NELLA NOSTRE CASE AUMENTANO I LAVORATORI STRANIERI, MA SONO PIÚ ANZIANI

Dossier Statistico Immigrazione 2021: trasformare la sfida dell'immigrazione in una opportunità. Anche affrontando il tema dello ius culturae

di Marco Dolfi

L’11 novembre, presso la Sala Gialla del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, si è tenuta la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2021. Giunto alla 31ᵃ edizione, il Dossier è il rapporto socio-sanitario sulle migrazioni in Italia. Viene curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS, con il Centro Studi Confronti e, da questo anno, con l’Istituto di Studi Politici S.Pio V.

Disuguaglianze e interdipendenza globale

«Il Dossier», ha esordito il Presidente del CNEL Tiziano Treu, «mette in evidenza tre fattori principali. Il primo è conseguenza diretta di quanto osservato nel rapporto dell’OCSE sulla sanità mondiale alla luce della pandemia. Le disuguaglianze si stanno riducendo tra i Paesi, ma stanno aumentando all’interno degli stessi». Il piano nazionale di Ripresa e Resilienza dei prossimi anni è incentrato su questo. La riduzione delle disuguaglianze è un tema trasversale ed è necessario arrivarci con azioni mirate su diversi settori e ambiti.

Il secondo aspetto cui ha fatto riferimento il Presidente Treu è l’interdipendenza. La pandemia ha ampiamente dimostrato l’interrelazione globale che lega il mondo intero, e in ciò è compreso il fenomeno migratorio. I migranti nel mondo sono aumentati di 108 milioni in venti anni, raggiungendo la cifra prossima ai 300 milioni. Il 3,6 % dell’intera popolazione planetaria. «In ultimo, ma non per importanza», ha continuato Treu, «colpisce che in questa situazione i lavoratori stranieri si siano resi utili più che mai».

Presentazione Dossier Immigrazione 2021
Roma. La presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2021 al CNEL

Immigrazione: da sfida ad opportunità

Nel corso della presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2021 è intervenuto Ivan Scalfarotto, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno. Ha sostenuto con forza la necessità che il tema dell’immigrazione venga colto come un’opportunità. «Per ragioni geografiche, il nostro Paese gioca un ruolo fondamentale. I flussi migratori dimostrano come dalle coste africane arrivino migranti partiti dal Bangladesh. Una vera e propria Odissea».

È infatti curiosa la posizione dell’Italia, da sempre Paese di emigrati, che si trasforma in un Paese di arrivo. Secondo Scalfarotto è importante aprire oggi al tema della cittadinanza: lo ius sanguinis ha come obiettivo quello di tenere legate le persone che partono al proprio Paese di origine. «Il tema dello ius culturae», ha proseguito, «è sintomo di un Paese che cambia, basato sulla cultura, sulla partecipazione attiva. Quello migratorio è un fenomeno talmente grande che è assurdo pensare di opporsi. Ci sono fenomeni rispetto ai quali la politica e la società hanno il dovere di gestirne la quotidianità ed hanno la responsabilità di trasformare l’immigrazione da sfida in opportunità».

Il lavoro domestico nel Dossier Statistico Immigrazione 2021

Il luogo del lavoro domestico è per i 2/3 destinato a lavoratori stranieri. Nel settore, la loro presenza è indispensabile. Essi diventano parte integrante delle famiglie presso le quali lavorano, curando i nostri cari.

Andrea Zini, Presidente di ASSINDATCOLF (Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico), ha sottolineato la necessità di operare uno sforzo per allargare il mercato del lavoro, in un contesto di assoluta legalità. Ciò rafforzerebbe il senso di appartenenza, anche attraverso l’accesso alle forme di assistenza. Il dato da tenere a mente è relativo al fatto che il contributo economico dei lavoratori stranieri è maggiore della quota di spesa pubblica a loro destinata.

Questo si inserisce in un contesto nel quale, nell’ultimo decennio, è drasticamente calata la presenza di colf, badanti e baby-sitter under 30 (-61,4%), mentre si è assistito ad un progressivo invecchiamento della forza lavoro. Sebbene nell’ultimo anno il numero dei lavoratori stranieri sia complessivamente aumentato del 5,3%, anche per effetto della procedura di emersione (passando dalle 601.223 unità del 2019 alle 633.122 del 2020), dal 2021 si sono persi 189 mila addetti stranieri. Il progressivo invecchiamento riguarda soprattutto la componente straniera (68,8% del comparto).

«Con l’invecchiamento della forza lavoro», ha concluso Zini, «e la chiusura dei canali regolari per cittadini extracomunitari, rischiamo di non avere personale a sufficienza. A pagarne il conto più grande potrebbero essere le donne, sulle quali ricade il maggior carico dei lavori di cura. Occorrono misure urgenti per il comparto, a cominciare da quelle fiscali. Servono investimenti sulla formazione per rendere il settore più appetibile per i giovani. È soprattutto necessario tornare ad un programma con quote dedicate al lavoro domestico, calcolate sul reale fabbisogno delle famiglie».

 

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