A TIBURTINA LA SOLIDARIETÀ È A TERRA: NON PASSARCI SOPRA

4 percorsi tematici, 91 immagini, 91 modi di interpretare la solidarietà. È la mostra fotografica a terra del Censis. Quanti esiteranno a passarci sopra?

di Chiara Castri

È un invito alla misericordia – alla gratuità – e all’attivazione personale. È un invito a lasciarsi smuovere il cuore, alla solidarietà. È il titolo della mostra fotografica voluta da Censis, Roma Tiburtina e Bnl nell’ambito del Giubileo della Misericordia. Dal 20 Ottobre al 4 Novembre la galleria principale della stazione Tiburtina ospiterà Non passarci sopra. Quattro percorsi per scoprire il valore della gratuità. Una mostra d’immagini, un vero e proprio percorso di racconti. 91 fotografie accompagnate da una breve didascalia che raccontano l’impegno, la storia e le storie delle realtà che hanno aderito al progetto. Un universo variegato che mette insieme piccole organizzazioni non profit e fondazioni bancarie, grandi aziende, piccole e medie imprese e multinazionali che, con uno scatto, condividono il loro modo di intendere la solidarietà e l’attivazione verso l’altro, il loro modo di produrre valore sociale.

non passarci sopra
L’immagine con cui Progetto Itaca Roma ha scelto di partecipare a Non passarci Sopra

Le immagini saranno incastonate entro quattro percorsi tematici – i bambini, i giovani, il futuro; i malati e gli anziani; i migranti; la solitudine e lo sguardo alle periferie – a comporre un “decumano della misericordia”. «Uno dei grandi problemi del nostro tempo», ha spiegato Giulio De Rita, curatore della mostra, durante la presentazione di questa mattina a Roma, «è il disinteresse. Riceviamo troppe informazioni e girare la testa dall’altra parte è fin troppo semplice. Però, almeno, dobbiamo guardare dove mettiamo i piedi». Di qui la scelta di esporre le fotografie direttamente sul pavimento della stazione Tiburtina. «Per la stazione Tiburtina passano circa 70mila persone ogni giorno. Il nostro è un po’ un gioco dell’oca: quanti esiteranno a mettere i piedi sulle immagini? Molti andranno di fretta, alcuni sposteranno il piede all’ultimo passo, pochi, forse, si fermeranno a leggere le didascalie, qualcuno vorrà approfondire». È questo l’obiettivo: comunicare il sociale in un modo che è fuori dagli schemi, ma, soprattutto, far passare il messaggio che la gratuità e la solidarietà sono a portata di tutti. «La nostra non è una provocazione», ha sottolineato Giulio De Rita. «Non ci sono immagini di disperazione, quanto, piuttosto, di speranza. Immagini che rappresentano sempre quel qualcuno che sta dietro a quella disperazione e che nella disperazione dà sostegno, la risposta di misericordia e gratuità alla sofferenza. Vogliamo che chi guarda quelle immagini si chieda “Io cosa posso fare?”. Un progetto, come ha sottolineato il curatore della mostra, che è stato anche occasione di scambio, contaminazione e misericordia tra gli stessi partecipanti. «Ognuno ha portato realtà, idealità, culture, religioni, forme di impegno diversi», ha spiegato De Rita. «91 modi di interpretare la misericordia per 91 motivazioni diverse.

Non passarci sopra: comunicare il sociale e creare fiducia

Non solo una mostra fotografica, quindi. Non passarci sopra diventa un interessante modo alternativo di comunicare la solidarietà, l’attivazione volontaria, in un’epoca in cui le pagine dei giornali le fa il conflitto. «Oggi non abbiamo un problema cognitivo», ha spiegato durante la presentazione Leonardo Becchetti, docente di Economia politica all’Università di Tor Vergata, «ma culturale, di comunicazione.

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Un particolare del “decumano della misericordia”

Molte persone vedono nell’altro una minaccia, sono convinte che se l’altro prenderà una fetta di torta, la loro porzione sarà più piccola. Sui social queste persone fanno un rumore assordante. Il nostro compito è comunicare quel surplus di valore, quella ricchezza che si crea – e resta – facendo le cose insieme. È raccontare che misericordia, gratuità, fiducia, cooperazione sono, anche economicamente, più vantaggiose. È diffondere quella fiducia che crea generatività.» Una scelta originale, secondo il sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Bobba, da più punti di vista. «Nella scelta del linguaggio, del luogo – anzi del non-luogo che è spesso una stazione – dei soggetti delle immagini».
In quel 10% di persone che si fermerà a leggere le didascalie e che capirà che «la misericordia, la gratuità arricchiscono anche chi le fa», ha concluso Giulio De Rita, «ci sarà qualcuno che vorrà approfondire ancora. È con questo obiettivo che abbiamo organizzato un calendario di visite di immersione»: i partecipanti potranno visitare alcune delle realtà che danno sostegno a migranti, detenuti, senza fissa dimora, rom, sperimentare il loro impegno. Accanto alla mostra fotografica a terra e alle visite di immersione, l’iniziativa “Misericordia 2016, le periferie al centro”, prevede una serie di seminari e dibattiti. «La nostra è stata una scelta singolare», ha chiosato Giuseppe De Rita, presidente del Censis. «Perché qui non ci sono numeri o statistiche: la linea tra la sicurezza del vivere insieme e la certezza di senso di un afflato verso l’altro è così sottile da non poter essere oggetto di studio».

A TIBURTINA LA SOLIDARIETÀ È A TERRA: NON PASSARCI SOPRA

A TIBURTINA LA SOLIDARIETÀ È A TERRA: NON PASSARCI SOPRA