile, dunque, in questa fase fare un bilancio. Bisognerà verificare e monitorare l’andamento in seguito. Comunque, l’obiettivo principale è quello di sensibilizzare e coinvolgere il più possibile sul tema della pace giovani, enti ed anche soggetti esterni al Servizio civile».

Cosa auspicate?
«L’auspicio è quello di far pressione sul Governo, e in modo particolare sul premier Matteo Renzi, affinché sia attento anche alle ragioni della pace e che tutti si mobilitino rispetto a quello che sta accadendo. Non bisogna essere passivi. Per questo è importante supportare anche le ragioni del Servizio civile, che sono antitetiche a qualsiasi opzione di tipo militare e violenta».

Qual è lo stato di salute del servizio civile?
«Sembrerebbe tendente alla guarigione. È stato consolidato il numero dei volontari e per l’anno 2016 i fondi presenti nel Decreto legge, recentemente approvato in Consiglio dei ministri, rappresentano un segnale di fiducia da parte del Governo nei confronti di questa fondamentale esperienza. Finalmente, si è passati da uno stato di torpore a un risveglio. Sostanzialmente, le prospettive sono sicuramente molto più positive di quelle di due anni fa».

LA MARCIA VIRTUALE DELLA PACE È… IN MARCIA

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