#PECCATOCAPITALE. PARTE LA PETIZIONE CONTRO GLI SGOMBERI FORZATI
L'ha lanciata l'Associazione XXI luglio per chiedere una moratoria degli sgomberi degli insediamenti Rom
05 Ottobre 2015
A Roma nel 2013 ci sono stati 54 sgomberi forzati di insediamenti Rom, con 1.250 persone coinvolte; nel 2014 ce ne sono stati 34 con 1,150 persone coinvolte; nel 2015, prima dell’annuncio del Giubileo, ce ne sono stati 7, con 100 persone coinvolte, ma dopo l’annuncio ce ne sono stati ben 65, che hanno coinvolto 975 persone.
I dati sono stati raccolti dall’Associazione 21 Luglio e presentati oggi a Roma, in occasione del lancio di una petizione internazionale, #Peccatocapitale, per chiedere una moratoria in occasione dell’anno giubilare. Secondo l’associazione, infatti, c’è un rapporto tra l’incremento degli sgomberi forzati e l’arrivo del Giubileo: vero o non vero, resta il fatto che i numeri sono davvero alti.
Effetti devastanti
Gli sgomberi forzati ledono i diritti umani, sono traumatici, costano e non risolvono alcun problema. Anche perché, ha ricordato il presidente dell’associazione Carlo Stasolla, la prassi è che si distruggono le abitazioni, ma non si propongono alternative. O meglio, «viene proposta la separazione del nucleo, con le donne e i bambini in qualche struttura e i padri da un’altra parte, per poi poter dire che i Rom rifiutano l’alternativa, che preferiscono i campi».
Inquietante è il fatto che dopo l’annuncio del Giubileo il numero degli sgomberi sia così lievitato. Monsignor Paolo Lojudice, vescovo ausiliare di Roma Sud, ha ricordato che «Il Giubileo è anche momento di conversione, di cambiamento», perciò è importante «cogliere l’occasione per chiedere alla Pubblica Amministrazione un’attenzione diversa. Il Giubileo deve essere essenzialmente una provocazione per i cattolici, ma anche per l’umanità, perché faccia più attenzione a certi temi, perché torni all’essenziale».
Tanto più che «storicamente il Giubileo è nato per dividere più equamente i beni che abbiamo», ha ricordato padre Alex Zanotelli, «e non possiamo dimenticare che i Rom sono da sempre capro espiatorio di qualunque cosa». Purtroppo però «siamo troppo divisi. Dobbiamo mettere insieme tutte le realtà sensibili a questo problema che agiscono su Roma, a poi andare tutti insieme dal sindaco».
L’appello #peccatocapitale
Ed è esattamente quello che vuole fare l’associazione XXI luglio, con il lancio della petizione #Peccato capitale, alla quale hanno aderito fino ad ora una ventina di organizzazioni impegnate nella tutela dei diritti umani. L’appello di può firmare attraverso la pagina web dedicata e verrà presentata al sindaco Marino, al prefetto Gabrielli e all’Assessore alle politiche sociali Francesca Danese. L’obiettivo, oltre alla moratoria degli sgomberi, è l’attivazione urgente di un tavolo di concertazione, per individuare soluzioni alternative rispettose dei diritti umani.
Secondo XXI Luglio, gli sgomberi fatti in questo modo sono illegali e «rappresentano una evidente violazione dei diritti umani di uomini, donne e soprattutto bambini». Secondo il Comitato sui Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite, gli sgomberi possono essere utilizzati solo come ultima risorsa, dopo avere compiuto una serie di passaggi:
– una consultazione con gli interessati;
– l’accesso alle vie legali e a una compensazione per i beni perduti;
– un preavviso congruo e ragionevole e informazioni adeguate;
– la presenza di rappresentanti istituzionali e la possibilità di identificare chi conduce lo sgombero;
– il divieto di condurre lo sgombero di notte o in condizioni meteorologiche avversa;
– la predisposizione di soluzioni abiatative alternative adeguate;
– il divieto di rendere senza tetto le persone interessate o vulnerabili ad altre violazioni dei diritti umani.