ANTIGONE: IN CARCERE È DI NUOVO EMERGENZA AFFOLLAMENTO
In Italia oltre il 30% dei detenuti è in custodia cautelare: per l’associazione Antigone occorre potenziare il sistema delle misure alternative
01 Agosto 2016
Antigone, l’associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale”, lo conferma nel suo pre-rapporto di Giugno 2016: il numero di detenuti nelle carceri italiane sta di nuovo crescendo, nonostante l’ultimo quinquennio abbia mostrato un notevole calo rispetto all’autunno 2010, anno in cui l’Italia raggiunse il massimo storico con 69155 unità. La prima volta che il nostro Paese è stato condannato dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo per trattamenti inumani e degradanti in relazione al sovraffollamento delle carceri è stata nel Luglio del 2009, quando i detenuti superavano le 63.600 unità. Nel 2013 l’Italia è stata di nuovo condannata, reagendo però positivamente alla sentenza, impostando un dialogo costruttivo con la Corte di Strasburgo e avviando un percorso di riforme per ridurre i numeri dei detenuti e migliorare la qualità della vita dentro gli istituti penitenziari. Nonostante in questo triennio la situazione sia migliorata sensibilmente nel raggiungimento della capienza regolamentare stabilita in 49701 posti dal Ministero della Giustizia, l’associazione Antigone ha rilevato che al 30 Giugno 2016 i detenuti erano tornati a salire a circa 54.072, ovvero 1318 unità in più rispetto ai 52754 alla stessa data del 2015, invertendo di fatto pericolosamente la tendenza. Lo spazio a disposizione dei detenuti negli ultimi cinque anni è ulteriormente diminuito per la chiusura di 16 strutture penitenziarie vittime della razionalizzazione delle spese, attestando il loro numero a 193.
Come si vede da questa infografica, le percentuali medie del sovraffollamento nel 2009 erano veramente sconfortanti, con quel 147% medio ottenuto sommando i dati di tutte le regioni. La situazione nel Giugno 2016 è decisamente migliore ma, a parte qualche regione virtuosa come la Sardegna (78,3%) e il Trentino Alto Adige (83,8%), la Toscana (94%), il Piemonte (96%), la Valle D’Aosta (97%) e la Calabria (99,5%), il dato medio del sovraffollamento nelle carceri italiane rimane pur sempre oltre i livelli di guardia, con un preoccupante 108,8%.
Associazione Antigone: oltre il 30% dei detenuti è in custodia cautelare, ma i rimedi ci sono
Come ottenere nel breve tempo una riduzione delle presenze di detenuti? Antigone propone da subito il minore ricorso alla custodia cautelare, attraverso la concessione di misure alternative per chi ha meno di tre anni di carcere da scontare, oppure mediante un uso ridotto dello strumento disciplinare che incide negativamente sugli sconti di pena o, ancora, attraverso una nuova disciplina delle droghe che presto potrebbe diventare legge in Parlamento. Complessivamente sono 18.908 i detenuti in custodia cautelare, pari al 34,9% della popolazione detenuta. Al 30 Giugno del 2015 erano 17.830, pari al 33,7% della popolazione reclusa.
Dunque vi è stato un incremento dell’1,2%. La crescita della popolazione detenuta in questo stato rappresenta la quasi totalità dell’aumento con 1.078 unità, e tale situazione è l’esito dell’operato delle forze di Polizia e della magistratura, più orientate al ricorso al carcere rispetto agli anni precedenti, probabilmente ritenendo meno grave la condizione di affollamento delle carceri.
In merito al ricorso alle misure alternative, Antigone ha lanciato la campagna “20 x 20”, per chiedere al Governo che entro il 2020 il 20% del bilancio dell’Amministrazione penitenziaria venga impiegato nel potenziamento del sistema delle misure alternative. Si tratta di misure che permettono al detenuto di scontare parte della pena nella comunità, sono meno costose e più efficaci nel promuovere il reinserimento nella società e nell’evitare la commissione di nuovi reati da parte di chi ne ha beneficiato. È infatti dimostrato che i tassi di recidiva calano notevolmente tra chi ha scontato una parte di pena in misure alternative rispetto a chi ha scontato l’intera sentenza in carcere. Oggi, l’Amministrazione penitenziaria spende meno del 5% del proprio bilancio per le misure alternative, sentenziando così che la parte più avanzata del nostro sistema di esecuzione delle pene è di gran lunga quella con meno risorse. A quanto pare, il grosso del bilancio serve tutto per la gestione e la manutenzione dei carceri. Antigone per questo sostiene che la campagna 20 per 20 sarà un primo atto concreto per dimostrare che l’Italia vuole puntare su un nuovo modello penale, nel quale il carcere non sia l’unico strumento destinatario di ogni possibile pena.
La situazione negli istituti del Lazio
Il Lazio presenta una percentuale media di sovraffollamento del 111,9% al Giugno 2016. Gli operatori di Antigone visitano a cadenze regolari i vari istituti penitenziari e le case circondariali, aggiornando i dati degli ospiti delle strutture e controllando le loro condizioni di vita. Sul sito dell’associazione è possibile consultare i dati per ogni tipo di istituto regionale. Dislocati attorno alle cinque province laziali, le strutture carcerarie che presentano un maggior tasso di sovraffollamento al 2015 sono Rebibbia, che tra le sue varie sezioni presenta una percentuale del 150%, e Regina Coeli, che ospita circa 1074 detenuti rispetto a meno di 650 posti disponibili. Altri casi da non sottovalutare sono quelli di Frosinone con 585 detenuti su 250 posti disponibili; Cassino con 315 detenuti contro 172 posti; Civitavecchia con circa 563 uomini contro 311 posti e 43 donne contro i 21 disponibili e, infine, Latina che ospita 137 persone contro gli 85 posti letto.
In copertina il carcere di ReginaCoeli, a Roma. Immagine di Pietro Snider all’interno di “Inside Carceri”, il web doc inchiesta sulle prigioni italiane di Next New Media e Antigone