MIGRANTI. AD ALBANO IL CORSO PER OPERATORI E VOLONTARI DEL SISTEMA SANITARIO E SOCIALE

È una tappa del progetto Castle e ha l'obiettivo di fare sistema per intercettare e gestire forme di vulnerabilità psico-sociale dei migranti

di Silvia Laudani

Il 16 settembre è partito il “Corso di formazione per operatori e volontari del sistema sanitario e sociale, impegnati in servizi e interventi di sostegno e cura destinati a migranti con fragilità psicosociale”. Il percorso formativo rappresenta l’ultima e fondamentale tappa del progetto “Castle: social care ed empowerment di rete”(ne abbiamo parlato qui), finanziato dal Ministero dell’Interno a valere sul fondo FAMI 2014-2020 (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione), sostenuto dall’Unione Europea.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Comune di Albano Laziale, l’ASL Roma 6 e il Centro Servizi per il Volontariato del Lazio, insieme alle associazioni Misericordia di Ariccia, Associazione Tuscolana Solidarietà e Istituto per la famiglia Onlus Albano -Ariccia, tutti partner del progetto. L’obiettivo principale è quello di costruire un’ampia azione di sistema, una governance efficiente ed efficace, che agisca nel segno del miglioramento della capacità del territorio di intercettare e gestire forme di vulnerabilità psico-sociale di cui sono portatori i cittadini dei Paesi Terzi.

Il percorso formativo

Il percorso formativo, con un totale di 70 ore di formazione tra webinar e laboratori in presenza, si svilupperà fino al 15 Febbraio 2022 ed è accreditato E.C.M. con 50 crediti formativi per le professioni sanitarie, n. 40 crediti formativi e 5 crediti deontologici per professionisti assistenti sociali.

Al primo appuntamento di presentazione del corso erano presenti i partecipanti selezionati tra le numerose richieste d’iscrizione pervenute, 41 provenienti da enti pubblici e associazioni e 39 tra operatori della ASL Roma 6. L’incontro di giovedì 16 settembre si è focalizzato sull’ accoglienza dei partecipanti, sulla presentazione del progetto e del percorso formativo, che entrerà nel vivo giovedì 23 settembre con il primo webinar formativo, incentrato sullo scenario sociodemografico della presenza degli stranieri in Italia.

Un incontro online partecipato e ricco di interventi, in cui i partner del progetto hanno sottolineato la necessità di individuare tempestivamente le fragilità, lavorando in un’ottica multi-agency e multiprofessionale, creando così nuovi modelli di intervento sperimentale, grazie anche a una capillare mappatura di enti e servizi affini presenti sul territorio.

Dopo i saluti della Consigliera delegata Chiara Mengarelli dell’Ente capofila Comune di Albano Laziale e gli interventi degli assistenti sociali dello stesso Comune Mauro Gasperini, Valentina Alberti e Raffaella Grosso, la parola è passata al referente del progetto Fami Castle per la Asl Roma6 Giacomo Menghini, e a Enzo Morricone direttore del CSV Lazio, i quali hanno rimarcato l’importanza della sinergia strategica tra istituzioni ed enti del Terzo Settore.

Gli interventi

Spazio e voce poi alle tre organizzazioni di volontariato partner, a partire dalla vicepresidente dell’Istituto per la Famiglia Albano-Ariccia, Graziella Pazzano, la quale  ha sottolineato l’importanza del modello e della scheda di presa in carico: «La presa in carico dell’utente deve essere svolta con una dinamica che rispetta la persona che si rivolge al centro di ascolto attivo e deve considerare tutte le difficoltà personali, linguistiche, di vissuto che le persone possono incontrare nell’esplicitare il proprio bisogno e la propria storia in maniera funzionale, affinché si possa mettere in piedi un percorso che soddisfi e dia alla persona un aiuto funzionale».

Gloria Giacchino, vicepresidente dell’Associazione Tuscolana Solidarietà, ha ricordato inoltre che «dietro una prima richiesta di aiuto, possono celarsi tante altre richieste. Le persone non sono né figurine né numeri: siamo coinvolti in queste situazioni di disagio e per rintracciare un caso complesso ci vuole del tempo, visto che il vissuto è molto profondo. Le problematiche vanno ad abbracciare l’intero vissuto della persona, vanno a riverberare su un presente estremamente incerto e difficile e sul futuro».

Cristiana Russo, coordinatrice per il progetto Fami Castle per Misericordia di Ariccia, ha sottolineato che «l’obiettivo del progetto Castle è l’attività di rete, il suo empowerment e il suo rafforzamento, attraverso la diffusione di un modello operativo, fatto di linee guida e schede di accoglienza, frutto di un lungo e interessante lavoro congiunto, tra associazioni e servizi. Fare rete significa essere corresponsabili, stabilire relazioni stabilite sul riconoscimento reciproco tra Terzo settore e servizio pubblico, rispetto, fiducia, reciprocità e disponibilità. Significa mettersi in gioco, dare qualcosa e rischiare».

La prima giornata di formazione ha visto in battuta finale gli interventi di Giuliana Cresce progettista e coordinatrice del progetto per CSV Lazio e Loredana Capitani, Responsabile scientifico del corso per la ASL Roma 6, le quali hanno rispettivamente esposto nel dettaglio gli obiettivi del progetto, il piano operativo e alcuni dati sulla sua sperimentazione, la strutturazione dettagliata del percorso formativo, in cui si affronteranno macro-tematiche come la psico-antropologia della salute e la mediazione linguistica e culturale.

Questo percorso formativo, che accompagnerà i partecipanti per 5 mesi intensi di formazione, si pone l’obiettivo di aggiornare e rafforzare le competenze degli operatori e dei volontari impegnati in servizi e interventi di sostegno e cura verso migranti con disagio psico sociale, condividere buone prassi, linguaggi, esperienze nell’ottica dell’empowerment della rete di accoglienza e supporto, individuando e definendo un modello sperimentale condiviso integrato di presa in carico dei migranti che rafforzi la governance territoriale e la collaborazione tra gli enti pubblici e privati.

MIGRANTI. AD ALBANO IL CORSO PER OPERATORI E VOLONTARI DEL SISTEMA SANITARIO E SOCIALE

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