ROMA. MIGLIORARE I SERVIZI PER LE PERSONE FRAGILI SI PUÒ
Il Progetto Inspire ha sperimentato un modello che contiene elementi innovativi e ha prodotto strumenti. La speranza è che vengano adottati stabilmente.
15 Dicembre 2017
È possibile cambiare i servizi sociali, per renderli più efficaci nel rispondere ai bisogni delle persone fragili? Ed è possibile farlo in una città grande e complicata come Roma, che non è certo un esempio di efficienza e innovazione?
La risposta è sì, e viene dal Progetto Inspire – Innovative Services for Fragile people in Rome. Finanziato da fondi europei, il progetto, che ha per capofila Roma Capitale, si è sviluppato lungo l’arco di un paio di anni ed è stato realizzato grazie alla partnership tra soggetti privati, pubblici e del Terzo settore – e già questa è un’indicazione – con l’obiettivo di promuovere un sistema integrato di servizi e interventi sociali per rispondere, appunto, ai bisogni delle persone fragili.
Durante la sperimentazione, sono state prese incarico 179 persone e dalla valutazione emerge che i risultati ottenuti sono stati migliori del 5-10% rispetto a quelli che si ottengono abitualmente. Perché?
LA GOVERNANCE. Il progetto nasce dalla co-progettazione tra Amministrazione Comunale, Municipi, Asl, volontariato e Terzo settore, associazioni di familiari. L’idea è di realizzare un modello di welfare condiviso, in cui i servizi socio-sanitari pubblici promuovono le risorse territoriali e fanno crescere l’economia sociale.
Non si tratta di un semplice fare rete, ma di costruire una vera governance condivisa, nella quale ognuno mette risorse e competenze e partecipa non solo al fare, ma anche al pensare e al valutare i servizi.
LA PERSONALIZZAZIONE. Il primo momento chiave, nella costruzione dei servizi, è quando arriva la richiesta del cittadino: questa va valutata attentamente, per cercare una risposta che non sia standardizzata, ma che diventi un percorso personalizzato. Serve quindi una presa in carico integrata, che considera la globalità delle esigenze della persona. Per questo il Progetto Inspire ha creato un nuovo modello di valutazione dei bisogni e delle risorse e propone l’istituzione di una centrale operativa di quartiere per i casi complessi, in modo da garantire, tra l’altro, un accesso veloce ai servizi.
E proprio perché la risposta ai bisogni è un percorso, il modello creato prevede la figura del tutor, cioé di un operatore che sostiene la persona lungo le varie tappe del percorso, facendo anche da snodo della rete dei servizi.
IL LAVORO. Nel percorso di inclusione resta centrale il lavoro. Sono stati creati dei laboratori socio-occupazionali, che garantiscono percorsi si riabilitazione sociale, perché svolgono più funzioni: educativa, formativa, di pre-inserimento lavorativo, di osservazione e valutazione delle capacità/potenzialità, di attività collettiva semiresidenziale, di preparazione al “dopo di noi” e così via.
Sono stati inoltre sperimentati dei tirocini di inclusione sociale per orientare al lavoro, aggiornare le competenze professionali, facilitare il reinserimento di inoccupati e disoccupati.
LE RETI DI PROSSIMITÀ. Il progetto punta a valorizzare le risorse dei beneficiari e le reti di prossimità, che in molti casi sono risorse preziose. Rientra in questa ottica la sperimentazione dei condomini solidali: un operatore si occupa di un piccolo gruppo di beneficiari che vivono in luoghi limitrofi, attivando reti di solidarietà (vicini, commercianti, parrocchie, associazioni…) per risolvere alcuni disagi.
Per facilitare la valorizzazione e la gestione delle reti di prossimità, il il Progetto Inspire ha anche messo a punto una app, chiamata SICS-Strumento Informativo per la Città Solidale: l’obiettivo è facilitare l’incontro tra i bisogni del cittadino e la risorsa più adatta o più vicina a lui. In pratica, il cittadino attraverso la app chiede quello che gli serve, scegliendo tra una serie di voci a disposizione, e il tutor può monitorare richieste e risposte.
IL SISTEMA INFORMATIVO. A Roma non esiste un sistema informativo unico, che sia condiviso dal Dipartimento Politiche Sociali e dai Municipi e che fornisca un quadro completo per l’analisi, il monitoraggio e la valutazione delle politiche sociali. il Progetto Inspire ha costruito un sistema informativo fruibile via web, ma trasferibile nell’intranet comunale, che permette di avere il quadro dell’offerta di servizi sociali sul territorio, di inserire i dati dei beneficiari e di seguirne le varie tappe del percorso.
GLI SPAZI. Roma è la città più vasta d’Europa, pur avendo un numero di abitanti molto minore rispetto alle altre capitali. Il territorio è cosparso di spazi verdi, ma anche di spazi vuoti e di edifici pubblici vuoti o sottoutilizzati. Una parte del progetto è dedicata al riuso e al recupero degli spazi urbani abbandonati: potrebbero essere proficuamente utilizzati per ospitare servizi. Il progetto, oltre a mappare questi spazi, ha prodotto delle linee-guida per l’attivazione di spazi “socialmente utili”.
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE. Un punto qualificante del Progetto Inspire è la convinzione della necessità di monitorare e valutare i servizi, i progetti, le sperimentazioni, per migliorare sempre più la capacità di rispondere ai bisogni del cittadino, ma anche per razionalizzare la spesa, ridurre le liste d’attesa e così via. In particolare è importante valutare quattro aree: l’impatto sui carichi familiari, quello sullo stato di salute; l’empowerment-capacità di progettare il futuro, l’autonomia personale e il benessere sociale.
All’interno del progetto è stata usata una metodologia controfattuale, che potrebbe essere adottata anche all’interno dell’Amministrazione. Anche se prima, ovviamente, viene l’adozione di una “cultura della valutazione”.
LA SPERANZA PER IL FUTURO. Il progetto ha quindi prodotto idee, ma anche sperimentazioni e progetti. La speranza è che l’Amministrazione di Roma ne faccia tesoro, tenendo conto di questo lavoro nelle proprie scelte future, a partire dal Piano sociale della città in corso di elaborazione.