SENIOR ITALIA: PER GLI ANZIANI IL SERVIZIO SANITARIO È UN PERCORSO A OSTACOLI
Mancanza di formazione e specializzazione dei medici, difficoltà di accesso, poca integrazione col territorio. Nel Rapporto il punto di vista di medici e pazienti
06 Luglio 2017
Non ci sono abbastanza risorse. L’accesso alle diagnosi e alle cure è spesso difficile. Le liste d’attesa sono troppo lunghe. Ed è molto difficile utilizzare le nuove tecnologie e farsi prescrivere nuovi farmaci.
Sono alcuni dei problemi della nostra sanità, che vengono riportati dal Rapporto sulle Criticità del Servizio Sanitario Nazionale dal punto di vista di pazienti e operatori sanitari, redatto dai rappresentanti di trenta società scientifiche, delle organizzazioni della medicina generale e ambulatoriale, che è stato presentato ieri, 5 luglio, a Roma, presso il Ministero della Salute. È un’iniziativa promossa da Senior Italia FederAnziani, che ha raccolto le problematiche più importanti legati all’accesso alle cure e alla loro omogeneità sul territorio nazionale. per presentarle alle istituzioni in modo che, insieme ad esse, possano essere trovate le soluzioni migliori e che possa essere trovato un equilibrio tra le esigenze dei pazienti e quelle economiche del sistema sanitario.
Il Rapporto fa parte di un percorso che culminerà nel VI Congresso della Corte di Giustizia Popolare per il Diritto alla Salute, che si terrà a Rimini dal 17 al 19 novembre 2017. Tra i problemi sollevati dal Rapporto c’è anche quello delle differenze tra regione e regione e la scarsa programmazione territoriale.
L’elenco delle criticità del servizio sanitario è lungo
Se i problemi di cui sopra sono trasversali a tutti i settori che sono stati analizzati, il Rapporto sulle Criticità del Servizio Sanitario ci dice qualcosa di più su alcune patologie.
Per quanto riguarda l’alimentazione, ad esempio, c’è una carenza di unità operative di dietetica e nutrizione clinica nelle ASL di tutta Italia, e quindi mancano operatori competenti a curare e prevenire le malattie in questione.
Sono insufficienti le risorse, ed è difficile l’acquisizione di nuove tecnologie nel settore dell’oftalmologia: inoltre, gli ambulatori territoriali sono inadeguati e c’è un ingolfamento delle strutture ospedaliere.
Ci sono ostacoli nell’accesso a terapie innovative anche per quanto riguarda le fratture da fragilità (osteoarticolari) che oggi sono sottotrattate: i centri specialistici sono ingolfati, soprattutto per problemi burocratici (che sono un problema anche per la nefrologia), e anche questo porta a difficoltà di accesso alla diagnosi.
Altri sono invece i problemi per quanto riguarda la radioterapia: da un lato manca una corretta informazione sul rapporto rischi/benefici delle radiazioni a scopo medico, e il rischio da radiazioni è spesso sottovalutato o sopravvalutato, dall’altro c’è una scarsa attenzione alla formazione radiobiologica, e mancano dottorati di ricerca e master.
A proposito di formazione, è proprio questo uno dei problemi chiave in fatto di chirurgia geriatrica: è una materia che non si insegna più. E la cosa va di pari passo con una cultura dedicata all’anziano sempre più carente. E con una scarsa programmazione territoriale e una mancata conoscenza degli HUB geriatrici. C’è poca interazione con il territorio e con gli specialisti del settore. E il trattamento post chirurgico è spesso insufficiente. Sembra spesso un problema di comunicazione: quella tra il personale d’assistenza e l’esterno, ma anche quella che fa sì che non ci sia un approccio coordinato del personale sanitario nel paziente geriatrico in urgenza.
Problemi di cuore
Tra le criticità del servizio sanitario, quella della scarsa cultura dedicata all’anziano investe anche altri settori, come la cardiologia geriatrica. Anche qui c’è una scarsa cultura della prevenzione nell’anziano, che va di pari passo con il mancato riconoscimento dei sintomi di origine cardiaca, e con il conseguente sviluppo di malattie evitabili. Ma i problemi, in questo senso, sono tantissimi: dallo scarso uso di una terapia anticoagulante appropriata alla mancata cura di malattie valvolari cardiache, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale, interazione pericolosa tra farmaci, incidenza di ictus ed encefalopatia multinfartuale.
A proposito di cuore e di circolazione, c’è anche una scarsa attenzione al problema dell’ipertensione arteriosa, e una scarsa aderenza al trattamento da parte degli stessi anziani ipertesi, e anche il pericolo di errori nell’assunzione dei farmaci.
La cardiologia, inoltre, entra anche nei problemi relativi al diabete: solo il 25% dei pazienti, infatti, ha effettuato una visita cardiologica, solo l’11% quella oculistica, solo il 30% ha effettuato microalbuminuria, e un paziente su tre non controlla HbA1c.
L’insufficienza della diagnosi e della conoscenza delle sue conseguenze sono tra i problemi della cura della parodontite.
Le persone over 65, inoltre, hanno spesso difficoltà di accesso alle cure. La scarsa informazione e le scarse reti territoriali attive nelle regioni sono tra i problemi dell’endocrinologia: inoltre, gli specialisti sono sotto utilizzati, le strutture di endocrinologia e malattie metaboliche sono poche, e la formazione continua è scarsa. Riguardo al metabolismo e alla nutrizione artificiale mancano tutta una serie di norme e di leggi a livello nazionale: sulla NAD e sull’accreditamento dei centri NAD, sugli integratori alimentari “a fini medici speciali”. Tutte cose che portano a una disomogeneità di prestazione sul territorio nazionale.
Manca l’integrazione tra ospedale e territorio
Parlando di territori, una criticità del servizio sanitario che ricorre è quello della mancata integrazione tra ospedale e territorio. Accade nel settore dell’urodinamica (dove i centri che trattano l’incontinenza non sono organizzati in rete). È un problema piuttosto grave quando si parla di medicina ambulatoriale, un settore che, tra l’altro, è una sintesi di tutti i problemi notati a livello trasversale: le liste d’attesa, lo scarso rinnovamento tecnologico, mancata presa in carico del malato cronico, assenza di protocolli di dimissioni e ammissioni protette, difficoltà di accesso ai servizi, mancanza della cartella condivisa e del fascicolo sanitario elettronico, mancato turnover degli specialisti.
La mancata informazione nelle donne è uno dei problemi dell’urologia ginecologica del pavimento pelvico, settore nel quale vengono fatte solo poche migliaia di interventi chirurgici l’anno. Anche qui, come spesso accade, manca una specializzazione in materia.
È insufficiente anche la formazione in pneumologia degli studenti di medicina, degli specialisti e dei professionisti sanitari e, in materia, sono carenti gli pneumologi e la pneumologia riabilitativa, oltre che mal distribuiti sul territorio: in alcune province i servizi sono assenti.
È inefficace il contrasto del fumo. Ed è carente anche la formazione dei farmacisti. Anche in questo caso ci sono forti diversità tra le diverse regioni, problema che ricorre anche per quanto riguarda la psichiatria, a proposito dei servizi di assistenza garantiti. Qui i problemi sono anche altri, e riguardano la scarsa specificità degli interventi e la mancanza di team multi professionali. Tutto questo porta a standard assistenziali inadeguati e conseguenti alti costi sociali.
Il monitoraggio nei Centri Sociali Anziani
Per dare il proprio contributo al superamento delle criticità del servizio sanitario nazionale, Senior Italia FederAnziani ha lanciato Senior Italia Care, un programma di monitoraggio della salute delle persone senior realizzato direttamente all’interno dei Centri Sociali per Anziani.
Saranno infatti dotati di un kit di automonitoraggio delle condizioni di salute, che permetterà di effettuare esami diagnostici di autovalutazione. Saranno coinvolti anche i medici di famiglia, che permetteranno di essere guidati nei percorsi sanitari nel caso che dalle autoindagini emergessero potenziali patologie da approfondire nelle sedi più opportune.