RIETI, OLTRE I MURI: UNA MOSTRA CONTRO IL RAZZISMO
La mostra si è inserita nell’ambito del progetto SAI, curato dal Comune di Rieti Assessorato Servizi Sociali e gestito da Il Samaritano della Caritas Diocesana
30 Ottobre 2023
Nell’ambito del Progetto SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) curato dal Comune di Rieti Assessorato Servizi Sociali, e gestito da Il Samaritano della Caritas Diocesana, a fine settembre è nata la mostra dal titolo Oltre i muri, la cui genesi è da ricondurre alla Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato indetta da Papa Francesco per il 24 settembre 2023. Una mostra che ha trovato respiro sotto gli Archi del Palazzo Papale di Rieti, lì dove trasuda la storia di tempi lontani, dove l’accoglienza trovava le sue difficoltà, proprio come oggi. L’oggi che ha visto all’esposizione la partecipazione dei reatini, delle scolaresche e dei turisti in visita in città. Una mostra che in modo trasversale ha aperto gli occhi soprattutto ai più piccoli. A Rieti Oltre i muri nasce da un incontro realizzato a Trieste dal Samaritano con la Comunità Missionaria di Villaregia, entrati in contatto e mai più lasciatisi. Gli stessi volontari reatini, innamoratisi dell’idea, hanno voluto riproprorla nel centro esatto d’Italia. L’associazione reatina si occupa non solo di accoglienza e sostegno, ma anche di divulgazione e sensibilizzazione.
La Comunità Missionaria di Villaregia, invece, nasce nel 1981 ed è una comunità cattolica composta da laiche e laici consacrati, sacerdoti, coppie di sposi e singoli di diversa nazionalità, uniti dalla stessa spiritualità e dalla medesima vocazione: essere comunità per la missione ad gentes.
Il sistema di accoglienza nel reatino
Nel reatino esistono due circuiti di accoglienza, uno gestito dalla Prefettura ed è il sistema straordinario che prende in carico i richiedenti asilo provenienti dagli sbarchi o dalle zone di confine dei Balcani, e poi c’è il circuito del Comune di Rieti che gestisce due progetti SAI, di seconda accoglienza richiedenti asilo, dove si fanno percorsi di inserimento sociale. Il Comune di Rieti ha due progetti, uno per gli adulti con 32 posti SAI, gestito appunto da Il Samaritano, che rimangono a Rieti da 6 a 12 mesi, e quello ARCI con 20 posti SAI per minori. Nel reatino attualmente si contano circa 800 persone inserite nel sistema dell’accoglienza.
Oltre i muri
La mostra, sviluppata in lunghezza in tutta l’area del Vescovado, ha visto l’installazione di roll up riportanti messaggi contro la costruzione di muri, settanta quelli eretti nel mondo per fermare l’immigrazione. Un angolo è stato dedicato alla riflessione sull’importanza dei passaporti, il colore del documento è come il colore della pelle, non si sceglie. I presenti poi, soprattutto bambini, si sono soffermati davanti ad un muro di pietre riportanti ciascuna un “muro interiore” (timidezza, competizione, indifferenza, violenza, bullismo, aspettative). Ognuno ha scelto la parola che più lo caratterizza ed insieme è stato affrontato il tema, con l’intenzione di abbattere questo ostacolo e avere uno sguardo differente. La conclusione è stata affidata alle parole di papa Francesco che ci invita a costruire ponti e non muri. Quindi ad andare oltre. “Siamo fratelli – commentò a Cipro nel 2021 papa Francesco – siamo amati da un unico Padre. Facciamo tutti parte di un mare che ha cullato tante civiltà, ognuna diversa, un mare dal quale ancora oggi sbarcano popoli di ogni parte del mondo”.
Perchè i muri?
È la domanda principe che ruota attorno alla mostra. Perchè tante persone debbono rischiare di morire per difendere la propria vita? “Non sono pericoloso, sono in pericolo!” – ha esclamato un giovane immigrato. Se oggi si continuano a costruire muri fisici è perché ci sono persone che hanno muri interiori, che innalzano ogni giorno. Il numero delle vittime di questi muri aumenta ogni giorno: Aylan Kurdi, Angie ed Oscar Martinez, Laurent Barthélémy, questi alcuni dei tanti nomi di persone che non ce l’hanno fatta.
Gli organizzatori
«Siamo stati molto contenti perchè le persone che hanno visto la mostra ci hanno ringraziato», ha commentato Antonella Liorni, de Il Samaritano. È stata interessante, hanno dichiarato, «anche per la tipologia di notizie fornite, che non sempre è facile ascoltare sui media. Sono giunti apprezzamenti anche per l’unicità, e questo ci ripaga di tutti gli sforzi sostenuti. La partecipazione è stata tanta», ha concluso la Liorni.