LOVE LIVE. RISCOPRIRE LA RELAZIONE, LA CURA, LE EMOZIONI A SCUOLA

All’ITIS Galilei di Roma una serie di iniziative per promuovere tra le ragazze e i ragazzi l’affettività ed il benessere fisico ed emotivo. Love Live ha coinvolto, oltre ad esperti socio-sanitari, associazioni e volontari. Flavio: «Abbiamo cercato di rimuovere la pandemia, ma sono rimasti gli effetti collaterali. E umanamente siamo più distanti»

di Giorgio Marota

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L’amore è una cura. È una carezza che consola, un sorriso che incoraggia e a volte può persino essere un cerchio emotivo che si chiude. «Quando a un certo punto della lezione ci hanno chiesto di abbracciarci, ci siamo resi conto che da quattro anni condividiamo gli spazi di una classe, il tempo che è la cosa più preziosa che abbiamo, i timori per una verifica o per un’interrogazione, le simpatie e persino qualche antipatia. Ma non ci eravamo mai abbracciati, forse per pudore». Temere le proprie emozioni e sentirsi imbarazzati nell’esprimerle è normale a 17 anni, soprattutto in una società abituata a metterle in vendita a buon mercato. Flavio, studente del quarto anno dell’istituto tecnico Galilei di Roma, in zona Esquilino, quasi socchiude gli occhi mentre ripercorre le sensazioni che gli ha lasciato sulla pelle il laboratorio sul sistema biodanza che si è svolto a San Valentino nell’ambito del progetto Love Live, curato dai docenti Giovanna Carchia e Lorenzo Di Rese. I due prof hanno organizzato una serie di iniziative, nelle ore curriculari, dedicate agli alunni dell’istituto per promuovere il benessere fisico, mentale ed emotivo e per far vivere l’amore in ogni sua forma.

Love Live

Love Live: tante iniziative diverse all’insegna dell’amore per sé e per gli altri

A condurre workshop e incontri sono stati diversi insegnanti, ma anche esperti di vari settori: da quelli dell’Istituto Superiore di Sanità a quelli dell’Asl Roma1, passando per i volontari delle associazioni Volontario per Te e La Rete di Tutti, coinvolte da CSV Lazio nell’ambito del programma Radici Volontarie e Il Valore delle Idee. Fino agli psicologi dello sportello di ascolto della scuola. Chi ha partecipato all’incontro su “non violenza e salute” ha potuto comprendere l’importanza di coltivare relazioni sane. Gli iscritti al workshop sulle “malattie sessualmente trasmissibili” hanno compiuto un viaggio tra conoscenza e responsabilità per proteggere la propria salute sessuale. Chi ha scelto “Corretti stili di vita” ha approfondito le azioni per prendersi cura del proprio corpo e per restare a distanza da droghe e dipendenze. Il laboratorio “Educazione all’affettività”, invece, si è posto come obiettivo l’esplorazione di emozioni e stereotipi, oltre che la prevenzione della violenza di genere. Poi c’è stato “Sistema biodanza”, che attraverso la musica e il movimento ha sviscerato il tema delle relazioni umane, mentre ne “La bellezza della diversità” si è parlato di inclusione e in “Evoluzione psicofisica e affettività” di pubertà e sessualità responsabile. E poi ancora: “Incontro con l’amore” ha offerto spunti di riflessione su come l’amore viene espresso nelle relazioni, “senTIAMO” è stato un viaggio nelle arti, “Scrittura creativa sull’amore” ha aiutato i ragazzi a trasformare i sentimenti in parole, “L’amore è nelle tue mani” ha dato forma ai pensieri grazie all’utilizzo della creta, “Yoga e consapevolezza” ha aiutato a connettere corpi e menti, in “Inventare l’amore” si è andati alla scoperta di invenzioni e idee che parlano il linguaggio dell’amore e in “Rianimazione cardiopolmonare” sono state illustrate le tecniche salvavita.

Love Live
Luigi, 17 anni, è uno dei ragazzi che hanno partecipato alle attività di Love Live: «Tra lockdown e lezioni in smart, ci hanno tagliato un pezzo di vita mentre crescevamo e poi si chiedono perché facciamo difficoltà a esprimere i sentimenti?»

Carchia: «Dopo il Covid c’è una difficoltà maggiore nel condividere emozioni e pensieri»

Flavio ha partecipato a quest’ultima lezione e a quella di biodanza. Se, da una parte, aver imparato a usare un defibrillatore «è stata una grande opportunità di crescita personale», gli esercizi della biodanza «ci hanno fatto comprendere quanto dobbiamo esercitarci tutti, nella quotidianità, per tirare fuori il meglio di noi». Semplici azioni come guardarsi negli occhi, darsi la mano, abbracciarsi e girare in cerchio a ritmo di musica hanno scosso le coscienze. «L’affettività viene vista come un tabù a scuola, in famiglia e con gli amici. Semplicemente non se ne parla», ci confida ancora. Colpa, in parte, anche della pandemia. «I nostri giovani hanno mediamente un’autostima molto bassa», racconta la prof. Carchia, insegnante di grafica, comunicazione e storia dell’arte. «Dopo il Covid abbiamo registrato un aumento di attacchi di panico e una difficoltà maggiore nel condividere emozioni e pensieri». Flavio fa da portavoce alla sua generazione: «Noi abbiamo cercato di rimuovere la pandemia, l’abbiamo archiviata forzatamente, ma sono rimasti gli effetti collaterali. E umanamente siamo più distanti». Luigi, anche lui 17 anni, ci offre una prospettiva simile: «Tanti ragazzi hanno paura di uscire e socializzare, vivendo quell’anno in casa tra lockdown e lezioni in smart ormai hanno quasi timore degli spazi aperti. Ci hanno tagliato un pezzo di vita mentre crescevamo, e poi si chiedono perché facciamo difficoltà a esprimere i sentimenti?». Luigi ha partecipato a “Incontro con l’amore”, «dove abbiamo ascoltato delle canzoni, chiedendoci cosa stimolassero in noi». La musica per Luigi «è una questione intima, anche se mi aiuta a dare forma ai problemi e a non sentirmi mai solo».

Per una scuola che alleni ad una coscienza critica nella lettura del mondo

E pensare che certe scuole, per alcuni, dovrebbero semplicemente preparare a un mestiere. Il Galilei diretto dalla preside Cristina Costarelli è invece una realtà che sa fare rete: laboratori sulla genitorialità, progetti sociali come il “R.O.L.E., Rispetto, Opportunità, Libertà, Eguaglianza”, incontri con gli autori (l’ultimo il 3 marzo, con Ciro Cacciola de “Il ragazzo dai pantaloni rosa”) e una raccolta fondi per sviluppare un software per la catalogazione dei libri della biblioteca dimostrano quanto un presidio educativo possa trasformarsi in un prezioso punto di riferimento per il suo territorio. «Non so ancora cosa vorrò fare da grande», ha detto Flavio, «di certo mi piace stare a contatto con le persone». «Io vorrei lavorare nel campo della medicina», ha spiegato invece Luigi. «Con questo progetto volevamo far capire loro che l’amore ha tante declinazioni», ha aggiunto la docente Carchia. «Così abbiamo pensato di invitare associazioni ed enti per aiutarci a entrare nel vissuto quotidiano di ragazzi che stanno cominciando a uscire dalle loro stanze e trovano davanti ai loro occhi un mondo spesso indecifrabile. Al Galilei ci sono 1.500 alunni, purtroppo siamo riusciti a coinvolgere solo le terze e le quarte, ma andremo avanti».

Love Live
Mara Serafini, Volontario per te: «In una società dove molti si girano dall’altra parte, è nostro compito far capire ai giovani l’importanza del prendersi cura»

Aiutare i ragazzi e le ragazze a capire l’importanza del prendersi cura

La scuola non può offrire solo un’esperienza pratica, ma neppure nozionismo fine a sé stesso. Dovrebbe altresì educare alla sensibilità e allenare una coscienza critica per leggere i cambiamenti del mondo. Ne è certo Felice Di Iorio, presidente dell’associazione La Rete di tutti: «Quando parliamo di donazione di sangue e primo soccorso vediamo un interesse che va al di là della semplice curiosità. Arde un fuoco di speranza negli occhi di quei ragazzi che rivendicano il diritto a dare un contributo in prima persona». Volontario per te si occupa solitamente di formazione per la cittadinanza su rianimazione cardiopolmonare, manovre salvavita e prevenzione. «Entrare nelle scuole è fondamentale perché in Italia, a differenza di altri paesi europei, purtroppo non c’è l’obbligatorietà della conoscenza delle manovre cardiovascolari e cardiopolmonari ed è difficile trovare istituti sensibili a questa tematica», il pensiero di Mara Serafini, secondo cui «in una società dove molti si girano dall’altra parte, è nostro compito far capire ai giovani l’importanza del prendersi cura».

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