MSNA. A RIETI MANCANO I TUTORI VOLONTARI

Una formazione pensata ad hoc e legata al territorio per evitare la carenza di tutori volontari per i minori stranieri non accompagnati nel reatino. Se ne è discusso in un convegno Unicef e ARCI

di Pier Luca Aguzzi

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Lo scorso 20 giugno nell’Aula Consiliare del Comune di Rieti UNICEF, in collaborazione con ARCI, ha organizzato il convegno La tutela volontaria dei minori stranieri non accompagnati, in occasione del quale è stato approfondito il tema della disponibilità di tutori volontari nel reatino. La zona reatina è caratterizzata da una carenza di tutori volontari: molti degli aspiranti tutori volontari che vengono formati a Roma Capitale preferiscono rimanere in loco, solamente una minima parte viene redistribuita sulla Regione Lazio, e in questo caso su Rieti. Una mancanza che non permette ai minori stranieri non accompagnati di integrarsi fino in fondo nel tessuto sociale della città e della provincia. Come ben spiegato dalla Garante dell’infanzia della Regione Lazio Monica Sansoni in occasione del convegno, ogni mese vengono stilate nuove liste di tutori volontari formati dopo un percorso ben strutturato, ma di questi una bassissima percentuale viene dirottata a Rieti. Come risolvere il problema? Secondo quanto espresso dall’assessora ai Servizi Sociali del Comune di Rieti, Giovanna Palomba, sarebbe opportuno iniziare a formare direttamente nel capoluogo reatino gli aspiranti tutori volontari, facendo conoscere loro il territorio ed evitando la dispersione. «I ragazzi che vengono nel reatino hanno bisogni che vanno rispettati e soddisfatti. I ragazzi andrebbero seguiti colmando i vuoti per supportare al meglio la loro integrazione. La comunità non è preparata, quindi referenti locali in stretta connessione con chi è preposto ad accoglierli aiuterebbero molto», ha concluso. Quanto costa ad un Comune accogliere un msna? Quanti ne giungono a Rieti? Come porre rimedio alla carenza di tutori volontari? Questi i temi approfonditi nel corso dell’incontro. «L’affidamento in accoglienza dei minori», ha sottolineato il Prefetto Pinuccia Niglio, « non è facile, con una disponibilità di posti inferiore alle reali necessità. All’accoglienza, che richiede una formazione specifica degli operatori, segue l’inserimento, spesso complesso, che porta con sé il tema della frequenza scolastica e dell’insegnamento dell’italiano». A 18 anni, poi, ha continuato Niglio, «questi ragazzi non sono autonomi da un giorno all’altro, spesso diventano fantasmi».

L’esperienza reatina di ARCI

Dal 2013, così come ha sottolineato Roberta Dionisi, Project Coordinator presso Arci Rieti, «il SAI a Rieti è presente con la parte dedicata agli adulti affidata alla Caritas, e la parte dedicata ai minori con ARCI. La casa famiglia Il Nespolo per minori italiani e stranieri accoglie situazioni di vulnerabilità complesse. Dal 2014 con il Comune di Rieti accogliamo minori stranieri non accompagnati 16-18 anni. Abbiamo aperto tre appartamenti e prendiamo al massimo 15 ragazzi, per seguirli al meglio. I ragazzi vivono in semi-autonomia, frequentano tutti le scuole superiori e la scuola di italiano». È fondamentale, ha insistito Dionisi, «creare sinergie per un’accoglienza giusta, ragionata, non improvvisata, per raggiungere un ottimo inserimento. La figura del tutore volontario nel reatino è carente, là dove è, invece, fondamentale che la figura del tutore stia sul territorio».

MSNA. A RIETI MANCANO I TUTORI VOLONTARI

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