POLO EX FIENILE: UN CUORE PENSANTE A TOR BELLA MONACA
Si fa cultura, scuola di politica e anche festa. La collaborazione tra associazioni e Università di Tor Vergata funziona.
15 Aprile 2019
L’Associazione 21 luglio, l’Università di Tor Vergata e l’Associazione Psicoanalisi Contro da due anni gestiscono il Polo Ex Fienile, uno spazio di integrazione, incontro e cultura a Tor Bella Monaca. Siamo andati a visitarlo e abbiamo parlato con gli artefici.
Entrando nell’area del Polo Ex Fienile, si resta colpiti subito dal giardino, dai bimbi che giocano, dalla serenità della gente che è venuta per l’Open Day di sabato 6 aprile: un modo per aprire il luogo alla comunità, e far conoscere le sue attività. Qui prima c’era il fienile di una tenuta. Nel 2000 il Comune, nell’ambito del Progetto Urban, lo ha ricostruito per farne un centro culturale, che è durato pochi mesi. È stato vandalizzato, occupato, e poi il Prefetto Tronca lo ha messo a bando per un affitto agevolato. Il bando è stato vinto da un’associazione temporanea di scopo formata dall’Associazione 21 Luglio, dall’Università di Tor Vergata e dall’Associazione Psicoanalisi contro, e da due anni la struttura è rinata.
Attraversando il bel giardino, che, sul fondo, ha un anfiteatro a gradoni all’aperto, si entra nella struttura. Al piano terra c’è un teatro, dove dei ragazzini stanno facendo un laboratorio di teatro. Al piano inferiore c’è una ludoteca per i più piccoli e delle sale prove per chi vuole fare musica. Al piano superiore ci sono una biblioteca, un angolo bar e lo spazio destinato alle presentazioni di libri e delle lezioni.
IL CUORE PENSANTE. «La grande sfida è stata quella di realizzare, nella periferia, progetti di qualità e innovativi, in sinergia con il territorio e coinvolgendo, in quote quasi uguali, bambini stranieri, italiani, bambini dei campi e delle baraccopoli», spiega Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio. «Qui non riconoscerai chi è Rom da chi non lo è. L’idea è quella di ripensare la città a partire da questo posto. Mi piace chiamarlo il cuore pensante della periferia romana. È un cuore che pulsa di passione, ma è pensante perché sono tante le attività culturali. Abbiamo vinto anche grazie alla progettualità che stiamo realizzando». «È stata una grande sfida», continua. «Quando il dirigente per il patrimonio ci diede la chiave ci disse: “Andate a Tor Bella Monaca, auguri!”. Io lavoro nei campi Rom da 35 anni, e per noi questa sfida non è difficile».
LA NARRAZIONE DEL QUARTIERE. Tor Bella Monaca, appunto. Un quartiere con fama di posto difficile, che sale agli onori della cronaca più per notizie di nera che per storie come questa. «C’è una narrazione assolutamente distorta di questo quartiere, è unidirezionale: non si parla di Tor Bella Monaca per il Fienile o per altre belle associazioni», riflette Stasolla. «Se oggi fosse avvenuto l’arresto di uno spacciatore domani uscirebbe questa notizia. Qui oggi sono passate almeno 250 persone e nessuno ne parlerà. Invece è un quartiere che ha delle cose meravigliose, grandi potenzialità, una minima parte di persone che delinque, ma una grandissima parte che non lo fa». Ma come è stata accolta questa nuova realtà nel quartiere? «Siamo qui da due anni, e se non fossimo stati bene accolti avremmo già trovato presenze sgradite qui all’interno», risponde Stasolla.
LA TERZA MISSIONE. La presenza dell’Università di Tor Vergata assicura una sinergia importante, dà un tono particolare al progetto. «Le università italiane hanno quella che è chiamata la terza missione, che sarebbe il fatto di collegarsi al territorio: molti la considerano un legame con il mondo dell’industria, come gli spin-off», spiega Piero Vereni, professore di antropologia all’Università di Tor Vergata. «La terza missione è anche un legame sociale con il territorio. Quando mi è stata indicata questa realtà come terza missione, ho pensato che a Tor Bella Monaca non aveva molto senso cercare industriali e fare degli spin-of. Aveva molto più senso lavorare sul territorio: l’antropologia culturale cerca proprio di studiare come nascono le comunità. Lavorare in un progetto dove si poteva provare a tessere qualche filo di comunità. Come antropologo cerco di fare incontri, come quello con le mamme, per la costruzione della genitorialità: come si può essere genitori in questo ambiente sociale? Invece di andare a predicare come farlo, raccogliamo le storie dei genitori. La mia idea sarebbe di creare un piccolo manuale di aiuto alla genitorialità».
UNA SOLITUDINE STRUTTURALE. Com’è il tessuto sociale a Tor Bella Monaca? «Quello che caratterizza la periferia romana è un po’ una fragilità forte del tessuto connettivo sociale», spiega il professore. “C’è una tendenza allo sbriciolamento e alla riduzione familiare, e addirittura all’individuo. C’è una solitudine che non è solo esistenziale, ma strutturale. Fa parte del modo in cui gli spazi sono organizzati, il modo in cui la mobilità è ridotta». «Qui il progetto è stato accolto positivamente» continua. «Ma è probabile che molti facciano fatica, parlo degli abitanti comuni, a pensare a un’alternativa vera tra lo spazio privato e la loro sfera domestica, e lo spazio pubblico della giungla sociale. Che ci siano spazi come questo, è qualcosa che fa fatica a entrare nei loro pensieri. La città li ha educati a pensare che lo spazio o è quello privato, o il privato di qualcun altro, come la palestra o il centro commerciale, oppure il nulla. Il Polo Ex Fienile è un’offerta indispensabile per il territorio, che fa fatica a incontrare una domanda che non è ancora consapevole».
Come è percepito il sociale a Tor Bella Monaca, e come vive questo progetto all’interno dell’associazionismo del quartiere? «Per noi è fondamentale, come approccio, mettersi in rete con tutti», spiega Carlo Stasolla. “Tra qualche settimana verrà formalizzata una rete tra le associazioni sul territorio. Ci sono realtà interessanti, attive, che lavorano in maniera positiva, ma c’è anche una tendenza alla ghettizzazione e al vivere il territorio come uno spazio proprio, e a cui le realtà che vengono da fuori pestano i piedi. Da questo punto di vista c’è scarsa maturità. Noi però andiamo avanti. Siamo convinti che si deve lavorare insieme, l’unica soluzione è questa».
UNA SCUOLA DI POLITICA. Tra le attività più importanti c’è la scuola di politica “I confini al centro”, una scuola di lezioni aperte alla cittadinanza: l’ultima docente, per fare un esempio, è stata Emma Bonino. «L’idea nasce da una riflessione del dopo elezioni», racconta Stasolla. «Ci siamo detti: ci ritroveremo dentro un inverno molto lungo e freddo, dobbiamo pensare nel lungo periodo e non nell’immediato. Parlando con Piero abbiamo pensato che non ci fosse niente di meglio che una scuola di politica, che mira a seminare e raccogliere nel lungo periodo. L’altra scelta importante è portare qui cose di qualità. È importante aprire alla cittadinanza, far venire le persone qui. Sono stati una quindicina i docenti che sono venuti qui».
«L’idea è nata anche da un convegno importante che abbiamo fatto l’altr’anno, I confini al centro», aggiunge Vereni. «Ne è venuto fuori un lavoro maturo, politicamente rilevante. Abbiamo deciso di offrire gli strumenti alla cittadinanza». È un’iniziativa che ci sembra un grosso segnale a tutti quelli che pensano che la politica può farla chi non è preparato, e non esserlo sembra quasi un vanto. «L’idea è proprio quella», afferma Piero. «Siamo all’antica», concorda Stasolla.
LA GENTRIFICAZIONE A TOR BELLA MONACA. I progetti futuri del Polo ex Fienile sono molti. La struttura ospiterà un centro estivo di tre settimane a giugno. A maggio sarà ospite Renato Curcio, con il suo progetto di socioanalisi narrativa. «Lo consideriamo un intellettuale importante, un uomo che lavora molto sui territori», spiega Piero Vereni. «Noi, come Università di Tor Vergata, stiamo cercando di far sì che l’Ex Fienile diventi sempre di più un polo dell’università, abbiamo un laboratorio sempre attivo, stiamo allestendo una biblioteca… l’idea è che non sia soltanto per i ragazzi del quartiere, ma che porti anche i ragazzi dell’università a Tor Bella Monaca».
L’idea allora è quella di far uscire la gente dalle case per portarla in luoghi come l’Ex Fienile, ma anche portare a Tor Bella Monaca gente che non è di qua. «Nel quartiere non ci viene nessuno, se cominciasse a diventare un punto di transito, le cose cambierebbero», spiega Vereni. «Tutto si gioca sui trasporti» aggiunge Stasolla. Chiude Vereni. «Lo slogan è: un po’ di gentrificazione a Tor Bella Monaca farebbe solo bene».
Le foto in questa pagina sono tratte dalla pagina Facebook del Polo Ex Fienile.
Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazione@cesv.org