CARITAS: NELLA CAPITALE NON È EMERGENZA, MA POVERTÀ ABITATIVA
I numeri della povertà abitativa a Roma nel Rapporto 2024 di Caritas Italiana. Trincia: «In 6 anni abbiamo speso oltre 42 milioni di euro tra fondi 8 per mille e cofinanziamenti delle diocesi. Ma noi siamo parte della risposta, non dobbiamo deresponsabilizzare né sostituire le istituzioni pubbliche»
25 Novembre 2024
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«Non chiamiamola emergenza abitativa, che indica un evento improvviso, ma povertà abitativa: a Roma 30mila nuclei famigliari hanno richiesto al Comune un contributo per pagare l’affitto; ci sono 3.528 provvedimenti di sfratto ogni anno, di cui 2.058 eseguiti nel 2023. Ben 18.608 le famiglie in attesa di un alloggio popolare con 7.259 in attesa dal 2013; 778 i nuclei familiari assistiti a carico di Roma Capitale nei residence, per un totale di circa 1.500 persone». Sono soltanto alcuni dei dati allarmanti riferiti da Giustino Trincia, direttore della Caritas diocesana di Roma, durante la presentazione nei giorni scorsi di Fili d’erba nelle crepe. Risposte di speranza, il Rapporto 2024 di Caritas Italiana su povertà ed esclusione sociale in Italia.
Povertà abitativa a Roma: «sono 200mila gli appartamenti vuoti»
Sempre nella Capitale, si contano circa «2.000/2.500 alloggi occupati senza titolo, 350 insediamenti abusivi come tende, baracche e giacigli soprattutto nel I e II Municipio; 23.420 senza persone alcuna abitazione (“senza tetto e senza fissa dimora”), di cui 22.162 solo nella Capitale e 2.204 nella sola area dell’anello ferroviario di Roma al 20 aprile di quest’anno». Eppure, e il contrasto stride, sono «200mila gli appartamenti vuoti». Un’altra criticità emerge dalla mancata disponibilità di alloggi per «70mila studenti universitari fuori sede»: appena 2.439 gli alloggi pubblici forniti dall’Ente regionale per il diritto allo studio e gli affitti risultano in aumento, arrivando a «1.200 euro al mese per 70/80 metri quadrati». Oltre ad analizzare la situazione attuale riguardo alla povertà abitativa, Trincia ha lanciato proposte e delineato prospettive future: «Dall’aiuto immediato del sussidio per le bollette, l’affitto, il condominio, alla carità politica. In 6 anni abbiamo speso oltre 42 milioni di euro tra fondi 8 per mille e cofinanziamenti delle diocesi. Ma noi siamo parte della risposta, non la risposta: non dobbiamo deresponsabilizzare né sostituire le istituzioni pubbliche», ha osservato. «Collaboriamo con le Agenzie sociali per la casa: il valore aggiunto che possiamo portare come Caritas è il tutor per l’accompagnamento delle persone e il dialogo tra le parti. Possiamo fare advocacy nei confronti delle istituzioni pubbliche locali e regionali per quanto riguarda la gestione del patrimonio pubblico nelle assegnazioni, le manutenzioni e lo scandalo dello sfitto (il 4-5% del patrimonio immobiliare nelle città medio-grandi), la proposta di affitti brevi da disincentivare a favore dei lunghi, la possibile alleanza generazionale fra anziani e studenti favorendo gli incontri su base volontaria».
Trincia: l’invito a facilitare soluzioni pastorali e caritative non solo reddituali
Infine il direttore della Caritas romana ha suggerito alcuni «segni giubilari di speranza e animazione pastorale: «Dall’accoglienza diffusa (ospitalità e accompagnamento per brevi e medi periodi), all’appello per appartamenti con housing sociale, dai fondi di solidarietà per l’abitare (caparra per affitto o condominio) a piccoli fondi di garanza comunitari per l’accesso all’affitto». L’invito è quello di «stimolare la comunità parrocchiale ad accompagnare e facilitare l’affitto sociale a canoni calmierati» e di individuare «luoghi di riflessione sul patrimonio collettivo ecclesiale, per facilitare soluzioni pastorali e caritative non solo reddituali». «Quasi 85 mila volontari laici Caritas rendono possibili attività e interventi, anche donando poche ore a settimana e al mese, permettendo di far restare in vita servizi che altrimenti sarebbero chiusi senza la loro presenza», ha evidenziato Walter Nanni, del Servizio studi di Caritas italiana. La povertà assoluta interessa oltre 5,7 milioni di persone, quasi un decimo della popolazione italiana. «Lungo il percorso che tracciamo con questo Rapporto – scrive nell’introduzione don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana – incontriamo volti e storie, scorgiamo i sogni infranti e le speranze tenaci di chi, giorno dopo giorno, affronta il peso della povertà. Attraverso questo strumento non vogliamo offrire solo una fotografia della povertà in Italia, ma intendiamo rilanciare l’invito a guardare oltre le cifre per riconoscere l’umanità ferita che vibra dietro ogni numero. È una chiamata alla solidarietà, alla consapevolezza che ogni piccolo gesto, ogni passo verso l’altro, può fare la differenza». Non solo: «La povertà comporta stress e va ad impattare anche sulla capacità cognitiva», ha evidenziato Federica De Lauso, del Servizio studi di Caritas Italiana. «Si chiede aiuto nonostante il lavoro: circa una persona su 4 dichiara di avere un’occupazione. I disoccupati rappresentano il 48% del totale, in precedenza superavano il 70%. Nel 2023 ne abbiamo incontrate oltre 34 mila, di persone senza dimora. E registriamo una crescita del 15% del disagio psichico e mentale».