RETE SCUOLE APERTE, PRESIDIO DI CITTADINANZA ATTIVA
A Roma un incontro per fare il punto sulla Rete Scuole Aperte e Partecipate, che punta a rafforzare il senso di comunità nei propri quartieri e a connettere il dialogo tra istituzioni scuola
di Claudio Tosi
27 Gennaio 2023
Sabato mattina presto: fuori dal Raccordo anulare stamane c’è movimento, i rappresentanti 35 comitati di genitori si sono dati appuntamento alla Giustiniana per fare il punto sulla Rete Scuole Aperte e Partecipate, aggregando anche insegnanti, nonni e due CSV, dal Lazio e dalla Lombardia. Obiettivo dichiarato è condividere il senso e l’importanza dell’azione svolta, che non è e non vuole ridursi alla cura dei propri figli, ma agisce, consapevolmente, per l’unità del sistema, puntando a rafforzare il senso di comunità nei propri quartieri e tentare di connettere il dialogo tra istituzioni scuola.
Una scuola che non riduce il suo compito alla missione di insegnare e sa vedersi come luogo di gioia, incontro intergenerazionale, dove gli spazi pubblici producano effetti comuni, azioni di interesse generale, soluzioni “per gli altri e per sé”, citando Ambrosini, che interpretino e diano corpo a quell’innovazione costituzionale che dal 2001, con l’articolo 118, riconosce e regola la sussidiarietà orizzontale e secondo il quale “Stato, regioni, città metropolitane, province e comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base appunto del principio di sussidiarietà.”
Progettare come Rete
Un incontro che si rispetti inizia dall’accoglienza e su quella calda, generosa, gustosa dell’Associazione genitori Amici dell’Ics La Giustiniana il plauso è stato generale e intorno a questa dimensione della convivialità si sono sciolte le prime distanze, fatte le presentazioni, trovati i punti comuni, con quella capacità umana di aprirsi all’altro che va sempre salvaguardata e promossa, specie quando si punta a organizzarsi per difendere il bene comune.
La sala è grande, ma più grande è il pubblico e allora le sedie si spostano, muovono di lato fino a lambire le pareti da ogni parte, per contenere il cerchio che accoglie i convenuti e c’è la redazione di Comune-info che con il progetto Territori educativi segue la scuola, perché sia aperta e partecipata, e ha già raccontato in questo articolo, la ricchezza dei progetti proposti e realizzati dall’ associazione Amici dell’Ics La Giustiniana, che hanno mostrato a tutti l’importanza di concepire la scuola all’interno del suo territorio, comprenderne le fragilità ed agire, permettetemi la parafrasi apparentemente iperbolica, “ per rimuovere gli ostacoli di ordine ecologico e di traffico, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
Ma questo compito, costituzionale, risuona forte nell’introduzione di Gianluca Cantisani, che ricorda come l’incontro si snoderà intorno ai temi dell’amministrazione condivisa, con la presenza di Gregorio Arena di Labsus e dell’assessore Catarci, per costruire oltre alla consapevolezza, gli strumenti amministrativi per aprire l’azione dei singoli all’idea e all’atteggiamento che permetta di superare i personalismi locali ed essere cittadini che partecipano alla vivibilità della città. Da genitori a cittadini l’obiettivo è generare fiducia, passando dal paradigma privato/pubblico alla dimensione dell’interesse generale.
E a più voci si presentano gli obiettivi della Rete SAP a supporto delle diverse realtà, per rinforzare l’identità collettiva e dare forza alle tante iniziative possibili e già sperimentate, che spesso vengono impedite o ignorate in contesti diversi, quasi sconfermando la loro fattibilità; favorire le nuove associazioni di genitori, costruendo un vademecum, un kit di sostegno all’ avvio; e ci si prepara e si chiede a tutti un impegno di “secondo livello” per progettare come Rete e intervenire per il mutuo aiuto.
La Rete Scuole Aperte e Partecipate, a partire dal Convegno alla Pisacane nel 2022, ha lavorato alla replicabilità generale delle tante iniziative locali, con le campagne Strada scolastica o Bike to school e le iniziative di formazione interna, ma anche gli open day della rete, con proposte di formazione integrata a genitori, Dirigenti Scolastici, componenti studentesche per favorire nella scuola quegli spazi di vita democratica troppo spesso vissuti come ingerenza e a volte addirittura interpretati come lesa maestà. La riflessione forte di questa prima parte, che in uno scambio sfaccettato e plurale produce un ricco manifesto con punti di sospensione, esclamativi e interrogativi, è come imparare a comunicare, a copiarsi, a mettere a disposizione le esperienze riuscite e come aiutare la Scuola a concepirsi luogo di apprendimento per tutti, nel quale tutte le categorie di adulti coinvolti abbiano occasione e diritto di imparare ad essere comunità, a favorirne il linguaggio e a sperimentarne le pratiche. La Rete scuole aperte e partecipate, è la conclusione della prima sessione, è un esempio di auto formazione che mette i “Corpi in Movimento” e si lancia l’idea che un’occasione per l’Open Day della Rete Scuole Aperte e Partecipate possa essere la manifestazione curata dal CSV Lazio insieme alla Maratona di Roma, il Good Deeds day per fare la maratona della partecipazione.
Scuola bene pubblico e bene comune
Ma l’impegno continua con il contributo del fondatore del Labsus (Laboratorio per la sussidiarietà), Gregorio Arena, che presenta il Regolamento per l’amministrazione condivisa che sta diventando realtà anche per il Comune di Roma e che proprio dal quarto comma dell’Art.118 della Costituzione prende l’avvio, per interpretare in maniera estensiva la sussidiarietà, dal 2001 non ancora applicata a dovere. Con le Scuole di cittadinanza Labsus promuove una rivoluzione dolce nella pubblica amministrazione che ha convinto già 271 città, che vede cittadini e funzionari agire con pari dignità per l’amministrazione condivisa dei beni comuni. Regolamenti come quello in approvazione a Roma, che fissano la cornice giuridica e danno vita a Patti di collaborazione di volta in volta adeguati alla situazione, studiati in maniera sartoriale, calati nel contesto e aperti alla pluralità. E il caso di scuola, in questo caso, è la Scuola, che è doppia, nel senso che è sia un bene pubblico che un bene comune, offre servizi formativi alla comunità, ma è anche ospitata da una comunità, che può attivarsi sia rispetto alla necessità di manutenzione della scuola come bene pubblico materiale, che attivare la sua potenzialità di bene comune, generando e ospitando offerta formativa e civica verso la comunità che la ospita. La strada dell’apertura, del riconoscimento, del dialogo è anche quella della responsabilità condivisa, dell’apertura all’uso di tutti, trasformando lo sguardo e ragionando dei compiti che l’edificio scuola “stabile e condiviso” offre nel corso della giornata, passando dall’istruzione all’educazione, fornendo un servizio essenziale proprio nell’ottica di “rimuovere gli ostacoli che impediscono lo sviluppo della personalità” e accogliendo le risorse e le ricerche di senso dei genitori, del quartiere, per la comunità. E anche in questo senso il CSV, che si pone come mission lo sviluppo del volontariato nei territori, può supportare il processo, attivando percorsi formativi che guidino al coinvolgimento e garantiscano i Dirigenti costruendo autorevolezza per chi interagisce con la scuola.
Il Regolamento per l’amministrazione condivisa di Roma Capitale
L’incontro si è arricchito dell’intervento dell’Assessore Andrea Catarci, che ha presentato l’iter del Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni di Roma Capitale, alla stretta finale dopo 8 mesi di confronti pubblici e il parere favorevole di 14 municipi su 15. Un regolamento innovativo che include la cura dei valori immateriali, come: memoria, tecnologia, comunità energetiche e ha l’articolo 15 tutto sulla Scuola, intesa sia come patrimonio immobiliare che luogo di attività aperte alle generazioni, alle famiglie, al terzo settore, alla filantropia sociale, che deve guadagnarsi un credito che smonti una certa rigidità istituzionale e sappia ridurre resistenze e problemi. Un patto che favorisce reti corte, locali e operative, ma nella logica di connessione con reti lunghe nazionali e internazionali, che facciano tesoro di esperienze ad elaborazioni anche lontane, come quelle che ci vengono dal Brasile di Freire e dai movimenti latinoamericani per la gestione del bene comune. E che si tratti di riaprire un dialogo di territorio con la città lo rende chiaro l’intersezione di questo Regolamento con la Roma dei 15 minuti in cui gli “snodi di solidarietà e socialità” sono nei quartieri, una mappa di 315 unità identitarie sociali autonome al posto delle zone urbanistiche, per rileggere Roma a partire dalle sue comunità, riarticolare la città riconoscendo le capacità insite e coinvolgendo i suoi abitanti, reinvestire sui luoghi di aggregazione e cura sia nell’anomia del centro svuotato sia nella crescita sghemba delle periferie. Nella città dei 15 minuti il centro di gravità è fatalmente sulle scuole e allora serve un lavoro formativo per promuovere e strutturare capacità di attivazione, di ascolto dell’altro, di capacità collaborativa tra soggetti diversi. E’ un processo culturale che avrà le sue difficoltà, in qualche caso ci si troverà di fronte a personalismi, in altri si dovrà dialogare con le varie forme della cittadinanza attiva, che può prevedere autogestioni e occupazioni, ma in ogni caso si potrà lavorare insieme per rendere strutturare la scelta dell’amministrazione condivisa.
Come CSV Lazio conosciamo i personalismi, tanto diffusi anche nel volontariato, ma conosciamo anche la tenacia dei portatori di valori e siamo a disposizione per chi dentro l’Istituzione accetta la sfida di avere un “potere di servizio” abbandonando il tanto comodo “potere di veto” e apre la porta alla strada della condivisione.
Perché la scelta del termine “patto” indica la concezione di una pari dignità, che di nuovo richiama l’art. 3 della Costituzione che al primo comma riconosce che: ”Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” e, a fronte di precise garanzie di serietà e responsabilità condivise, chiede ai responsabili delle Istituzioni e nel caso della Scuola in primis ai rappresentanti e ai Dirigenti scolastici, ma allo stesso modo a tutte le forze coinvolte, di sapersi mettere in ascolto degli altri, genitori e comunità locale in primis, confrontarsi, inverare processi innovativi sempre con l’occhio alla risoluzione dei problemi per cui dichiariamo di agire.
La giornata volge al termine, è stata ricca e naturalmente non termina senza pensare a nutrire il corpo insieme allo spirito, e idealmente ci si lascia con lo stesso impegno descritto dall’attuale Presidente di Labsus, Pasquale Bonasora, in occasione del suo insediamento: “ L’impegno è quello di continuare ad essere accoglienti verso le idee e verso le persone. Oggi la cura dei beni comuni, il Regolamento per l’Amministrazione Condivisa e i Patti di collaborazione, sono un modello consolidato attraverso cui il “pieno sviluppo della persona umana” è compito che viene affidato non alle sole istituzioni ma a un complesso di soggetti ampio ed eterogeneo che le stesse istituzioni devono supportare e favorire.” Buon lavoro alla città, grazie alla Rete SAP.
Foto Rete Scuole Aperte e Partecipate SAP