AD AMATRICE E DINTORNI LA RICOSTRUZIONE DOPO IL TERREMOTO RISTAGNA
Ma le associazioni del territorio tengono duro, tra freddo, fake news e burocrazia
29 Gennaio 2019
Amatrice, Accumoli, Cittareale. Borghi semisconosciuti prima del sisma del 24 agosto 2016, finiti in prima pagina dopo la catastrofe naturale. Come accaduto con fenomeni geologici simili, l’attenzione dei media è progressivamente diminuita. A distanza di più di due anni la ricostruzione dopo il terremoto ristagna, e come se la stanno cavando i terremotati? Lo abbiamo chiesto ad Angelo Nobile, presidente del Comitato Ricostruiamo Saletta, e Valerio Capraro, dell’associazione La Via del Sale.
Come state trascorrendo l’inverno ad Amatrice?
Nobile: «Ne approfitto per smentire qualche fake news. A Saletta è caduta la neve, è vero, ma nulla a che vedere con la versione di certi giornali. Certo, le precipitazioni non aiutano chi vive all’interno delle casette. Ci sono stati casi di congelamento di acqua o assenza di riscaldamenti. Rispetto all’anno scorso, però, sta procedendo tutto nella norma».
Capraro: «Sicuramente la neve ha portato con sé qualche disagio, ma bisogna ricordare che si tratta di territori di montagna, dove le precipitazioni non sono una novità. Fortunatamente non ce n’è tanta come nel 2017».
A che punto è la ricostruzione dopo il terremoto?
Nobile: «Nella frazione di Saletta è stata rimossa gran parte delle macerie. Ora siamo in attesa che l’amministrazione comunale pubblichi il bando di gara per designare l’architetto che si occuperà di redigere il piano urbanistico di attuazione. Già doveva essere pronto. Temo ci siano incomprensioni con l’Ufficio speciale per la ricostruzione. Lo stiamo notando dai toni di comunicati stampa e dichiarazioni rese ai giornali. Noi restiamo fiduciosi che i lavori possano iniziare presto, visto che non si concluderanno prima di due o tre anni.
Capraro: «Le casette sono state consegnate tutte, per cui le persone hanno un alloggio dignitoso. Tuttavia va registrato che ci sono voluti più di due anni per la consegna e i residenti hanno sopportato situazioni critiche. In generale però la ricostruzione dopo il terremoto procede molto lentamente. Parliamo di un territorio che economicamente produce poco e lo Stato non ha incentivi a rilanciare il territorio. Neanche dal punto di vista elettorale, dato che sono zone poco popolate. Grandi lobby che difendono gli interessi dei terremotati non le vedo. In prospettiva è difficile immaginare quando sarà possibile tornare alla situazione prima del sisma».
Quali progetti state realizzando?
Nobile: «Siamo continuamente alle prese con la presentazione delle istanze. Vogliamo attivare un centro polivalente di primo soccorso o un’area bimbi per la nostra frazione. Inoltre stiamo assolvendo anche la funzione di assemblea dei proprietari di immobile. Abbiamo portato uno studio di fattibilità per individuare le principali criticità del territorio di Saletta. Secondo il Consiglio nazionale delle ricerche potrebbe esserci un rischio di liquefazione del sottosuolo. In pratica, pur rispettando nella ricostruzione dopo il terremoto tutte le norme antisismiche, in caso di un altro terremoto le nuove costruzioni potrebbero comunque crollare. Come se costruissimo sulle sabbie mobili. In questo caso dovremo preferire una delocalizzazione».
Capraro: «Abbiamo appena concluso un bando per le nuove attività commerciali. Inizialmente l’idea era quella di finanziare la migliore con 10mila euro. Poi abbiamo ricevuto, tra gli altri, tre progetti veramente buoni. Così al primo abbiamo dato 10mila euro, mentre per gli altri due abbiamo aggiunto altri 6mila euro ciascuno. Si tratta di un ristorante, una tartufaia e un agri-campeggio».
Quali difficoltà state incontrando a livello associativo?
Nobile: «Il problema principale riguarda la burocrazia. Finché non saranno partite e terminate le gare d’appalto la vera ricostruzione non potrà partire. Tra amministrazione comunale, Ufficio per la ricostruzione e Regione si trova sempre qualche cavillo burocratico. Noi ci siamo impegnati con tutte le persone che hanno donato e ce la stiamo mettendo tutta per velocizzare i tempi.
Capraro: «I nostri ultimi progetti sono stati molto semplici quindi non abbiamo incontrato grandi difficoltà. I problemi sono per lo più tecnici. Interagiamo con piccoli Comuni che si sono trovati a gestire problematiche enormi. Alcune iniziative hanno bisogno di piccoli permessi e a volte fare un passaggio in consiglio comunale significa aspettare diverso tempo».