MIGRANTI NEL LAZIO: QUEI NUMERI CHE SMENTISCONO LA FAVOLA DELL’INVASIONE
I dati di realtà del tredicesimo Rapporto dell'Osservatorio romano sulle Migrazioni. E il tentativo di una narrazione alternativa fatta di opportunità
08 Giugno 2018
Quanti sono i migranti a Roma e nel Lazio? Chiedetelo per le strade, magari alla fermata del tram, al mercato o persino negli uffici. La risposta sarà sempre un numero di gran lunga maggiore rispetto a quello reale. Questione di percezioni alimentate dai media e della politica che i dati spesso spazzano via. Perché, come sostengono i sociologi, per migliorare la nostra società dobbiamo conoscerne la situazione demografica. Nella regione gli stranieri sono 662.927, il 51,9% dei quali donne, il 13,1% dei residenti in tutto il Paese. Numeri e statistiche che emergono dall’Osservatorio romano sulle migrazioni che ha presentato il suo tredicesimo rapporto, il terzo nato dalla collaborazione tra Centro Studi e Ricerche IDOS e Istituto di Studi Politici S. Pio V. Tra il 2015, ultima rilevazione dell’Osservatorio romano sulle Migrazioni, e il 2016, quella attuale, c’è un incremento dello 0,4%, mentre la popolazione complessiva in Italia è diminuita dello 0,1%. A questo andamento hanno contribuito diverse voci, tra cui i nuovi nati da genitori stranieri (1/6 di tutti i bambini nati in regione) e i nuovi iscritti in anagrafe dall’estero. Un fattore fondamentale considerato il caso tutto italiano della bassissima natalità.
I NUMERI. Chi arriva, in molti casi, decide di mettere radici. La statistica ha registrato infatti più di 11mila acquisizioni di cittadinanza italiana nel Lazio, persone a cui viene data la definitiva possibilità di partecipare in tutto e per tutto alla vita sociale, politica ed economica dello Stato. Il Lazio è però anche Regione di partenza di italiani che vanno all’estero: sono in 58.115 ad essersi cancellati per l’estero tra il 2008 e il 2016 (il 9,3% dei 623.885 italiani cancellati dall’Istat nello stesso periodo) e 10.956 solo nel 2016.
L’area Metropolitana di Roma è ancora una volta la prima provincia per numero di immigrati presenti (545 mila sui 5 milioni residenti in Italia). La Città Eterna ha nei Municipi I (oltre 45 mila stranieri), V e VI quelli a più alta concentrazione, mentre fuori dal raccordo in cima alla lista ci sono Guidonia Montecelio (più di 11mila), Fiumicino e Pomezia. Tre conferme rispetto all’osservazione di un anno fa. Romeni (181.24 mila), filippini (43.663), bangladesi (33.259) e cinesi (21.619) le comunità maggiori, con un incremento significativo rispetto all’ultimo studio di cittadini provenienti da Nigeria (+8,4%), Egitto (+6,4%) e Marocco (+2,7%).
RISORSE DI CUI L’ITALIA HA BISOGNO. Questi però non solo soltanto numeri. Sono risorse di cui il nostro Paese ha disperato bisogno per mantenere in piedi la propria struttura. Solo sul territorio di Roma Capitale si contano ben 48.563 imprese gestite da lavoratori di origine straniera, ma incidono in maniera importante sul tessuto economico anche i lavoratori dipendenti che sono occupati prevalentemente nelle industrie. «Le piccole comunità rinvigoriscono lì dove il contributo degli immigrati favorisce la ripresa dell’economia e il ripopolamento di alcune aree» ha dichiarato Vincenzo Ludovisi, vice Presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani – Lazio, ieri, durante la presentazione del rapporto dell’Osservatorio romano sulle Migrazioni. «I dati economici dimostrano inoltre che l’accoglienza, oltre a essere un atto di umanità, è anche un affare per lo Stato». Sul tema dell’accoglienza il Lazio si dimostra tra le regioni più positive grazie all’esperienza diffusa dello Sprar (la cui rete rappresenta il 12% di tutto lo Sprar nazionale), anche se restano troppo pochi i comuni – 1 su 8 – che hanno aperto le proprie porte ai migranti nei termini dell’accoglienza diffusa.
NARRAZIONI ALTERNATIVE DI ACCOGLIENZA. Tra le esperienze raccontate nel volume quella del Comune di Monterotondo per le donne migranti, del Cas di Poggio Mirteto per i migranti economici, del territorio pontino per i corsi di italiano e la formazione dei nuovi cittadini, fino ad arrivare ai Corridoi umanitari – progetto che offre ai rifugiati e ai richiedenti asilo vulnerabili vie d’accesso sicure e legali sul territorio italiano – sostenuti dall’attività di Comunità di Sant’Egidio, Tavola Valdese, Chiese Evangeliche e Conferenza Episcopale Italiana insieme al Ministero degli Esteri e a quello dell’Interno.
Nel Lazio sono 9 i comuni che ospitano i 184 migranti provenienti da Medio Oriente (Siria in particolare) ed Etiopia, arrivati attraverso questo prezioso e innovativo canale protetto che vede la collaborazione tra famiglie, comunità, parrocchie e associazioni: alcuni nel comune di Roma, Aprilia, Campoleone, Frosinone, Frascati, Lanuvio, Monteporzio Catone, Pomezia e Morena (Roma). «I percorsi di convivenza che vengono costruiti dal basso sono sempre i più efficaci» ha sostenuto la ricercatrice e curatrice del rapporto dell’Osservatorio romano sulle Migrazioni Ginevra Demaio. «L’integrazione si fa sempre insieme, a volte anche scontrandosi, ma superando le difficoltà nell’ottica del bene comune». In definitiva, il valore più importante di questa indagine è il racconto delle opportunità che offre l’immigrazione. Un racconto fatto prevalentemente dalle associazioni, dalle realtà e dai singoli nella testimonianza di esperienze quotidiane. Non sono solo dati, ma il tentativo di una narrazione nuova e più corretta che giunge direttamente dalle periferie.
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