REWIND: L’AIDS, COME ERAVAMO, COME SIAMO
Rewind è un evento a sostegno di Anlaids: un musical in stile Broadway con la partecipazione di Filippo Timi e Malika Ayane
11 Maggio 2022
Rewind, cioè riavvolgi. Una scritta al neon che evoca immediatamente gli anni Ottanta è l’icona del nuovo spettacolo di Italy Bares. Il titolo è Rewind e l’appuntamento è il 12 maggio 2022 al Teatro Repower di Milano. È un evento a sostegno di Anlaids, tra le prime associazioni nate in Italia quasi quarant’anni fa per fermare la diffusione dell’infezione da HIV e che, dal 1985, concentra il suo impegno in prevenzione, informazione, ricerca e tutela dei diritti. Da quel 1985, per fortuna, molte cose sono cambiate: grazie alla ricerca, oggi con l’HIV, se diagnosticato rapidamente, si può convivere. Ma è necessario restare uniti e consapevoli contro i pregiudizi, perché quelli sono rimasti. Di HIV si parla poco, e male, e allora si tratta di continuare a parlarne per proteggerci davvero e non abbassare mai la guardia. Rewind, realizzato in collaborazione con Compagnia della Rancia e con il supporto di Stage Entertainment, riunirà sul palcoscenico del Teatro Repower 7 coreografi e oltre 90 tra i migliori performer, insieme a un ospite straordinario, Filippo Timi, che prenderà parte allo show con una performance tutta da scoprire. Sul palcoscenico vedremo anche Malika Ayane, Gaudiano (vincitore del Festival di Sanremo 2021 nella sezione Nuove Proposte e protagonista del musical Una volta nella vita – Once) e tornerà on stage con un numero speciale anche Guglielmo Scilla, al fianco di Italy Bares con entusiasmo e partecipazione sin dalla prima edizione nel 2019. Si tratta, per capirci, di un evento degno dei grandi musical di Broadway, in cui il mondo del musical e degli artisti si unisce ancora, a titolo completamente gratuito, a sostegno di Anlaids. Giorgio Camandona è l’ideatore e Direttore Artistico di Italy Bares e alla regia di Rewind c’è Mauro Simone, con la regia associata di Alfonso Lambo, su testo di Elisabetta Tulli. Ne abbiamo parlato con Giorgio Camandona e Carmine Falanga, responsabile di Progetti Speciali per Anlaids.
Anlaids: inclusione e lotta allo stigma
Com’è cambiato lo scenario dell’Aids in questi anni e com’è cambiata la percezione delle persone? «È passato dall’essere una malattia mortale a una malattia cronica» ci ha risposto Carmine Falanga. «Grazie alle terapie le persone oggi hanno una buona qualità di vita, nonostante si viva con un’infezione, con tutte le controindicazioni che comporta. È cambiata la percezione del rischio. Questo porta ad abbassare la soglia di attenzione. Non si deve però pensare che ci sia la terapia e vada tutto bene. La terapia ha degli effetti collaterali, ed è un costo per la comunità». Con l’evolversi dello scenario anche l’impegno di Anlaids e del mondo delle associazioni è cambiato. «Invece di doverci occupare di più dell’ospedalizzazione delle persone, ci occupiamo di inclusione, lotta allo stigma, di aiutare le persone dal punto di vista psicologico e sociale». «Per noi è fondamentale riuscire a parlare con un linguaggio, come quello dell’arte e dello show, semplice e che possa arrivare a tutti senza alcun approccio terroristico, perché non serve ad arrivare agli obiettivi prefissati». Il riferimento è alle prime campagne governative in materia di Aids, tra cui quella, terrorizzante, con l’alone viola. Come abbiamo visto, di recente, nel bel documentario Positivə, le campagne di comunicazione hanno man mano aggiustato il tiro, per poi sparire. «Noi come associazione abbiamo continuato a fare campagne» ci racconta Falanga. «Ma a livello governativo – è successo in tutto il mondo – siccome i numeri erano più bassi, si è scelto di porre l’attenzione su altre tematiche. È chiaro che, senza impegno governativo, mancano i fondi e quindi vanno cercati per poter fare attività».
Educare le persone a volersi più bene
Ma su cosa punta oggi la comunicazione di un’associazione come Anlaids? «Sull’educazione delle persone a volersi più bene» ci spiega Falanga. «Avere rapporti protetti con persone di cui non si conosce l’aspetto sierologico, fare il test, diventa una questione di rispetto. Rispetto per te e per gli altri. Tutta l’attività che stiamo facendo in questi anni è una questione di educazione. E consiste nell’abbattere lo stigma. Le persone che vivono con l’HIV sono sempre costrette a nascondersi. Una persona che fa correttamente la terapia non è in grado di trasmettere il virus. Non bisogna avere paura delle persone che sono correttamente in terapia. Ma bisogna aver paura di chi non si conosce la storia». «Nessuno vuole entrare nella sfera sessuale delle persone, nella sfera più intima e più privata» aggiunge. «Ognuno la vive in modo proprio. Ma quello che è importante far capire è che, prendendosi cura con piccoli accorgimenti si può evitare di condizionare un’intera esistenza».
Da Broadway all’Italia, si è creata una community
L’idea di Italy Bares nasce da lontano, dal mondo di Broadway. «Il progetto è nato nella mia mente circa tre anni fa, quando sono venuto a scoprire dell’esistenza di Broadway Bares, il corrispettivo americano che esiste da oltre trent’anni» ci ha spiegato Giorgio Camandona. «È un evento nato nel periodo caldo dell’AIDS. Jerry Mitchell, regista di Broadway Bares, ha visto morire accanto a sé tanti amici, e ha dato vita a quella che era a una serata tra amici per raccogliere fondi. Da lì ha dato il via a un progetto più ampio che oggi vede in scena 400 ballerini». «Chi partecipa a Broadway Bares lo fa a titolo gratuito, e questa cosa è avvenuta anche in Italia», continua. «Due anni fa abbiamo debuttato con La prima volta, il primo spettacolo di Italy Bares, c’erano otto ballerini in scena in un teatrino di 300 posti. L’anno scorso abbiamo fatto una maratona on line, e coinvolgendo cantanti come Elisa, J-Ax e Tosca. Quest’anno siamo al teatro Repower di Assago, l’ex Teatro della Luna, che ha oltre 1600 posti, con oltre 90 artisti sul palco, tutti a titolo gratuito, tutti perché scelgono di esserci, così come le maestranze. Si è creata una community. L’intento è sostenere Anlaids e i suoi progetti».
Aggiornare l’immaginario, fermo a Freddie Mercury
Lo spettacolo si chiama Rewind e punta a tornare indietro per ripercorrere questi quarant’anni di storia. «Vogliamo tornare indietro agli anni Ottanta, agli anni Novanta, con l’arrivo dei farmaci, e portare l’immaginario della gente fino ad oggi» ci spiega Camandona. «La coreografia anni Novanta ricalcherà quell’immagine con l’alone viola del primo spot. Il teatro come mezzo comunicativo riesce ad arrivare dove le parole non arrivano. Il mio intento è creare una macchina teatrale molto potente che non sia solo quantità, ma anche qualità. Gli attori, i cantanti e i danzatori sono i top della gamma e attraverso la bellezza dell’arte, di uno spettacolo coinvolgente, permettono al pubblico di vedere uno show pazzesco e di uscire dal teatro con delle domande, e sapendo a chi farle. Che vuol dire raccontare Anlaids e le altre associazioni. Vogliamo scuotere delle coscienze, fare domande». Jonathan Bazzi, lo scrittore di Febbre, che è andato in scena con Italy Bares, dice che bisogna aggiornare l’immaginario. «È come se l’immaginario collettivo fosse fermo a venti, trent’anni fa» ragiona il direttore artistico. «Io insegno danza e teatro e quando parlo con i ragazzi di HIV, mi dicono: “sì, Freddie Mercury, abbiamo visto il film”. Io dico “sì, è vero, ma è morto nel 1991. Sono passati più di 30 anni!”. Sono proprio questi trent’anni quelli in cui sembra ci sia stato il nulla».
Filippo Timi e Malika Ayane
Rewind ha un punto di vista molto originale. «Per cominciare ho voluto dare un taglio completamente femminile al racconto» ci svela Camandona. «Ho voluto togliere lo stereotipo “Aids uguale omosessuale” e quindi la protagonista è una donna, Rebecca, che si trova nel 2021 a raccontare alla figlia tredicenne che cosa è un virus, perché il mondo si è fermato. E decide di raccontare la storia della nonna Marta, del virus dell’Hiv e di quello che è successo negli anni Ottanta. L’idea è quella di tornare indietro per guardare al passato, imparare dal passato e non compiere gli stessi errori. Ci siamo trovati con il Covid a vivere sensazioni assurde. Capire che l’assurdità sia già accaduta in un altro contesto è importante. La storia sarà intervallata da sette numeri coreografici clamorosi, ognuno con un coreografo diverso, e compagnie di danza diverse. 14 cantanti tra i migliori performer di musical racconteranno l‘importanza della memoria. Troppe persone sono andate via troppo presto, ed è importante fare onore a loro. Ogni edizione di Italy Bares è dedicata a Manuel Frattini, un mio caro amico, che purtroppo se n’è andato troppo presto, ed è stato uno dei punti di riferimento del musical». Nello show ci sono anche degli ospiti d’onore. «Filippo Timi e Malika Ayane saranno i protagonisti di uno di questi numeri» ci spiega Camandona. «Lui reciterà un monologo e lei canterà. Anche loro con grande entusiasmo hanno scelto di esserci con le stesse condizioni di tutti e per lo stesso motivo di tutti. Ci sarà anche Gaudiano, un cantante e performer che lo scorso anno ha vinto Sanremo Giovani e ha una parte di spicco nel nostro spettacolo. Ci saranno tutti. Voglio che la gente lo veda».