ROMA. LA FOTOGRAFIA COME PARTECIPAZIONE: UNA GIORNATA AL TRULLO
In giro per fotografare i volti del Trullo con il laboratorio di fotografia organizzato da Latitudo Art Projects. Per vedere le periferia con occhi diversi
05 Ottobre 2020
Una semplice ma spaziosa sala trasformata in laboratorio di fotografia per un pomeriggio. All’interno, sedie adeguatamente distanziate, un videoproiettore, uno schermo e, infine, una scritta non facilmente visibile, ma molto evocativa nel suo significato, che recita un passo tratto dal celebre romanzo “Il piccolo principe”: «Fai della tua vita un sogno e di un sogno una realtà».
Siamo alla Polisportiva Trullo, centro aggregativo per piccoli e adulti nella periferia sud-ovest della Capitale, ed è qui che si è tenuto lo scorso 1° ottobre il workshop gratuito del fotografo lituano Mykolas Juodele, organizzato da Latitudo Art Projects.
Grazie mille e buona giornatan appuntamento che ha visto una nutrita partecipazione di giovani e che è stato promosso dal festival “La Fantastica”, terza edizione del progetto internazionale “Magic Carpets”, quest’anno dedicata a due zone dell’XI municipio, il Trullo e Corviale. Diverse le manifestazioni, le mostre e i laboratori che sono stati proposti in questi mesi e che sono culminati in una tre giorni vissuta all’insegna del divertimento e della creatività.
Uno sguardo costruttivo
Uno sguardo costruttivo sulle periferie e sul loro futuro: è questa la dimensione che ha inteso restituire il team di Latitudo Art Projects, organizzazione impegnata nella realizzazione e diffusione non solo dell’arte, ma anche di progetti educativi volti a dare forma a idee e sogni, rendendoli tangibili. Un obiettivo di grande respiro che è stato perseguito puntando su un utilizzo e un approccio formativo a media espressivi come, ad esempio, la fotografia.
«È difficile immaginare la nostra vita quotidiana senza la fotografia», ha commentato Mykolas Joudele, artista che viaggia intensamente dal 2012, occupandosi principalmente di lavori di volontariato. «Fa parte del nostro linguaggio e, in quanto mezzo pervasivo, è capace di farci appassionare profondamente a ciò che ci circonda». Che siano luoghi, oggetti o persone. Da qui la scelta del ritratto come filo conduttore del laboratorio. «È molto più che una tecnica. Si tratta piuttosto di un metodo che consente di entrare in contatto con l’altro, di comprenderlo e di coglierne lo sguardo, vera e propria anima della persona», ha proseguito. «L’empatia e l’immedesimazione sono dunque centrali per ottenere la fiducia dei soggetti fotografati».
Spunti di riflessione importanti, che non potevano non essere corredati da suggerimenti tecnici relativi alla luce, alla composizione e alle angolazioni di ripresa. Ma, si sa, le regole sono fatte anche per essere infrante. «Basate tutto sul gioco e la sperimentazione», è il consiglio che dà Mykolas ai partecipanti. «L’importante è avere sempre rispetto per l’altro».
Per le strade, alla scoperta dei volti
Così, spinti dai suggerimenti dell’artista e dalla loro creatività individuale, grandi e piccoli hanno lasciato la sede della Polisportiva Trullo e si sono avventurati per le strade del Trullo, alla scoperta dei volti che abitano e animano quotidianamente il territorio. Narrazioni diverse ed eterogenee si sono così intrecciate tra loro, diventando specchio del reale vissuto del quartiere, che compie 80 anni proprio quest’anno. «Il Trullo ha veramente molto da dire, in quanto rappresenta uno stimolo a imparare da ciò che all’apparenza vediamo differente», ha commentato Riccardo, presente al laboratorio insieme ai suoi ragazzi del centro aggregativo giovanile. «Iniziative come questa sono fondamentali perché ci spingono a uscire fuori e a osservare con occhi nuovi la realtà che abbiamo attorno».
A non nascondere l’entusiasmo per il laboratorio di fotografia è anche Daiana, 23 anni, studentessa di giurisprudenza. «Questa esperienza ha rappresentato un’occasione non solo per dare sfogo alla mia spontaneità e creatività, ma anche per riscoprire il mio quartiere», ha confidato la ragazza al termine della passeggiata. «Il Trullo per me è pura poesia, sia dal punto di vista artistico che umano. Qui tutti ti sorridono».
“La Fondazione (segreta) del Trullo”
Si è fatta ormai sera e per ciascun partecipante è arrivato il momento di far ritorno alla Polisportiva Trullo, portando con sé gli scatti realizzati. Per chi lo desidera, però, il viaggio alla scoperta del Trullo prosegue: al termine del workshop è stata infatti presentata in anteprima un’altra importante opera di «nuova visione urbana», frutto di un laboratorio di scrittura sulla “Grammatica della Fantasia” di Gianni Rodari. A guidarlo, John Cascone, artista invitato ad arricchire, insieme a Sara Basta, la proposta de “La Fantastica”.
Nel corso degli incontri, promossi sin dal mese di maggio, gli abitanti del Trullo hanno elaborato dei racconti partendo da luoghi realmente esistenti sul territorio, ma descritti liberando la fantasia.
“La Fondazione (segreta) del Trullo” è quindi il titolo del documentario, che attraverso sette capitoli confronta i “reperti fantastici” descritti nei racconti con i luoghi reali, supponendone la veridicità. «Il tentativo dell’opera è di portare nel reale l’intuizione rodariana di poter trasformare il mondo, aprendo una visione su ciò che ancora non è ma potrebbe essere», ha spiegato Cascone. «Questa apertura a nuovi orizzonti può essere molto importante per i ragazzi, desiderosi oggi più che mai di andare al di là di ciò che è ordinario e convenzionale».
Le luci si riaccendono. La proiezione è finita e ciascuno torna a casa con una nuova consapevolezza: un’idea diversa di periferia è possibile.
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