95MILA CONSULENZE E MOLTO ALTRO. COSÌ I CSV FANNO CRESCERE IL VOLONTARIATO
Report Csvnet: servizi capillari e tarati sulle esigenze delle associazioni. Peccato che le risorse diminuiscano.
08 Aprile 2016
78 Centri di servizio per il volontariato oggi in Italia, con una rete di 376 sportelli su tutto il territorio nazionale, che oltre 9mila organizzazioni socie (circa 8mila di volontariato) rendono luogo aperto alla partecipazione; più di 500mila servizi, in maggioranza gratuiti, offerti solo nel 2014 a quasi 44mila organizzazioni non profit – per due terzi di volontariato -, 50mila cittadini e oltre 150mila studenti. Questi sono solo alcuni dei numeri, riferiti al 2014, dell’annuale Report Csvnet, il Coordinamento nazionale dei centri di servizio per il volontariato italiani, presentato ieri a Palazzo Madama.
Un report che, a vent’anni dall’avvio delle attività del primo Csv italiano, analizza le attività dei Centri di servizio, ai quali la legge 266 del 1991 affida il compito di promuovere e sostenere il volontariato, approfondendo una serie di dati su persone, servizi, risorse utilizzate in un sistema che molto spesso rappresenta una risorsa fondamentale – e sempre disponibile – per organizzazioni in genere di piccole dimensioni, poco strutturate e con mezzi economici ridotti all’osso.
«I Centri di servizio per il volontariato svolgeranno un ruolo sempre più importante come motore del volontariato», ha commentato il senatore Stefano Lepri, relatore del Ddl di riforma del Terzo settore appena approvato al Senato, che ieri ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione del Report insieme al sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali Luigi Bobba. Secondo il report Csvnet, infatti, nel 2014 i Csv hanno erogato a quasi 22mila organizzazioni di volontariato oltre 95mila consulenze, in prevalenza fiscali, amministrative, contabili e giuridico legali, seguite da una percentuale rilevante negli ambiti del sostegno alla progettazione e alla comunicazione.
Con un punto di servizio ogni 126 organizzazioni di volontariato in Italia, i Csv hanno realizzato oltre 5mila iniziative di promozione del volontariato, percorsi che, nelle scuole, hanno coinvolto circa 2600 organizzazioni, quasi 1500 istituti di ogni ordine e grado, 38 università, oltre 4mila docenti e 158mila studenti. Hanno erogato a 9mila organizzazioni formazione per 30mila ore, con 37mila partecipanti, quasi 30mila servizi di comunicazione (ne ha usufruito almeno un’associazione su 5), oltre 360mila servizi logistici per più di 13mila associazioni, il 99% dei quali realizzati utilizzando esclusivamente risorse interne.
L’attività di animazione territoriale, fondamentale per il mandato di sviluppare le reti e le relazioni tra le associazioni, ha concluso l’anno con quasi 3mila incontri all’attivo realizzati da 65 Csv, che hanno saputo coinvolgere oltre 7mila associazioni, 903 enti locali, 1.617 enti non profit, 236 dei quali aderenti al Forum del Terzo settore. 66 Csv hanno messo a disposizione di oltre 2mila utenti un patrimonio documentale su volontariato e non profit di più di 80mila volumi, mentre le pubblicazioni scientifiche e culturali dei Csv sono state 300 solo nel 2014. I 31 Csv accreditati per il Servizio civile nazionale hanno presentato e realizzato 151 progetti in collaborazione con le organizzazioni di volontariato, in 27 hanno partecipato ad un bando europeo per un 61% dei progetti realizzati in qualità di capofila. Chiudono i dati del report Csvnet gli oltre 16mila metri quadri di spazi che i Csv hanno destinato ad uso esclusivo delle associazioni.
La nuova fase dei Csv
Il report Csvnet dà quindi numeri in continua crescita, servizi che è possibile garantire grazie a piani di risparmio e ad un impegno costante nel migliorare l’efficacia dell’azione dei Csv, che continuano ad assistere ad una diminuzione delle risorse a disposizione, con un meno 20% del triennio 2011-2014 destinato ad aumentare tra 2015 e 2016 a causa della riduzione della redditività della gestione patrimoniale delle Fondazioni bancarie.
Le risorse economiche per le attività 2014 ammontano, infatti, a circa 77 milioni di euro, 75 dei quali dal Fondo speciale per il volontariato alimentato dalle Fondazioni di origine bancaria e il restante da altre fonti di finanziamento. E mentre continuano a calare le risorse economiche su cui i Csv possono contare per continuare a dare attuazione al loro mandato istituzionale di sostegno e promozione del volontariato, il Ddl di riforma del Terzo settore appena approvato in Senato prevede un sensibile aumento delle funzioni in capo agli stessi Csv. La Riforma, ha commentato durante la presentazione del Report Stefano Tabò, presidente Csvnet, «amplia la base dei destinatari dei servizi erogati dai Centri di servizio, pur mantenendo la peculiarità dei Csv quali soggetti governati in maggioranza dal volontariato. Il sistema dei Csv entra ora in una nuova fase: aumentano i compiti, ma calano le risorse e si erodono anche le riserve accantonate negli anni scorsi. È un dato che ci preoccupa»: il Ddl affida, infatti, ai Centri il compito di promuovere e rafforzare la presenza e il ruolo dei volontari italiani «non solo nelle organizzazioni definite dalla legge 266 del 1991, ma in tutti gli enti del Terzo settore». Con un conseguente aumento dei servizi che solo una inversione di tendenza nella disponibilità delle risorse potrà garantire. La legge, come ha spiegato Luigi Bobba, che ha seguito da vicino l’iter della riforma, dovrebbe essere licenziata dalla Camera entro Maggio.