ROMA. CAMMINANDO CON OTTAVO COLLE SI VEDE UNA CITTÀ DIVERSA

Una giornata al Monte dei Cocci, con l'associazione che mette periferie e spazi industriali al centro del turismo locale.

di Lucia Aversano

«L’ordine è la virtù dei mediocri», dice Gabriele ad Antonietta in “Una giornata particolare”, film di Scola ambientato a Roma durante il fascismo, e precisamente il giorno della visita del Führer nella Capitale. L’ordine era la virtù del fascismo, e tutto ciò che concerne quegli anni è stato contraddistinto da tale virtù, compreso l’assetto urbanistico della Capitale.

 

LE BORGATE UFFICIALI. Nascono proprio durante il ventennio le 12 borgate ufficiali di Roma (Acilia, Primavalle, Trullo, Tormarancia, Quarticciolo, Villa Gordiani, Prenestina, San Basilio, Pietralata, Tufello, Val Melaina, Torre Gaia), con lo scopo di allontanare dal centro della città gli abitanti più poveri e rendere lo spazio all’interno delle Mura pulito e ordinato. Miseria e povertà dovevano essere tenuti lontano dagli occhi del mondo, Roma doveva offrire un’immagine di se trionfante dove ogni cosa doveva essere al proprio posto.

Nonostante il ventennio sia finito da un pezzo, l’eredità urbanistica del fascismo, a Roma, è presente ancora oggi: le borgate ufficiali sono ormai all’interno della città e molte di loro non rappresentano nemmeno più l’estrema periferia, persiste però quel concetto, anzi quel preconcetto, che avvolge da sempre ciò che si trova ai margini. La borgata raffigura nell’immaginario un luogo senza anima e meritatamente distaccato dal resto del mondo.

Fortunatamente la realtà è ben diversa per chi vive, frequenta e studia la periferia romana.

 

ottavo colle
Roma, Monte dei Cocci. La vista sul Mattatoio

LE INCURSIONI URBANE. A restituire dignità a questi luoghi ci pensa da tre anni l’associazione culturale Ottavo Colle, che ha lo scopo di offrire una chiave di lettura diversa e di raccontare una città dove si respira aria di cultura, anche nei luoghi distanti geograficamente dagli itinerari classici del turismo.

Il lavoro dell’associazione non è circoscritto ai 12 quartieri del fascismo: oltre a raccontare le borgate attraverso le storie di chi le ha vissute, offre l’opportunità di vivere un turismo locale a 360 gradi. Per esempio, tra le incursioni urbane organizzate dall’associazione, vi sono i rioni coinvolti dalla gentrification: Testaccio, Monti, Pigneto, Trastevere e Torpignattara; c’è Corviale con il suo serpentone; c’è Ostia, cornice dei film di Caligari; l’Ostiense e i murales di Tor Marancia. Spostandosi verso il centro c’è la zona della Flaminia con la sua Piccola Londra; e viale XXI Aprile con i palazzi Federici, set di “Una giornata particolare”.

 

OTTAVO COLLE. Un lungo elenco in divenire di percorsi che raccontano attraverso la poesia, il cinema e l’arte urbana, la periferia e l’archeologia industriale della città. «Per Ottavo Colle il cammino significa azione, costruzione e narrazione. Il percorso in uno spazio non è soltanto la linea che disegna l’atto di attraversare, ma è il racconto dello spazio attraversato.»

Ottavo colle è il frutto di un percorso accademico unito ad una passione: quella di Irene Ranaldi, sociologa urbana, nonché presidente dell’associazione, la quale ha messo in atto la sua visione di città dando origine ad un nuovo modo di essere turista nella metropoli. La sociologa è stata anche la prima in Italia ad aver trattato il discorso della gentrificazione con il libro “Gentrification in parallelo: quartieri tra Roma e New York”. Dunque “Ottavo colle” nasce ufficialmente tre anni fa, ma l’idea di mettere in atto un progetto che raccontasse gli spazi urbani attraverso le storie di chi quegli spazi li ha vissuti, ha origine molti anni prima.

 

Ottavo Colle
Roma, Monte dei Cocci. Il modo in cui i romani sistemavano i pezzi delle anfore

IL MONTE DEI COCCI. A Roma sono 60 i siti archeologici chiusi al pubblico per mancanza di personale. Uno di questi è il Monte dei cocci a Testaccio. Tali siti possono essere visitati solo previa richiesta al Comune di Roma. È qui che “Ottavo colle” organizza una delle visite più suggestive, perché Monte Testaccio è l’ottavo colle, un colle immaginario che segue i canonici sette. Unico nel suo genere, il Monte è alto circa 36 metri e largo 1 km.

È interamente formato dai resti delle anfore oleari provenienti dall’Andalusia scaricate nel vicino porto fluviale Emporium, che non potendo essere riutilizzate venivano qui portate e distrutte. Ma i romani, che non lasciavano nulla al caso, oltre a disporre i cocci in maniera ordinata, per evitare la proliferazione dei batteri dovuta ai residui organici, stuccavano con la calce i resti delle anfore. Così per tre secoli, dal I al III, dando vita a una delle discariche più antiche della storia giunte fino a noi.

 

ottavo colle
Roma. la vista da Monte dei Cocci verso la Piramide Cestia.

UNO SGUARDO DIVERSO. Oltre alla peculiarità del sito, la panoramica che si può godere sulla cima del monte è mozzafiato. I tre gazometri, il mattatoio e il “ponte di ferro” da un lato, la Piramide Cestia e campo Testaccio dall’altro. Pezzi di storia moderna che concertano con quella antica in attesa del prossimo cambiamento.

Dopo una passeggiata con “Ottavo colle” il turista locale non vedrà più la periferia con gli stessi occhi; grazie al costante lavoro di ricerca di Irene Ranaldi, ai margini si restituiscono la giusta bellezza e la reale importanza culturale.

 

Tutte le foto di questo articolo sono di Lucia Aversano.

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