AZZARDO: DUE PROPOSTE PER COSTRASTARLO

La campagna "Mettiamoci in gioco" propone l'abolizione della pubblicità e l'uso della tessera sanitaria per monitorare chi gioca.

di Flavio Mezzanotte

Nella giornata del 25 maggio 2016, presso la sala Efisio Serra dell’Associazione Stampa Romana, il presidente del CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) Don Armando Zappolini, insieme al deputato PD Lorenzo Basso e al senatore M5S Giovanni Endrizzi,  ha presentato due proposte di legge per arginare il fenomeno del gioco d’azzardo nell’ambito della campagna “Mettiamoci in gioco“, lanciata nel 2012.

mettiamoci in gioco
Don Armando Zappolin

Il cuore della linea d’intervento delle proposte è il divieto assoluto di diffondere in TV la pubblicità che invita i consumatori a giocare d’azzardo.
Il contrasto a questo fenomeno è stato già rubricato in un articolo della Legge di Stabilità, il quale ha posto il veto sulla trasmissione di tali spot in determinate fasce orarie considerate sensibili. Nonostante manchi ancora un decreto attuativo che dia linfa a quell’articolo, Don Zappolini considera l’intervento del governo in maniera positiva e, tuttavia, inefficace nella risoluzione delle criticità. Per questo, grazie all’adesione degli onorevoli Basso ed Endrizzi, le due proposte di legge sono state presentate nel 2015 per arginare il problema. Ma oggi la campagna riprende corpo perché vuole spingere il Parlamento a far sì che questi testi siano approvati.

Le proposte di “mettiamoci in gioco”

Il raggio d’azione bipartisan si concentra innanzitutto sul divieto delle pubblicità in TV, ma propone anche l’innovativo uso della tessera sanitaria per poter giocare d’azzardo. Questo sistema permetterebbe di controllare l’accesso al gioco da parte dei minorenni; darebbe modo di tracciare flussi finanziari anomali, dando un colpo duro al fenomeno del riciclaggio di denaro sporco; e, infine, consentirebbe di escludere dal gioco le persone dipendenti patologiche, che hanno chiesto aiuto a qualche struttura sanitaria o all’autorità giudiziaria.

mettiamoci in giocoIn occasione della conferenza, al sito web di “mettiamoci in gioco” sono stati aggiunti due emblematici timer indicanti il tempo che è passato da quando le due proposte di legge sono state presentate in parlamento, ovvero da quanto tempo sono ignorate dal parlamento. I due testi di legge proposti sarebbero completamente a costo zero, non cozzano con le direttive UE a livello normativo, e metterebbero una pezza all’intrico legislativo italiano, che ad oggi non contrasta questo disagio sociale.
Come sostiene Zappolini, i numeri di questo problema sono consistenti ma purtroppo vengono tenuti nascosti o, peggio, sottovalutati dalle istituzioni. Sono circa 90 i miliardi fatturati ogni anno dall’industria del gioco d’azzardo, e sono oltre un milione le persone dipendenti o ad alto rischio di diventarlo. Il tutto ha comportato nell’ultimo quinquennio un aumento sensibile dei costi sanitari e sociali, che le Regioni non possono sostenere.

Le resistenze del governo

Sia l’onorevole Basso, che il suo collega al senato Endrizzi sottolineano, che le proposte di legge incontrano una resistenza attiva da parte del governo stesso, quando invece l’applicazione di tali testi porterebbe alla luce in maniera trasversale i dati del fenomeno. Slot, lotterie istantanee videolotterie e scommesse sportive: sono tutti ambiti di gioco che stanno consumando le già esangui tasche degli italiani, rovinano famiglie intere e, come evidenziato da varie inchieste della magistratura, alimentano le attività criminali.
A seguito di questa conferenza, i due onorevoli,  il CNCA e tante altre associazioni che hanno aderito a “mettiamoci in gioco”  saranno firmatarie di una lettera formale inviata ai presidenti del Consiglio, della Camera dei Deputati, del Senato e a tutti i capigruppo in parlamento, per chiedere come mai è passato quasi un anno senza che le due proposte di legge non siano state approvate. Non c’è più motivo di aspettare, e sarebbe altrettanto grave continuare a nascondere la testa sotto la sabbia di fronte alla piaga sociale del gioco d’azzardo.

 

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