RIETI: È EMERGENZA ALIMENTARE
È l’allarme lanciato da un gruppo di associazioni che si occupano di emergenza alimentare e che, in una settimana, hanno visto aumentare le richieste del 30%. L'appello alle istituzioni: bisogna intervenire
25 Luglio 2023
A Rieti e provincia la povertà è in crescita, in aumento del 6.8% rispetto al 2022, come confermato dai dati Istat. Una recrudescenza della povertà con cui fanno i conti quotidianamente le associazioni che si occupano di emergenza alimentare sul campo. Un allarme quello legato all’emergenza alimentare nel reatino lanciato da un gruppo di associazioni attive sul tema, Il Guazzabuglio Emergenza e Povertà, Sant’Erasmo Project e Disabilità Rieti OdV.
In una settimana richieste salite del 30%
Ma che cosa sta succedendo? Tutto nasce dalla paura del fatto che il vecchio Reddito di Cittadinanza verrà modificato. «Stante alle nuove linee guida e i nuovi requisiti per accedervi, circa 600mila persone in Italia perderanno il RDC» ci spiega Federica Paolucci, presidente de Il Guazzabuglio. «Verranno messe in campo tre nuove formule di RDC con altri requisiti ma, pur sommandole, verrà esclusa una grande fetta di fruitori». «Attraverso il RDC molte persone, in zone dell’Italia meridionale, potevano avere una vita accettabile» continua. «La paura per la perdita del Reddito di Cittadinanza, la mancanza di altre misure straordinarie porta la gente ad essere preoccupata. In estate, inoltre, c’è un picco in salita sui bisogni e sulle emergenze». E si tratta di numeri che fanno impressione. «Nel giro di una settimana abbiamo avuto un’impennata del 30% delle richieste», spiega Paolucci. «Sono arrivate attraverso il servizio sociale: a quelle da nuclei censiti noti se ne sono aggiunte di nuove. La gente è in allarme perché è all’oscuro di quello che accadrà da qui a dieci giorni: per alcune categorie il vecchio RDC rimarrà fino a dicembre 2023, per molti terminerà. Per loro perdere quelle 700 euro significherà diventare davvero poveri». «Il problema della povertà è dato dalla situazione nazionale, ma anche dalla situazione locale: a Rieti c’è poco lavoro o non c’è proprio» ci spiega Massimiliano Getuli dell’Associazione Guarda Oltre. «Ci sono molti bambini che non hanno genitori, o genitori che non hanno i mezzi necessari per sostentarli. Quello di cui hanno bisogno i minori è che siano aiutate le famiglie, hanno bisogno di una famiglia stabile. L’unica risposta è sistemare le famiglie per dare benessere ai minori. Cerchiamo di intervenire sui minori per farli stare bene, per poi raggiungere le famiglie e farle stare meglio». «Vorremmo sensibilizzare gli abitanti di Rieti, in modo anonimo, sull’importanza di donare anche un pacco di pasta in più» aggiunge. «Se una persona davanti a un supermercato raccoglie generi alimentari, si dovrebbe sapere che dietro c’è qualcuno che ha bisogno».
Le difficoltà della Mensa di Santa Chiara
Il Guazzabuglio Emergenza e Povertà, insieme alla Caritas e alla Mensa di Santa Chiara sono le realtà che a Rieti al momento rispondono di più alle richieste a livello alimentare e la situazione di disagio che sta attraversando la Mensa di Santa Chiara non migliorerà la situazione. La Mensa di Santa Chiara, infatti, da tempo viene sballottata da un posto all’altro ed è in cerca di una sede stabile. La speranza è che possano trovarla a fine agosto. Nel frattempo a Rieti ci sono famiglie che vivono senza gas e senza luce, e provano a farlo in maniera dignitosa. E la sera cucinano con la bombola, illuminano la casa con le luci dei telefonini che ricaricano in moschea di giorno.
Tutelare i lavoratori e attuare politiche straordinarie
“In un quadro così complicato la politica negli ultimi giorni sembra non aiutare” leggiamo nell’appello lanciato dalle associazioni. E ogni giorno continuano ad arrivare richieste ormai difficili da gestire. I firmatari dell’appello chiedono che vengano aumentate le risorse in campo e gli interventi straordinari per permettere a tutti gli operatori sociali di continuare nel servizio solidale di sostegno al disagio. «La politica a livello nazionale ha fatto delle scelte, secondo noi complicate, difficili, che ovviamente in questo momento stanno condizionando a cascata anche le politiche locali, che si devono adeguare» ci spiega Federica Paolucci. «Quello che chiediamo, rispetto alla politica nazionale, è che vengano messe in campo misure straordinarie di tutela del lavoratore, perché abbiamo casi in cui i lavoratori vengono pagati poco, sfruttati e senza contratti. Un lavoratore già sfruttato ha difficoltà a mantenere la famiglia». «La politica locale cosa può fare?» continua. «Il servizio sociale del territorio reatino ha risposto a tutte le nostre richieste di aiuto nella misura in cui le risorse potevano bastare ad essere spalmate su diversi settori. Perché non è solo l’emergenza alimentare a fare la differenza. I problemi sono tanti, noi ci occupiamo prevalentemente di cibo, ma quella che prima era una crepa, visti i numeri e le richieste, ora sta diventando una voragine, che la politica locale fa fatica a chiudere. La famosa carta degli acquisti di 380 euro è un segnale. Ovviamente ha delle restrizioni molto forti, c’è stata una scrematura, le persone sole e le coppie senza figli non potranno usufruirne. È una goccia, è un segnale. Ma non andrà a risolvere molto».
In copertina: Foto di Rocco Mangiavillani, dal libro “ABC della povertà in Italia e in Europa”.