PARALIMPIADI 2024. CON RIGIVAN E DOMIZIANA, IN PIÙ DI DIECI DAL LAZIO A PARIGI

L'attesa per gli atleti dal Lazio, l'esordio alle Paralimpiadi di Valentina Petrillo, velocista transgender e ipovedente e una campagna social per cambiare l’approccio verso gli atleti paralimpici. Pancalli: «L’asticella è alta. Parigi è una nuova pagina di storia dello sport tutta da scrivere»

di Antonella Patete

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Mancano solo una manciata di giorni alla diciassettesima edizione dei Giochi Paralimpici, che prenderanno il via il prossimo 28 agosto con la Cerimonia inaugurale in Place de la Concorde e negli Champs-Elysées per terminare l’8 settembre. In gara alle Paralimpiadi 2024 4.400 atlete e atleti provenienti da 185 Paesi diversi per competere in 549 eventi medaglia. Gli azzurri saranno 141 (70 donne e 71 uomini), capitanati dai due portabandiera Ambra Sabatini e Luca Mazzone e suddivisi in 17 discipline, mai così tante nella storia del movimento paralimpico italiano: atletica, badminton, canoa, canottaggio, ciclismo, equitazione, judo, nuoto, scherma, sitting volley, sollevamento pesi, taekwondo, tennis in carrozzina, tennistavolo, tiro a segno, tiro con l’arco, triathlon.

Luca Pancalli: «Senza i Giochi paralimpici tante conquiste non avrebbero visto la luce»

«Ogni edizione delle Paralimpiadi è unica e irripetibile. Così come uniche e irripetibili sono le emozioni che accompagnano chi si appresta a vivere uno dei più importanti eventi sportivi planetari», ha scritto il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, nella Media Guida del team azzurro ai Giochi Paralimpici di Parigi. «Senza l’esplosione di Londra 2012, l’entusiasmo di Rio e la visibilità di Tokyo – solo per citare le ultime edizioni – sono convinto che tante conquiste ottenute nel mondo ancora non avrebbero visto la luce. Non fa eccezione l’Italia, il Paese che in questi anni ha saputo diventare un modello organizzativo e sportivo, studiato e apprezzato nel mondo. Parigi rappresenta una nuova pagina di storia dello sport tutta da scrivere», ha aggiunto il presidente del Cip. «Il nostro Paese si avvicina a questo appuntamento forte del bilancio di Tokyo, ben 69 medaglie conquistate e il miglior risultato dell’epoca moderna. L’asticella è, dunque, molto alta ed è forte la consapevolezza che servirà un’altra grande impresa».

Paralimpiadi 2024
Per molti anni Valentina Petrillo ha vissuto con un duplice segreto: sentirsi donna e vedere poco o nulla. «Non avevo mai visto una sportiva transgender e non avevo avuto modelli positivi a cui ispirarmi». Ph Fispes/Augusto Bizzi

Valentina Petrillo: «Spero che il mio esempio faccia da apripista ad altre atlete come me»

Tra le novità di questa diciassettesima edizione, anche l’esordio alle Paralimpiadi di Valentina Petrillo, velocista transgender in gara sui 200 e 400 metri piani nella categoria T12, quella degli atleti ipovedenti. Un caso che sta già facendo parlare e continuerà a far discutere nei prossimi giorni. Classe 1973, napoletana di origine, ma bolognese di adozione, Valentina Petrillo è affetta dalla malattia di Stargardt, la forma più comune di degenerazione maculare ereditaria. «Il mondo paralimpico è un passo avanti», spiega. «Le prime linee guida del CIO per includere le persone trans nelle competizioni sportive sono datate 2015, ma è compito delle singole federazioni definire le regole vere e proprie. La World Athletics ha stabilito criteri molto restrittivi per le persone transgender, mentre il mondo paralimpico si attiene alle regole del CIO, che ha affermato il principio della non presunzione di vantaggio». Per molti anni Valentina Petrillo ha vissuto con un duplice segreto: sentirsi donna e vedere poco o nulla. Il coming out è avvenuto in due tappe diverse. Grazie all’Istituto dei ciechi Francesco Cavazza di Bologna ha compreso che si poteva vivere una vita normale anche da ipovedente e ha cominciato a coltivare il suo sogno di sempre: la corsa. Ma ci sono voluti molti più anni per trovare il coraggio di intraprendere il percorso di transizione e solo nel settembre 2020 ha esordito nella categoria femminile dei Campionati italiani di atletica leggera paralimpica. «Non avevo mai visto una sportiva transgender e non avevo avuto modelli positivi a cui ispirarmi», afferma. «E ora spero che il mio esempio faccia da apripista ad altre atlete come me e che la mia presenza a Parigi favorisca l’inclusione delle persone LGBT».

Paralimpiadi 2024
Rigivan Ganeshamoorthy è nato a Roma nel 1999 da genitori dello Sri Lanka. Alle Paralimpiadi 2024 è al suo esordio nelle specialità del lancio del disco e del giavellotto. Ph Fispes/Massimo Bertolini

Rigivan, Domiziana e i tanti gli atleti provenienti dal Lazio

Sono oltre una decina gli atleti e gli ufficiali di gara in arrivo a Parigi dal Lazio. Tra loro Rigivan Ganeshamoorthy, nato a Roma nel 1999 da genitori dello Sri Lanka, lui al suo esordio paralimpico nelle specialità del lancio del disco e del giavellotto. La sua avventura con l’atletica paralimpica è del tutto casuale, si legge sulla Media Guida del team azzurro ai Giochi Paralimpici di Parigi, dove è possibile trovare i profili di tutti gli atleti in gara. Dal 2017 Ganeshamoorthy è affetto da sindrome Guillain-Barré, a cui nel 2019 si è aggiunta una lesione cervicale causata da un incidente. «Avevo provato a giocare a basket in carrozzina», racconta. «L’ho conosciuto all’Ospedale Santa Lucia, quando nel 2019 ero in riabilitazione dopo la caduta che mi è costata una lesione cervicale. Ma era molto faticoso, non faceva per me. Poi un giorno nell’officina meccanica dove lavoro scambio due parole con un esponente della Fispes, che mi invita a provare con l’atletica». E da subito scopre un talento per i lanci, ottenendo risultati eccezionali. Anche per Domiziana Mecenate questa sarà la prima partecipazione ai Giochi. Romana, classe 2002, ex ginnasta, ha riportato una lesione midollare cadendo in allenamento e a Parigi gareggerà nel nuoto (50 dorso e nei 100 stile libero). «Gli Europei di Madeira di marzo scorso sono state le prime gare internazionali importanti e per me è stato elettrizzante», dice. « A Parigi verranno con me i miei genitori, mia sorella, il mio ragazzo, oltre al mio portafortuna che sarà fondamentale: un orecchino che metto al terzo buco dell’orecchio e poi dei peluche, che per me hanno un grande valore affettivo».

Paralimpiadi 2024
I due portabandiera Ambra Sabatini e Luca Mazzone. Pancalli:«Senza l’esplosione di Londra 2012, l’entusiasmo di Rio e la visibilità di Tokyo, sono convinto che tante conquiste ottenute nel mondo ancora non avrebbero visto la luce»

La campagna dell’Ipc: «Io non partecipo ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024. Io gareggio»

Mentre i motori delle Paralimpiadi si scaldavano il Comitato Paralimpico Internazionale (Ipc) ha lanciato una campagna social per chiedere ai media e all’opinione pubblica di cambiare l’approccio, anche linguistico, nei confronti degli atleti paralimpici. La campagna, sintetizzata nello slogan «Io non partecipo ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024. Io gareggio» è stata sposata da numerosi campioni tra cui le italiane Ambra Sabatini e Bebe Vio. La campagna si inserisce nel solco del video Paralympic Dream, diffuso nelle scorse settimane, che sorprende gli spettatori contrapponendo una presentazione idilliaca e sognante dei Giochi con quello che sarà il vero spirito delle gare improntate a un acceso e feroce agonismo. «Gli atleti paralimpici sono stati spesso descritti dai media come “partecipanti” e non “concorrenti”. Ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024, è ora di mettere le cose in chiaro», ha dichiarato il responsabile della comunicazione dell’Ipc, Craig Spence. «La lingua gioca un ruolo determinante nel modo in cui le persone vengono percepite, soprattutto quando si tratta di persone con disabilità e paralimpici. È importante usare il linguaggio giusto, motivo per cui questa campagna intende suscitare interesse sull’argomento in vista delle Paralimpiadi di Parigi 2024».

PARALIMPIADI 2024. CON RIGIVAN E DOMIZIANA, IN PIÙ DI DIECI DAL LAZIO A PARIGI

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