LAVORO DOMESTICO: SVILUPPARE PROGRAMMI DI EMERSIONE DEL LAVORO NERO

In Italia sono oltre 833mila i lavoratori domestici contribuenti dell’INPS. Il report 2024 dell’Osservatorio INPS sul lavoro domestico, a 50 anni dal primo contratto collettivo nazionale. Alfredo Savia, presidente Nuova Collaborazione: «È necessario sviluppare programmi specifici per far emergere il lavoro nero»

di Ilaria Dioguardi

5 MINUTI di lettura

Nel 2023 i lavoratori domestici contribuenti all’INPS sono stati 833.874, con un decremento rispetto al 2022 pari a -7,6% (-68.327 lavoratori), analogo a quello registrato nel 2022 rispetto ai dati 2021 (-7,3%), dopo gli incrementi registrati nel biennio 2020-2021. Questi ultimi sono dovuti a una spontanea regolarizzazione di rapporti di lavoro per consentire ai lavoratori domestici di recarsi sul posto di lavoro durante il periodo di lockdown e all’entrata in vigore del decreto Rilancio che, da giugno 2020, ha regolamentato l’emersione agevolata di rapporti di lavoro irregolari che ha riguardato soprattutto lavoratori stranieri e in particolare extracomunitari. Questi i dati emersi dal report 2024 curato dall’Osservatorio INPS sul lavoro domestico, presentato giovedì 20 giugno durante il convegno organizzato a palazzo Wedekind da Nuova Collaborazione e INPS.

Lavorare per l’emersione del lavoro nero

lavoro domestico
Grafico Inps – Osservatorio sui Lavoratori domestici

«È necessario sviluppare programmi specifici per far emergere il lavoro nero», ha detto Alfredo Savia, presidente di Nuova Collaborazione, associazione nazionale datori di lavoro domestico. «Il percorso intrapreso da Nuova Collaborazione, dalla nascita nel 1969 a oggi, ci ha visti protagonisti di sfide importanti che hanno portato alla firma, 50 anni fa, del primo contratto collettivo nazionale nel maggio del 1974. Un traguardo fondamentale, per il quale ci siamo impegnati a lungo con l’obiettivo di regolarizzare un settore ancora poco conosciuto, offrire garanzie ai datori di lavoro e diritti e dignità ai lavoratori. Negli anni, il nostro ruolo è cambiato, insieme a quello dell’intero settore», ha proseguito Savia. «Nel 2023 il 50% dei lavoratori domestici che ha versato contributi nelle casse dell’INPS sono badanti», ha detto il presidente dell’INPS Gabriele Fava, alla presentazione del Rapporto 2024 sul lavoro domestico. «La domanda di badanti cresce con l’aumento dell’indice di invecchiamento della popolazione, che totalizza +5,5 punti rispetto al 2022. La presenza di forza lavoro italiana nel lavoro domestico sta continuando ad aumentare, è passata dal 23 al 31% del totale in dieci anni».

Lavoro di cura: ruolo centrale nelle politiche pubbliche

lavoro domestico
Gabriele Fava presidente INPS: «La presenza di forza lavoro italiana nel lavoro domestico è passata dal 23 al 31% in dieci anni»

«Il lavoratore domestico è diventato centrale nell’organizzazione del lavoro di cura, della casa e della famiglia, lasciata da sola nella gestione dei propri cari non autosufficienti, senza politiche di welfare strutturate e durature in suo supporto. Ecco perché, in qualità di associazione datoriale, abbiamo la responsabilità di impegnarci sempre di più nei confronti delle istituzioni, affinché il lavoro di cura assuma un ruolo centrale nelle politiche pubbliche e non sia relegato unicamente alle famiglie». Il presidente di Nuova Collaborazione ha aggiunto che «è necessario sviluppare programmi specifici e garantire aiuti fiscali duraturi che, da un lato, facciano emergere il lavoro non dichiarato e, dall’altro, permettano alle famiglie di non essere l’unico soggetto responsabile della gestione della casa, dell’assistenza ai figli, dei genitori anziani e delle persone non autosufficienti».

 Lazio seconda regione per numero di lavoratori domestici

Secondo i dati Inps, a livello territoriale il Nord-Ovest è l’area geografica che, con il 30,7%, presenta il maggior numero di lavoratori, seguita dal Centro con il 27,6%, dal Nord-Est con il 19,9%, dal Sud con il 12,2% e dalle Isole con l’9,6%. La composizione per nazionalità evidenzia una forte prevalenza di lavoratori stranieri, che risultano essere il 68,9% del totale, contro quella dei lavoratori italiani che rappresentano il restante 31,1%. La composizione per genere evidenzia una netta prevalenza di femmine, il cui peso sul totale ha ripreso ad aumentare dal 2022 ed ha raggiunto nel 2023 il valore massimo, come nel 2019, degli ultimi sei anni, pari all’88,6%.
La regione che presenta il maggior numero di lavoratori domestici, sia per i maschi che per le femmine, è la Lombardia, con 162.227 lavoratori nel 2023, pari al 19,5%, seguita dal Lazio (14,1%), dalla Toscana (8,8%) e dall’Emilia Romagna (8,6%). In queste quattro regioni si concentra poco più della metà dei lavoratori domestici in Italia. Nel Lazio, nel 2023, sono presenti 23.565 lavoratori domestici italiani e 93.935 lavoratori domestici stranieri.

L’importanza del contratto nazionale

lavoro domestico
Alfredo Savia: «È necessario sviluppare programmi specifici per far emergere il lavoro nero»

«Il lavoro domestico è un settore peculiare, con delle vulnerabilità, per questo è fondamentale parlare di contratto nazionale del lavoro in questo contesto», ha affermato durante l’incontro Gianni Rosas, direttore dell’Ufficio OIL per l’Italia e San Marino. Bisogna parlarne con le istituzioni e le associazioni, ma bisogna identificare soprattutto le ragioni che spingono al nero e indagare sia le ragioni della famiglia, che in questo caso è il datore di lavoro, sia da parte dei lavoratori e delle lavoratrici». Tra le riflessioni dell’incontro, c’è stato spazio anche per l’intelligenza artificiale, «grazie alla quale il lavoro sta cambiando: penso ai lavori di fatica dove il supporto delle macchine aiuta il lavoratore e le lavoratrici, ma nel settore del lavoro domestico non credo che questo avverrà mai, e allora cosa si può fare? Bisogna parlare, sia con le istituzioni che con le associazioni, di contratto nazionale».

 

Immagine di copertina: Ylbert Durishti

LAVORO DOMESTICO: SVILUPPARE PROGRAMMI DI EMERSIONE DEL LAVORO NERO

LAVORO DOMESTICO: SVILUPPARE PROGRAMMI DI EMERSIONE DEL LAVORO NERO