PACE: L’IMPEGNO CONTINUA ANCHE DOPO LA MARCIA

La marcia Perugia-Assisi si inserisce in iniziative e progetti di pace sui territori, come quelli del Coordinamento Comasco

di Redazione

A cura di Martina Ingrassia

Si è svolta nei giorni scorsi la sessantesima marcia per la Pace Perugia Assisi. Vi partecipano ogni anno persone che per la pace lavorano prima e dopo l’ormai tradizionale evento. Ne abbiamo parlato con Mauro Oricchio, del Coordinamento Comasco per la Pace, un’associazione nata il 3 ottobre 1997 ed attualmente formata da circa 50 organizzazioni e 30 Comuni.

Da dove nasce il tuo impegno per la pace?

«Nasce con l’esperienza del servizio civile: ero uno degli ultimi obiettori di coscienza negli ultimi anni della leva obbligatoria: avevo fatto richiesta all’Arci provinciale di Como, che era una delle associazioni che avevano fondato il coordinamento comasco per la pace e tra l’altro fui destinato a dare supporto allo staff. Finita l’esperienza di servizio civile rimasi agganciato alla realtà del coordinamento, fino al 2008 ,facendo sia attività di volontariato che alcune collaborazioni occasionali retribuite. Nel 2008 sono diventato direttore fino a gennaio 2017».

Nel concreto quali sono state le azioni realizzate durante questi anni?

«Nello specifico abbiamo lavorato su due fronti: il primo, classico, attraverso momenti di sensibilizzazione e informazione con seminari convegni e momenti di approfondimento: l’altro – che è la vera scommessa su cui abbiamo voluto investire – è fare formazione ai giovani. Penso in particolare al progetto La scuola di diritti umani, che ha permesso per più di dieci anni di fare avvicinare al mondo della pace dei diritti e della non violenza più di 100 studenti delle scuole superiori e che poi si è, nella maggior parte delle volte, concretizzato in esperienze di volontariato anche all’estero e/o impegno politico. Il coordinamento non si è voluto chiudere nei territori provinciali ma avere uno sguardo sul territorio nazionale, in particolare la partecipazione alla nascita della Rete italiana pace e disarmo, e la partecipazione alle diverse edizioni della marcia Perugia-Assisi. Sul primo fronte abbiamo portato avanti una modalità continuativa di impegno, portando sul territorio le varie campagne promosse dalla rete, in particolare la campagna Italia ripensaci! E Un’altra difesa è possibile! Campagna per la difesa civile non armata e nonviolenta, mentre con la Tavola della pace abbiamo partecipato alle varie marce proposte».

Cosa significa per te aver partecipato alla marcia?

«L’esperienza della marcia è intensa e significativa, perché permette di sentirti “meno soli” negli anni è diventata anche l’occasione per rincontrare e vedere compagni di viaggio, amici e costruire nuove relazioni. Questo secondo me è uno dei significati più importanti della marcia, avendo partecipato attivamente per circa una decina di edizioni».

Quest’anno la marcia era dedicata a Gino strada, cosa ne pensi?

«Naturalmente è stata una persona di riferimento per tutto il panorama pacifista italiano e non solo e quindi ritengo che sia stato doveroso e giusto dedicargli questa marcia. Come coordinamento comasco per la pace abbiamo sempre seguito e supportato sia Gino Strada che Emergency, tanto è vero che nei primi anni 15 di vita abbiamo ogni anno fatto un convegno annuale, in cui invitavamo personaggi nazionali e internazionali: spesso e volentieri referenti di Emergency sono stati tra i nostri ospiti, ad esempio abbiamo avuto Cecilia Strada, Marco Garatti e abbiamo ospitato nel 2001, anno di inizio della guerra in Afghanistan da parte delle forze nato, lo spettacolo Pappagalli verdi  tratto dall’omonimo libro di Gino Strada, per raccogliere fondi per Emergency».

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