NON SIANO I POVERI A PAGARE L’EMERGENZA. UN DIBATTITO EUROPEO
Come assicurare che non siano i poveri a pagare per il Covid-19: ne ha discusso la Rete Europea contro la povertà
di Giulia Segna
16 Luglio 2020
Martedì 14 luglio si è tenuta la conferenza annuale della rete europea contro la povertà EAPN, intitolata “How to ensure the poor don’t pay for Covid-19” (Come assicurare che non siano i poveri a pagare per il Covid-19). Il dibattito, incentrato sui danni economici e sociali che la pandemia ha arrecato alle persone in povertà, ha visto la partecipazione di oltre 160 persone da tutta Europa, collegate attraverso una piattaforma online a causa delle vigenti norme di distanziamento fisico.
L’evento ha una cadenza annuale e vede protagonisti esponenti della società civile, ricercatori, rappresentanti delle istituzioni, ma anche – e soprattutto – persone che vivono in povertà, invitate a raccontare la propria realtà e avanzare proposte. Considerata la pandemia da Covid-19 in atto, gli organizzatori di EAPN hanno deciso di connettere il tema della vulnerabilità socio-economica con quello della emergenza sanitaria: il lockdown ha peggiorato le condizioni di vita di molte persone, in particolare quelle dei lavoratori precari, dei senza dimora e delle famiglie in difficoltà.
Le proposte dalla Spagna
A spiegarlo è stata Graciela Malgesini, rappresentante della rete spagnola di EAPN. Il lavoro di ricerca da lei condotto ha mostrato la differenza di scenario pre e post Coronavirus, evidenziando che nel secondo i poveri sono aumentati, o almeno sono più visibili. Tra le raccomandazioni urgenti rivolte alle istituzioni europee: un coordinamento europeo in materia sanitaria; politiche a tutela dei lavoratori e delle persone a rischio povertà; azioni per contenere l’impatto psicologico delle misure di distanziamento fisico. Nell’ottica del lungo termine, invece, le raccomandazioni sono: adozione da parte dell’UE di una strategia sociale e sostenibile; politiche di contrasto alla povertà; piena partecipazione delle persone vulnerabili; abbandono della linea dell’austerità.
Il reddito minimo
«Sei povero quando cominci a guardare il prezzo di ogni cosa che compri» ha raccontato Sonja Leemkuil, persona in povertà e membro della rete olandese di EAPN. «Vivere con pochi soldi vuol dire dover fare sempre una scelta. Riuscire, di tanto in tanto, ad acquistare un cibo gustoso, far visita ai figli e ai nipoti o concedersi un’attività divertente è davvero un regalo». Sonja ha proseguito la narrazione evidenziando che essere poveri vuol dire essere esclusi dalla società, impossibilitati a partecipare a qualsivoglia decisione. “»Diventi invisibile agli occhi della comunità, dei tuoi amici, dei politici del tuo Paese”.
Tra i rappresentanti istituzionali Nicolas Schmit, Commissario europeo al Lavoro e ai Diritti sociali, che ha affermato la necessità di un reddito minimo adeguato per tutti, battaglia storica di EAPN. «Chiunque ha il diritto di vivere una esistenza dignitosa in ogni fase della vita. La Commissione europea inizierà presto a lavorare per la realizzazione di un quadro di riferimento europeo sul reddito minimo, che toglierà le persone dalla povertà».
Una strategia a lungo termine
A prendere subito dopo la parola è stato Olivier De Schutter, relatore speciale per le Nazioni Unite sulla povertà e i diritti umani: «I diritti sulla carta sono troppo distanti da quelli di cui le persone beneficiano realmente. Spesso la gente ignora i diritti di cui dovrebbe godere. La partecipazione delle persone in povertà alla vita sociale ed economica è fondamentale per progettare buone politiche».
La conferenza ha visto un’animata partecipazione delle persone in povertà. Confronti, riflessioni, esperienze condivise si sono susseguiti per l’intero pomeriggio.
È stato l’intervento conclusivo di Katarina Ivanković-Knežević, della Direzione generale Lavoro e Affari sociali, a mettere tutti d’accordo: la rappresentante della Commissione europea ha affermato che se si vuole sconfiggere realmente la povertà e la disuguaglianza, in ogni sua forma, è necessario che le istituzioni europee pensino ad una strategia a lungo termine, coordinata, sostenibile e partecipata.
Esattamente ciò che EAPN sostiene dal 1990, anno della sua costituzione.
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